mercoledì, novembre 07, 2007
Lenin, la mummia della repubblica italiana
Forse Vladimir Putin ha deciso di sfrattare il sarcofago di Lenin e chiudere il mausoleo, la Russia post comunista sembra aver capito che l'ideologia comunismo fu un grave errore, e non è un caso che la bandiera della russia sia ritornata essere quella dello Zar.
In questi giorni il segretario del Pdci Diliberto è andato a Mosca per commemorare i 90 anni della Rivoluzione d'ottobre e visitando il mausoleo di Lenin ha affermato che se la Russia non vuole più la mummia di Lenin intende portarla a Roma.
Qualcuno la considera solo una provocazione, ma l'affermazione di Diliberto ha un significato politico e culturale molto profondo, e cioè che il comunismo è più radicato e difeso in Italia che in Russia.
Ma perchè? La risposta è semplice. Come in russia, anche in italia il comunismo è stato fondamentale per la nascita della repubblica, le colonne portanti dello stato repubblicano sono il PCI e la DC (il cattocomunismo), la DC ebbe sempre più voti ma il PCI - forte e considerata vincente - riuscì sempre ad imporre le sue idee ed in particolare a trasformare la cultura e società a suo piacere.
Inoltre dopo la guerra solo il nazismo fu sconfitto e perciò l'altra ideologia - il comunismo - ebbe modo di rafforzarsi ed espandersi in tutto il mondo (compreso l'italia).
La Storia ha voluto che l'Italia abbia fatto parte dell'occidente e quindi la dittatura comunista non ha potuto imporsi, ma questo permise al PCI di occupare i gangli dello stato fino ad conquistare il quirinale.
Nel nostro paese l'abbandono definitivo dell'ideologia comunista, e quindi anche la nascita di una sinistra moderna, è possibile solo se nasce una nuova costituzione non più condizionata dall'ideologia comunista, deve succedere che la repubblica sia sostituita da un altro tipo di stato.
L'orrenda polemica sulla mummia di Lenin conferma come la politica italiana sia veramente messa male.
Ma davvero c'era bisogno di dare spazio sulla salma di Lenin? Davvero siamo ancora alla difesa delle reliquie laiche del comunismo?
E' incredibile, ma la teoria materialistica del comunismo internazionale ha bisogno di una mummia, deve attaccarsi all'iconografia mortuaria della sinistra storica. Invece di limitarsi a storicizzare la vita e le opere di Lenin, esiste un sentimento irrazionale della sinistra italiana che la spinge a conservare il corpo, è pietoso vedere un corpo decomposto trasformato in totem.
A questo punto una domanda: I comunisti o post comunisti cambieranno mai?
E visto che si parla di rientri e sepolture, in Italia dovrebbero invece trovare la loro storica sepoltura i nostri re e le nostre regine, tuttora sepolti in terra straniera.
Un'altra vergogna della repubblica italiana.
martedì, novembre 06, 2007
Cristianesimo ed Islam
Incontro storico tra il Pontefice Benedetto XVI ed il re dell'Arabia Saudita Abdullah II, è la prima volta che il Custode delle due Sacre Moschee della Mecca e di Medina viene ricevuto da un Pontefice
Questo evento è molto importante perchè unisce la dimensione religiosa e quella politica e stabilisce l'impegno comune per la pace e per le richieste legittime del riconoscimento della libertà religiosa.
C'è da segnalare che nello Stato dell'Arabia Saudita è un reato professare una religione diversa dall'Islam e che l'udienza è significativa anche perché si svolge in assenza di rapporti diplomatici tra Santa Sede e Arabia Saudita, anche se negli ultimi mesi si sono registrati segnali di disgelo.
Storico incontro in Vaticano tra il Papa e il re dell’Arabia Saudita. Sottolineato l’impegno per la pace e il dialogo interreligioso
I colloqui, si legge nella nota della Sala Stampa, “si sono svolti in un clima di cordialità e hanno permesso di toccare temi che stanno a cuore” al Papa e al re saudita. “In particolare - informa la nota - si sono ribaditi l’impegno in favore del dialogo interculturale ed interreligioso, finalizzato alla pacifica e fruttuosa convivenza tra uomini e popoli, e il valore della collaborazione tra cristiani, musulmani ed ebrei per la promozione della pace, della giustizia e dei valori spirituali e morali, specialmente a sostegno della famiglia”. Nell’augurio di prosperità a tutti gli abitanti del Paese da parte delle autorità vaticane, “si è fatto menzione della presenza positiva e operosa dei cristiani”. Non è mancato, infine, conclude la Sala Stampa, “uno scambio di idee sul Medio Oriente e sulla necessità di trovare una giusta soluzione ai conflitti che travagliano la regione, in particolare quello israeliano-palestinese”.
Nell’edizione odierna, L’Osservatore Romano, sottolinea che grazie a re Abdallah il regno saudita “ha assunto negli ultimi anni un importante ruolo di mediatore nei conflitti nel Vicino e nel Medio Oriente”. Alla visita del sovrano saudita, prosegue il quotidiano, possono ben adattarsi le parole con cui il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, ha recentemente definito le relazioni tra cristiani e musulmani. "La cosa importante - ha sottolineato il porporato - è conoscersi, conoscersi, conoscersi. Ognuno di noi ha sempre qualcosa da imparare dall'altro”.
radiovaticano
domenica, novembre 04, 2007
4 novembre 1918
Vittorio Emanuele III, il Re Soldato, portava alla vittoria l’Italia.
La prima pagina de “La Domenica del Corriere” dopo la Vittoria.
La Vittoria della Prima Guerra Mondiale è la più importante impresa della nostra storia, per la prima volta gli italiani furono un esercito solo, per restituire alla Patria i suoi naturali confini.
In quest’ora solenne ricordiamo i Caduti il cui esempio deve guidare gli italiani.
In realtà i Caduti non muoiono sui campi di battaglia e non spariscono nei sacrari, ma soltanto quando sono dimenticati !
Se così succede allora vuol dire che il popolo vivente non è più degno del grande popolo dei morti!
Una volta il 4 novembre era la ‘Festa delle Forze armate’ durante la quale le caserme erano aperte al pubblico.
In seguito la repubblica cambiò nome alla festa che, invece della ‘Festa delle Forze armate’, divenne ‘Festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate’.
E' un messaggio fuorviante, perchè l’unità nazionale fu proclamata il 17 marzo 1861 con la proclamazione del regno d’Italia e non il 4 novembre 1918.
Evidentemente la "vulgata repubblicana" vuole normalizzare tutto, anche questa festa, cioè cancellare che la Vittoria fu del Regno d'Italia (e non della repubblica) e che la festa dell'Unità nazionale è il 17 marzo 1861 (proclamazione del Regno d’Italia)
La prima pagina de “La Domenica del Corriere” dopo la Vittoria.
La Vittoria della Prima Guerra Mondiale è la più importante impresa della nostra storia, per la prima volta gli italiani furono un esercito solo, per restituire alla Patria i suoi naturali confini.
In quest’ora solenne ricordiamo i Caduti il cui esempio deve guidare gli italiani.
In realtà i Caduti non muoiono sui campi di battaglia e non spariscono nei sacrari, ma soltanto quando sono dimenticati !
Se così succede allora vuol dire che il popolo vivente non è più degno del grande popolo dei morti!
Una volta il 4 novembre era la ‘Festa delle Forze armate’ durante la quale le caserme erano aperte al pubblico.
In seguito la repubblica cambiò nome alla festa che, invece della ‘Festa delle Forze armate’, divenne ‘Festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate’.
E' un messaggio fuorviante, perchè l’unità nazionale fu proclamata il 17 marzo 1861 con la proclamazione del regno d’Italia e non il 4 novembre 1918.
Evidentemente la "vulgata repubblicana" vuole normalizzare tutto, anche questa festa, cioè cancellare che la Vittoria fu del Regno d'Italia (e non della repubblica) e che la festa dell'Unità nazionale è il 17 marzo 1861 (proclamazione del Regno d’Italia)
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