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Buon Anno 2013


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giovedì, dicembre 27, 2012

Casa Savoia al Terremoto di Messina

Il 28 dicembre 1908, le coste calabre e siciliane furono devastate da un terremoto che distrusse Messina e provocò epidemie e quasi 200.000 morti.
Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena furono tra i primi a raggiungere il posto.



Il re Vittorio Emanuele III e la regina Elena partirono sulla nave Vittorio Emanuele per portare materiale sanitario e generi di conforto.
Accompagnati dai ministri Bertolini e Orlando, percorsero la costa per poi fare ritorno a bordo della loro nave.

Vittorio Emanuele dispose immediatamente lo stato d'assedio, e in men che non si dica fu approvata una legge che prevedeva stanziamenti per i terremotati e una serie di misure per proteggere l'industria solfifera.

Il re e la regina mostrarono subito uno slancio fuori dal comune per i superstiti.

La Regina Elena, che parlava il russo ed amica dello Zar, riuscì ad obbligare le navi russe, che stavano in zona, ad intervenire in soccorso alla popolazione.
«Non è la regina d'Italia che vi parla, né la principessa del Montenegro, è una donna che vi supplica in nome di Dio e della pietà umana».

Vestita con un semplice abito scuro, la Regina Elena sembrava un'infermiera, una suora di carità: nessuna sovrana ha mai fatto quello che la Regina Elena ha saputo compiere nelle tragiche giornate di Messina.

In internet ho trovato una poesia pubblicata sul Corriere della Sera, il 5 gennaio 1909, di Ada Negri.
L'angelo dello Stretto la Regina Elena

"Ve n'è una fra noi, la più bella, la più nobile,
quella che la sorte ha posta più in alto, che ci dà l'esempio sublime.
Elena di Savoia e Montenegro ha lasciato i figli,
ha messo l'abito dell'infermiera, si è fatta suora di carità,
soffre tra i sofferenti, abbraccia e riveste gli orfanelli,
sfida ogni stanchezza, ogni malattia, ogni pericolo anche mortale.

E' al suo posto di Regina, è al suo posto di donna.

Vi è nel suo atteggiamento una semplicità, una bellezza umana,
una veemenza d'amore, d'energia, che appassionano.
Con Lei, intorno a Lei, senza tregua, senza paura,
coi figli in braccio e alla gonna se non possiamo separarcene,
di notte se non possiamo di giorno,
con ogni atomo ogni palpito ogni vibrazione della nostra umanità dolorosa,
sorelle mie d'Italia, avanti! ".


La Camera dei Deputati si riunì l'8 gennaio 1909 per esaminare alcuni provvedimenti urgenti di natura giuridica e finanziaria a favore delle località danneggiate emanò un proprio ordine del giorno:
Il Senato nell’intraprendere, col pensiero alla patria, l’esame dei provvedimenti intesi a risollevare le sorti delle province di Messina e di Reggio Calabria, rende omaggio e riverente plauso alle LL.MM. il Re e la Regina, a S. Maestà la Regina Madre ed ai Principi Reali, primi a portar sollievo al luogo del disastro; al Governo, all’esercito, alla nostra marina, alle Nazioni ed alle marine straniere, che con generosa abnegazione si adoprarono a riparare l’immensa sciagura che commosse tutte le genti civili.

Vittorio Emanuele III

Vittorio Emanuele III muore in esilio ad Alessandria d’Egitto.

28 dicembre 1947

Auspichiamo il rientro in Patria dell'Augusta salma e la sua tumulazione nel Pantheon di Roma.

 VIVA RE VITTORIO EMANUELE III



Vittorio Emanuele III nacque a Napoli l’11 novembre 1869 dal Re d’Italia Umberto I e dalla Regina Margherita. Sposa il 24 ottobre 1896 a Roma la Principessa Elena di Montenegro.
Principe Ereditario fino al 29 luglio 1900 con il titolo di Principe di Napoli.

Fu Re d'Italia dal 1900 al 1946,
Abdicò il 9 maggio 1946 e gli succedette il figlio Umberto II.
Il 9 maggio 1946, con la Consorte, parte da Napoli in esilio volontario ad Alessandria d’Egitto, scegliendo il titolo di Conte di Pollenzo.

Muore il 28 dicembre 1947 ad Alessandria d’Egitto ed è sepolto provvisoriamente dietro l’altare maggiore della chiesa di Santa Caterina.