Articoli in evidenza:

venerdì, aprile 30, 2010

Re Costantino intervistato sull'economia e attualità

Durante la breve visita nella regione di Pilio, Sua Maestà il Re Costantino ha risposto alle domande dei giornalisti su fatti di attualità.

Alla domanda di valutare le misure fiscali imposte di recente dal governo greco, il re Costantino ha dichiarato che sarebbe meglio lasciarle agli esperti.
Ha sottolineato, tuttavia, che la gente riconosce i notevoli sforzi da parte del governo ellenico e che tutti prendono parte allo sforzo per superare la crisi.
Il suo unico desiderio è che, nonostante tutte le avversità, ci sia un sentimento di collaborazione e che in un prossimo futuro i sacrifici fatti dal popolo greco diano i suoi frutti.

Alla domanda sulle recenti violenze terroristiche, Sua Maestà ha poi risposto che non distingue un ladro comune, che persegue una famiglia o mette in pericolo la vita di un proprietario di un negozio, da un terrorista che mette in pericolo un'intera comunità. Per entrambi i casi la soluzione è costituire un fronte unito del popolo, delle autorità di polizia e del sistema giustizia. E' nostra responsabilità comune proteggere la democrazia e dimostrare che l'opinione pubblica è contro il terrorismo.

Si deve protestare in maniera pacifica, come quello che fece il popolo dell'Irlanda del Nord alcuni anni fa, quando con una marcia silenziosa l'intera nazione si scagliò contro chi ferisce il paese, la democrazia e i cittadini.

In risposta alle domande sul tema dei Giochi del Mediterraneo, che si terranno a Volos nel 2013, il re Costantino ha risposto che nonostante non sia pienamente informato sullo stato di avanzamento dei lavori, è certo che, come successe per i Giochi Olimpici, anche se all'ultimo momento la Grecia ce la farà.

Alla domanda se è disposto a dare il suo aiuto, il re Costantino ha risposto che, se qualcuno glielo chiederà, certamente aiuterà il Paese, come fece per le Olimpiadi di Atene 2004.

12 aprile 2010
NOTA: Questa intervista ebbe luogo prima degli arresti di presunti membri del gruppo terrorista 'la lotta rivoluzionaria'.

Traduzione dell'articolo pubblicato nel sito di Sua Maestà.
Link
HM King Constantine on the Greek economy and current events

La bancarotta della repubblica greca

La repubblica greca è in bancarotta, i titoli di Stato sono diventati spazzatura, non può più rifinanziare sul mercato il suo debito pubblico e chiede aiuto all’UE e al FMI.

L'allarme è stato lanciato dal ministro delle Finanze, Papaconstantinou, che ha sottolineato che il deficit di bilancio del 2009, già corretto da Eurostat al 13,6%, potrebbe esser ancora rivisto in peggio, «al 14 per cento del Pil».
Il Primo ministro greco George Papandreou ha detto:"Siamo determinati a fare tutto il necessario per controllare l'enorme deficit, ripristinare la stabilità delle finanze pubbliche, promuovere lo sviluppo". "E' l'unico modo per assicurare che la Grecia non perdi i suoi diritti sovrani."

Nel frattempo il presidente della Banca centrale europea, Trichet, non ha voluto commentare l'andamento dei negoziati tra il governo di Atene e Bruxelles, ma ha spiegato che a suo parere un default della Grecia o dell'eurozona è fuori questione.
Per cercare di salvare la Grecia, nei prossimi tre anni la Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale hanno deciso di sostenere la Grecia con 135 miliardi di euro.
Atene ha varato un nuovo programma di austerità che, nelle previsioni del Governo, ridurrà il deficit di 10 punti percentuali in due anni.
L’oggettiva impossibilità di rifinanziare il debito pesa come un macigno.

Atene sembra pronta al piano di "austerity" ma la repubblica greca è già fallita.

Oltre che l’aspetto finanziario bisogna segnalare che questa crisi finanziaria minaccia la sovranità del paese.
In realtà già si sapeva di questo rischio – è il disegno della globalizzazione che vuole cancellare le nazioni - ma adesso si tocca con mano quello che appunto poteva succedere...

La Grecia si trova in una triplice crisi: di fiducia, di liquidità e d’insolvenza. Non può raccogliere sui mercati i soldi necessari a rifinanziare il proprio debito. Non può garantire i propri depositi bancari. Non può onorare le proprie obbligazioni.

Visto che la moderna repubblica greca è in bancarotta penso sia opportuno confrontare la situazione finanziaria della repubblica greca con quella del Regno di Grecia.
E questa volta non si puo incolpare né la monarchia né il Re per il disordine e il fallimento della repubblica ellenica, che anni fa mandò in esilio re Costantino.
Quando c’era la monarchia, la Grecia aveva registrato un miracolo economico dopo la seconda guerra mondiale: il 1953 fu il punto di partenza della situazione economica chiamata "miracolo greco". Per vent'anni, la Grecia ha avuto il più alto tasso di crescita a livello internazionale (dopo il Giappone). Nonostante i tanti problemi politici (una giunta militare 1967-1974, il problema di Cipro e la messa fuori legge il partito comunista greco 1948-1974), la Grecia riusci a trasformarsi da un piccolo paese sottosviluppato e distrutto (a causa di una lunga serie di guerre), in un paese degno di diventare un membro della (allora) Comunità europee.
La Grecia divenne il 10° Stato membro del CEC nel 1981. In quel momento, la maggior parte dei suoi indicatori economici erano più o uguale a quelli dell'Irlanda, Spagna e Portogallo. Il "miracolo greco" è stato sostanzialmente il risultato delle politiche svolta dal conservatore Konstantinos Karamanlis che governò la Grecia 1955-1963 e 1974-1980, con un mix di politiche keynesiane e di libero mercato.

Dopo la bancarotta in stile Argentina fallisce un’altra repubblica...
Purtroppo le oligarchie repubblicane (greche e italiane) dimenticano gli effetti stabilizzanti della Monarchia.

martedì, aprile 27, 2010

Austria, elezioni presidenziali

Alle elezioni presidenziali austriache meno della metà dei cittadini (49,17%) si é recato a votare.
La bassa partecipazione alle elezioni presidenziali ha innescato polemiche e i timori sul sentimento di stanchezza provato dagli austriaci nei confronti della politica e delle istituzioni repubblicane.

Il titolo sul giornale Die Presse, vicino ai conservatori, era: ''La maggioranza assoluta va agli astensionisti''; sul Kronen Zeitung ''sciopero degli elettori''.
Tutti i quotidiani hanno sottolineato che l'affluenza al voto é stata la peggiore registrata dal secondo dopo guerra (ad eccezione delle elezioni europee).

Secondo alcuni le ipotesi della disaffezione sono l'assenza di un reale candidato d'opposizione e il fatto che il ruolo del capo dello Stato in Austria, nonostante venga eletto direttamente dai cittadini, è essenzialmente onorifico.
In effetti i punti sopra citati hanno allontanato molti cittadini dalle urne, ma ritengo che si evita di fare ulteriori considerazioni.

Innanzitutto se il ruolo del capo di stato é onorificato a questo punto é meglio un Re piuttosto di un presidente, si risparmiano soldi pubblici (le elezioni presidenziali sono costose) ma soprattutto si ha l’enorme vantaggio di avere un capo di stato superpartes che rappresenta davvero tutti i cittadini. Proprio perché non é eletto e non fa politica, non si può attaccare politicamente il Re, pregio che ovviamente un presidente non può avere, visto che é un politico imposto dai partiti.

Inoltre questa disaffezione svela la presunzione che con il presidenzialismo si possa avere un capo di stato che rappresenta tutti i cittadini: non è vero.
La rielezione ampliamente prevista del socialista Fisher, votato dal 78% dei votanti, é vista come un trionfo ma se si tiene conto che solo il 49,17% è andato a votare, il presidente é stato scelto solo dal 39% degli austriaci.

Inoltre quest'elezione è stato un caso eccezionale, di solito un presidente é eletto non più che dal 50-55% dei votanti e quindi con una bassa partecipazione lui rappresenta solo il 20-25% della popolazione.

Come si può sostenere che un presidente della repubblica votato da una minoranza possa essere il capo di stato di tutti?

Fischer ha vinto il secondo mandato di 6 anni, non perché era il migliore ma perché era il candidato più famoso e conosciuto, in fondo per paura di avere come capo di stato uno sconosciuto hanno preferito confermare quello già in carica.
In un libro del politologo Norbert Leser c’é un capitolo dedicato a Fischer (allora non ancora presidente della repubblica) intitolato:L’artista della sopravvivenza.
Questa analisi fotografa la realtà: non esiste uomo politico, forse in tutto il mondo, che come Fischer abbia potuto sopravvivere per quasi 40 anni in Parlamento e soprattutto per 25 anni nella carica di vicesegretario del Partito socialdemocratico. La sua forza é essere riuscito a convivere e a collaborare con tutti i segretari succedutesi in questo arco di tempo, l’abilità di scansare le grane, l’essere amico di tutti e nemico di nessuno.

Inoltre c’é un altro inquietante aspetto, infatti in Austria c’era il rischio che il presidente della repubblica potesse essere una persona di simpatia neonazista (la candidata della destra radicale Barbara Rosenkranz).

Comunque i cittadini, pur potendo eleggere direttamente il capo di stato (da molti considerato il sistema migliore), hanno preferito non andare a votare.

A questo punto, non é meglio la Monarchia piuttosto che spendere tempo e denari per avere un presidente della repubblica votato solo da una minoranza e quindi di parte e che non interessa ai cittadini?