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sabato, febbraio 24, 2024

Messaggio del Re Gyanendra Shah

Messaggio del Re Gyanendra Shah per la democrazia in Nepal

19 febbraio 2024

Sua Maestà il Re del Nepal, Gyanendra Shah, ha rivolto un messaggio ai suoi cittadini in occasione della 74° Giornata della Democrazia, sottolineando l'importanza dell'azione e del sacrificio nel sostegno alla democrazia. 

Ha ricordato il ritorno di Re Tribhuvan dall'esilio e la lotta contro la dinastia Râna, ponendo l'accento sull'importanza dell'integrità, della generosità e di un approccio olistico alla democrazia per il benessere della Nazione.

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Re Tribhuvan 

La Giornata della Democrazia è una festività che ricorda il ritorno di Re Tribhuvan dall'esilio e la sua lotta contro l'oligarchia Râna, considerato un momento chiave per riflettere sui valori democratici nel Nepal.

Nel 1846, Jung Bahadur Kunwar riuscì a consolidare il suo potere e ottenendo il titolo di Maharaja. Questo evento portò alla nascita di una diarchia in Nepal, dove il Re del Nepal era privato di ogni autorità e il governo era controllato dalla famiglia Rana, un cognome acquisito da Jung Bahadur. Il cambiamento significativo avvenne nel 1947 con la fondazione del Nepal Congress Party, un movimento politico che con il supporto dell'India, permise a re Tribhuvan di fuggire in India e successivamente di ritornare in Nepal nel 1951, dove fu accolto come legittimo sovrano. 

Le Parole di Gyanendra Shah

Nel suo messaggio il Re Gyanendra Shah ha evidenziato la necessità di un "comportamento giuridico democratico ancorato alla realtà". Ha messo in guardia contro l'adorazione verbale della democrazia senza azioni concrete. Ha sottolineato che la vera democrazia richiede dovere, sacrificio, generosità ed una politica di integrità. 

Il re ha evidenziato come la democrazia debba essere vissuta attraverso azioni concrete e inclusione economica, ha enfatizzato l'importanza di un'economia inclusiva, dell'istruzione accessibile e dell'opportunità di lavoro equa per tutti, come fondamenti per una democrazia forte e sana.

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Il Fallimento della repubblica in Nepal

La repubblica nepalese è caratterizzata da un acceso scontro tra partiti di diversa ideologia per il controllo delle risorse, ed ha alimentato una crescente frustrazione tra la popolazione, esacerbata da una stagnazione economica, carenze nel sistema educativo e un allarmante tasso di suicidi. 

La repubblica nepalese, incapace di mantenere le proprie promesse, ha visto calare drasticamente la fiducia dei cittadini. La disuguaglianza economica si è intensificata, con pochi individui che beneficiano delle politiche e del clientelismo, allargando il divario tra ricchi e poveri. Questa crescente disparità sociale minaccia la stabilità del sistema politico nepalese, istituito con la Costituzione del 2015.

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Il Desiderio di un Ritorno alla Monarchia

In questo contesto di fallimento della repubblica, cresce tra i nepalesi il desiderio di un ritorno alla stabilità e alla prevedibilità che, per alcuni, è simboleggiata dalla Monarchia. La nostalgia per un'era di unità nazionale e progresso sotto la guida monarca risuona in un paese in cerca di direzione. Mentre il Nepal naviga in queste acque turbolente, la questione di un ritorno alla monarchia emerge come una riflessione seria sul futuro del Nepal.


giovedì, febbraio 01, 2024

Regicidio in Portogallo

Il Re Carlo I del Portogallo e il principe ereditario Luigi Filippo uccisi dai repubblicani.

1 febbraio 1908

Oggi ricorre il 116° anniversario del più tragico episodio della storia del Portogallo, cioè il regicidio, quando il 1° febbraio 1908, il Re Carlo I ed il principe ereditario Luigi Filippo furono assassinati, rispettivamente all'età di 44 e 20 anni.

La morte del re Carlo (figlio di Maria Pia di Savoia) e del principe causarono indignazione in tutta Europa. 

Il Tragico Regicidio

Questo atto di violenza, perpetrato da un gruppo di terroristi sostenuti dalla Massoneria e dal partito repubblicano portoghese, causò non solo la morte del sovrano e del suo erede, ma anche un'ondata di indignazione in tutta Europa. La Monarchia, che fino ad allora aveva retto le sorti del Portogallo, si trovò improvvisamente sul baratro.

Dopo la Monarchia la repubblica

La morte di Re Carlo e del principe Luigi Filippo fu l'inizio del declino del Portogallo. La Monarchia riuscì a sopravvivere per altri 33 mesi sotto Re Manuele II, ma la repubblica,riuscì a prendere il suo posto. 

Da allora il Portogallo va verso il declino. La prima repubblica fu segnata da eventi sanguinosi, seguita dalla dittatura di Salazar, in seguito la seconda e poi la terza repubblica, spesso percepite come sistemi falliti e corrotti.

Nostalgia della Monarchia

Nonostante il passare degli anni, il popolo portoghese conserva un profondo rispetto e amore per la Monarchia. Questo sentimento è alimentato dalla percezione del fallimento della repubblica, con diversi governi deboli ed instabili e pieno di corruzione. La nostalgia per i tempi della Monarchia riflette il desiderio di un Portogallo stabile ed orgoglioso.

Considerazioni

Il regicidio in Portogallo è un esempio che spesso per rovesciare un sistema monarchico, la repubblica prende il potere con la violenza, causando poi instabilità e portando il Paese verso il declino. 

Che questo tragico episodio storico servi da monito sulla nascita di una repubblica corrotta, violenta ed instabile .

W la Monarchia !!!

domenica, gennaio 21, 2024

Repubblica uccide Re Luigi XVI

231 anni fa la repubblica francese uccideva Luigi XVI

21 gennaio 1793

Luigi XVI Re di Francia fu ucciso dai repubblicani, il 21 gennaio 1793 in Piazza della Rivoluzione, a Parigi.

Per questi violenti rivoluzionari la figura del Re era imbarazzante e decisero di eliminarlo, basta ricordare una frase espressa da Saint Just durante l'iniquo processo al Re Luigi XVI : "Non vogliamo giudicare il Re, vogliamo ammazzarlo".

Re Luigi XVI iniziò la sua ultima giornata con la messa celebrata dal suo confessore. Prima di affrontare il patibolo, lasciò istruzioni a Cléry per la sua famiglia e intraprese il viaggio con dignità in una carrozza riservata. Durante il percorso di due ore, pregò e leggeva i salmi. Giunto a Piazza della Rivoluzione, accettò il destino con stoica accettazione, pronunciando le sue ultime parole ai francesi : "Muoio innocente di tutti i crimini che mi sono imputati. Perdono i responsabili della mia morte e prego Dio che il sangue che state per versare non ricada mai sulla Francia".

In seguito Papa Pio VI elevò il Re Luigi XVI a martire (Enciclica Quare lacrymae), poiché la sua morte fu una conseguenza del furore satanico e anti-cattolico della Rivoluzione.

La rivoluzione francese ci ha portato verso la decadenza nella quale viviamo, che ha forte analogie col comunismo, che ambedue hanno partorito stati totalitari che controllano il popolo con il terrore, uccidono le famiglie regnanti, attacchi contro la religione, ... la ghigliottina e il Gulag i loro strumenti.

La storia ci insegna che la repubblica francese ha inventato i tribunali rivoluzionari con i quali i vandeani sono stati massacrati e ci spiega che il comunismo ed il nazismo si riferiscono alla Rivoluzione francese del Terrore.

Lenin considerava il bolscevico come il perfetto giacobino : «La ghigliottina non era che uno spauracchio che spezzava la resistenza attiva. Questo non basta. Noi non dobbiamo solo spaventare i capitalisti, cioè far loro dimenticare l’idea di una resistenza attiva contro di esso. Noi dobbiamo spezzare anche la loro resistenza passiva».

Ecco cose disse l'intellettuale Balzac : "il giorno in cui abbiamo tagliato la testa del re è come se avessimo tagliato la testa di tutti i padri di famiglia".

Raymond Poincaré :"la morte di Luigi XVI è stato un suicidio collettivo".


giovedì, gennaio 11, 2024

Il Re per salvare il Nepal

Sempre più nepalesi chiedono al Re Gyanendra di salvare il Nepal

5 gennaio 2024

Nel Nepal, diventato una repubblica, crescono le richieste di reintroduzione della Monarchia, e per la prima volta il Re Gyanendra ha reagito a tali appelli durante un discorso a Bhairahawa, evidenziando la necessità di costruire e salvaguardare la Nazione. 

Dal 2020, nel Nepal c'è un forte aumento delle proteste a favore della Monarchia, e diverse manifestazioni hanno segnalato la crescente insoddisfazione verso il sistema repubblicano. 

Il Re Gyanendra, dopo anni di discrezione, ha mostrato un maggiore sostegno alle richieste dei  nepalesi, ed il suo tour attraverso il Paese è stato un segno tangibile del suo coinvolgimento nella situazione.

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Il Re Gyanendra

Il Re Gyanendra Shah e la regina Komal erano in visita a Bhairahawa, nel distretto di Rupandehi. Durante il discorso di Capodanno, il re ha affrontato apertamente le voci che chiedono il suo ritorno, ed ha dichiarato : "Ovunque vada, sento le voci della gente che dicono: 'Re, vieni e salva il paese'". Questa dichiarazione enfatizza il desiderio crescente di un cambio istituzionale nel Paese.

Il Re Gyanendra ha criticato apertamente il sistema repubblicano, sottolineando la mancanza di adempimento alle promesse fatte durante la transizione. Ha evidenziato la disillusione crescente dovuta alla corruzione e all'inefficienza dell'esecutivo, e questo ha contribuito ad un deterioramento generale del Paese, suscitando preoccupazioni.

Il Re Gyanendra ha anche affermato che il Nepal, un tempo ammirato per i suoi forti valori identitari, ora affronta un periodo di crisi.Ha ricordato l'antica cultura intellettuale, la diversità religiosa e il ricco patrimonio del Paese ed ha sottolineato il cambiamento negativo nell'immagine del Nepal agli occhi degli stranieri, esortando alla fine di una tendenza che sta svuotando il paese.

Il re del Nepal ha esortato all'unità nazionale, alla valutazione completa della situazione e alla prospettiva di un futuro positivo. Ha sottolineato la necessità di utilizzare le risorse interne per far avanzare il Paese ed ha criticato la fuga di giovani nepalesi all'estero a causa di problemi come la povertà, la disoccupazione e il sistema educativo inefficiente.

Re Gyanendra ha concluso sottolineando l'importanza di preservare i luoghi sacri, inclusi i patrimoni come Lumbini, il luogo di nascita di Buddha. 

Ha enfatizzato che, nonostante le sfide, il Nepal è ancora un paese meraviglioso con un potenziale significativo che può essere sfruttato per il bene della nazione.

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Alcune frasi espresse dal Re del Nepal : "Dovrebbe esserci un cambiamento e una riforma globale nell'attuale tendenza a rendere il paese vuoto. Le persone che si rispettano si sono rese conto che il nostro glorioso Paese, noto per valore, abilità, coraggio e alti valori, ora viene guardato da tutti, guardato con gli occhi spalancati e si sta umiliando. Stiamo diventando sempre più dipendenti e dipendenti. L’era della politica virtuosa è passata. Viviamo in un clima freddo. Restiamo ora uniti. Bruciamo il fuoco dell'odio con l'odio. Prima spegniamo questo incendio insieme. Non c’è limite alla fortuna, né dovrebbe esserlo. Ora unisci i pezzi rotti. Adesso liberiamo l'ingiustizia e la tirannia. Non cospirare ancora e ancora. Proteggiamoci dagli inganni di queste persone.'

Il Richiamo alla Monarchia e la Speranza per il Futuro

Il discorso di Re Gyanendra Shah riflette la crescente richiesta di un ritorno alla Monarchia nel Nepal. Il deterioramento del paese viene paragonato alla ruggine che minaccia di erodere la sua identità.

Per adesso vediamo come evolverà questa situazione nel panorama politico nepalese, ma l'ex sovrano ha chiaramente espresso la sua visione di un futuro positivo per il Nepal.

VIDEO

sabato, novembre 25, 2023

Il Nepal vuole la Monarchia

Forte manifestazione per la Monarchia in Nepal, un grido contro il fallimento della repubblica

23 novembre 2023

In un'atmosfera carica di tensione, decine migliaia di manifestanti si sono riversati per le strade di Kathmandu per chiedere con forza il ritorno della Monarchia abolita nel 2008. La risposta brutale della polizia ha suscitato violenze e tensioni. 

Al centro del malcontento c'è la delusione causata dal fallimento della repubblica che ha portato alla corruzione dilagante ed ad una situazione economica, sociale e politica peggiorata.


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Manifestazione 

Le autorità avevano vietato le proteste nelle zone chiave della città, e la polizia antisommossa ha usato manganelli e gas lacrimogeni per impedire a migliaia di sostenitori del Re Gyanendra di marciare verso il centro della capitale.  Questa reazione ha alimentato ulteriormente il malcontento tra i nepalesi.

I manifestanti, provenivano da tutto il Nepal, esprimevano lealtà al Re Gyanendra, chiedevano il ripristino della Monarchia, abolita nel 2008 e criticavano il governo ed i partiti politici per la corruzione e malgoverno.

"Amiamo il nostro Re e il nostro Paese più delle nostre vite. Riportare la Monarchia e abolire la repubblica" sono stati gli slogan scanditi all'unisono dalla folla, accusando il governo ed i partiti politici di corruzione e malgoverno.

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Il fallimento della repubblica

La Monarchia nepalese, durata 239 anni, è stata abolita nel 2008, un cambiamento istituzionale considerato come l'unico modo per porre fine all'insurrezione maoista. Questo ha portato ad una forte instabilità politica con oltre 10 cambi di governo, ostacolando lo sviluppo economico e spingendo molti giovani a cercare lavoro all'estero.

Nonostante l'abolizione della Monarchia fosse vista come un passo verso un futuro più prospero, la realtà attuale nel 2023 è di completa delusione.  La situazione catastrofica è paragonata a quella del 2008, e la Costituzione è stata adottata solo nel 2015, sette anni dopo il cambiamento istituzionale.

Il Nepal è stato dichiarato uno stato laico nel 2007 con una costituzione provvisoria.

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Nostalgia per la Monarchia

La recente protesta riflette la crescente insoddisfazione nei confronti della repubblica e la nostalgia per la Monarchia, e la richiesta di un ritorno a un Nepal indù e monarchico è sempre più forte. 

Dalla situazione attuale è evidente il fallimento della repubblica che non solo non ha rispettato le promesse fatte, ma la situazione economica, sociale e politica è peggiorata, alimentando il desiderio di cambiamento.  

La discussione sulla restaurazione della Monarchia continua ad accendersi, e la voce dei monarchici si fa sempre più sentire.

Viva la Monarchia !

VIDEO

lunedì, novembre 20, 2023

Regina d'Italia Margherita

La nascita di Margherita di Savoia, la Prima Regina d'Italia

20 novembre 1851

Sua Maestà la Regina Margherita d'Italia è nata a Torino il 20 novembre 1851.
Il destino di Margherita si lega indissolubilmente al principe Umberto di Savoia, erede al trono. Il 22 aprile 1868, nel maestoso Palazzo Reale di Torino, Margherita diventa la consorte di Umberto.
Come consorte di Umberto I di Savoia è la prima Regina d'Italia poiché la moglie di Vittorio Emanuele II, Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena, era morta nel 1855 e quindi prima della proclamazione del Regno d'Italia avvenuta nel 1861.

A Napoli l'11 novembre 1869 nasce l'unico figlio della coppia, Vittorio Emanuele, destinato a diventare il principe ereditario ed in seguito, il Re d'Italia. 

Dopo la prematura morte di Re Umberto I, Margherita assume il ruolo di Regina Madre. 

La sua vita diventa un esempio di dedizione al bene comune, concentrandosi su opere di beneficenza e sostenendo la crescita delle arti e della cultura. Margherita diventa un punto di riferimento per artisti e letterati, contribuendo alla fondazione di importanti istituzioni culturali.

Il 4 gennaio 1926, la Regina Margherita lascia questo mondo a Bordighera, ed il suo impegno per il bene pubblico e il suo sostegno alle arti sono ancora ricordate . 

La Regina Margherita riposa al Pantheon di Roma, insieme solo al Re Vittorio Emanuele II ed al Re Umberto I, in quanto la "piccola repubblica italiana"  continua ad avere la pretesa di impedire che le salme di tutti i Re e Regine d'Italia possano finalmente essere tumulate.


martedì, luglio 18, 2023

Fallimento della repubblica in Afghanistan

50 anni di repubblica in Afghanistan. Un fallimento ! 

50 anni fa  (17 luglio 1973) in Afghanistan la Monarchia veniva abolita con un colpo di stato, un evento che segna l'inizio della instabilità politica e della crisi del paese. Nel corso degli anni successivi, l'Afghanistan ha dovuto subire  guerre civile, l'ascesa dei talebani, una continua instabilità politica e la mancanza di Libertà. In questo articolo  sottolineo i vantaggi della  Monarchia rispetto alla repubblica.

L'ultimo sovrano dell'Afghanistan, Mohammad Zaher Shah, aveva guidato il suo paese verso un'era di progresso e modernizzazione. Dopo aver completato parte della sua formazione in Francia, Zaher Shah aveva apportato significative riforme costituzionali nel 1964, trasformando l'Afghanistan in una Monarchia parlamentare. Aveva anche promosso l'adesione dell'Afghanistan alle Nazioni Unite ed aveva sostenuto i diritti delle donne, che erano libere di indossare abiti occidentali. L'eredità di Zaher Shah ha gettato le basi per una società più aperta e progressista.

Purtroppo il 17 luglio 1973 il re Zaher Shah dell’Afghanistan, che regnò dal 1933 al 1973, fu deposto da un colpo di stato attuato da un gruppo di ufficiali sobillati dall'Urss, preludio all'invasione sovietica di sei anni più tardi.  Zaher Shah  scelse di non opporre resistenza ed accettò l'esilio per evitare spargimenti di sangue.

Da allora era vissuto in esilio in Italia, a Roma, prima di rientrare in patria nel 2002. Muore il 23 luglio 2007 morì all'età di 92 anni a Kabul.

 Il 24 agosto 1973, è stata proclamata la repubblica, un evento che segna la fine di una lunga tradizione monarchica nel paese ed che pone le basi per la decadenza del paese. Negli anni successivi all'abolizione della Monarchia, l'Afghanistan ha vissuto un periodo di instabilità politica cronica. Tra il 1973 e il 1992, si sono succeduti vari presidenti, ma il paese non è mai riuscito a raggiungere una stabilità duratura. Nel 1996, i talebani hanno preso il potere,e instaurando uno stato islamico e durante il regime talebano, l'Afghanistan ha vissuto un periodo di repressione e violazioni dei diritti umani.

Confrontando quello che è avvenuto durante la Monarchia e la repubblica, è mio convincimento che se ci fosse sempre stata la Monarchia, l'Afghanistan sarebbe un Paese migliore.

La Monarchia è un sistema istituzionale stabile e duraturo, in cui il capo di Stato è un simbolo di unità e continuità per la Nazione. La figura del sovrano, come il Re Zaher Shah, era un un punto di riferimento per il popolo afghano, offrendo stabilità e guida nella politica nazionale. La sua esperienza, saggezza e lungimiranza avrebbero potuto contribuire a prevenire il caos politico e sociale che ha seguito l'abolizione della monarchia nel 1973.

Inoltre, la Monarchia può essere un fattore unificante per un paese multietnico come l'Afghanistan. Il Re Zaher Shah era rispettato e ammirato dalle numerose etnie e tribù, e la sua figura poteva superare le divisioni etniche e religiose che hanno spesso causato conflitti nella storia afghana. La Monarchia avrebbe potuto fungere da collante sociale, promuovendo la coesione nazionale e mitigando le tensioni interne.

Per quanto riguarda la lotta contro il terrorismo dei talebani, la Monarchia avrebbe potuto affrontare questa minaccia in modo più efficace. La figura del sovrano, con il suo potere simbolico e la sua autorità morale, avrebbe potuto unire il paese nella lotta contro il terrorismo e mobilitare risorse e sforzi a livello nazionale.

Infine, la monarchia offre una forma istituzionale che può garantire una maggiore protezione delle libertà individuali e dei diritti umani. Mentre la repubblica afghana ha affrontato violazioni dei diritti umani, soprattutto per le donne e le minoranze, la monarchia avrebbe potuto promuovere una società più inclusiva e progressista. Il Re Zaher Shah, durante il suo regno, ha dimostrato un impegno nei confronti dei diritti delle donne, consentendo loro di indossare abiti occidentali. Questo è solo un esempio di come una monarchia aperta e progressista avrebbe potuto promuovere il rispetto dei diritti umani.

C'è anche da considerare che dopo il rovesciamento del regime talebano, il Re spese il suo prestigio ed influenza per agevolare e rafforzare l'avvento al potere del presidente Hamir Karzai, al pari di lui pragmatico e filo-occidentale.


martedì, giugno 13, 2023

Umberto lascia l'Italia

Il Re Umberto II di Savoia lascia l'Italia

13 giugno 1946

Senza verificare la regolarità del voto, nella notte tra il 12 e 13 giugno, il Governo "in spregio alle leggi ed al potere indipendente e sovrano della Magistratura" (come disse Umberto II) nomina Alcide De Gasperi capo provvisorio dello stato.

Di fronte al rischio di scatenare una guerra civile in quello stesso giorno il Re Umberto II decise di lasciare l'Italia per raggiungere il Portogallo.

La repubblica nasce con i brogli,

col sangue (strage di via Medina a Napoli) 

e con un colpo di Stato.

Comincia la repubblica ed il declino dell'Italia ....

W Re Umberto II !

W la Monarchia !


domenica, giugno 11, 2023

Monarchici uccisi in via Medina di Napoli

La strage di via Medina a Napoli : la polizia ausiliaria uccide giovani monarchici, oltre 150 feriti.

11 giugno 1946

Per chi non lo sapesse, ricordo quello che avvenne l'11 giugno del 1946 in via medina di Napoli : un maledetto giorno di sangue in cui diversi giovani, alcuni tra i 12 e 14 anni, furono uccisi dal fuoco della polizia, ed altre 150 persone rimasero ferite. 

Ovviamente la repubblica ha sempre cancellato questo eccidio, un giorno mai raccontano nei libri di storia ed in televisione.. . 

Gli autori di questa brutale repressione anti monarchica furono gli ausiliari di pubblica sicurezza, voluti dal Ministro dell'Interno Romita, che riuscì a falsificare i risultati del referendum tra Monarchia e repubblica ...

Il 10 giugno la Corte di Cassazione ufficializza il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ma non proclama la repubblica in attesa di esaminare le numerose contestazioni.

La repubblica non è MAI stata proclamata !

Il governo De Gasperi cerca un accordo con il Re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, ma la Corona rifiuta, in attesa che sia fatto chiarezza sui risultati del referendum. 

Non solo le contestazioni non furono esaminate, ma le schede furono cancellate ...

A questo punto i monarchici protestano, ed a Napoli davanti alla sede del PCI, in via Medina, accanto alla bandiera rossa con falce e martello, è esposta una strana bandiera tricolore, con l’effigie di una testa di donna turrita nel campo bianco al posto dello stemma sabaudo.

Per Napoli, che ha votato per l’80% la Monarchia, è una provocazione.

In via Medina scoppia una violenta battaglia, risolta dalle mitragliatrici della polizia ausiliaria (repubblicani) che spara sui dimostranti: sul terreno restano diversi morti e decine di feriti, tutti monarchici.

Due giorni dopo Umberto II lascia l'Italia per evitare una guerra civile...

La storiografia repubblicana non ricorda questo eccidio che, in questo modo, continua ad uccidere quei giovani italiani, colpevoli solo di manifestare apertamente e pacificamente i loro ideali e la contrarietà all'esito falsificato del referendum istituzionale.

I giovani morti in via Medina, uccisi solo per essere rimasti fedeli al Re ed alla Patria : Ida Cavalieri (19 anni), Vincenzo Di Guida (20 anni), Gaetano D'Alessandro (16 anni), Mario Fioretti (21 anni), Michele Pappalardo (22 anni), Francesco D'Azzo (21 anni), Guido Beninato, Felice Chirico, Carlo Russo (14 anni).


venerdì, giugno 02, 2023

2 giugno festa dei brogli

Festa della repubblica
Festa dei brogli !

2 giugno

Massimo Caprara ricorda quello che disse Palmiro Togliatti sul referendum Monarchia repubblica (Lui era il suo segretario) : 

"Quando un parto non esce bene bisogna aiutarla"

Il parto era la nascita della repubblica, ed evidentemente gli aiuti sono stati i brogli dei risultati e la decisione (illegittima) di non ricontrollare le schede. 

Togliatti aveva ordinato di distruggere le schede, e quindi non era possibile fare la verifica .....




2 giugno vinse la Monarchia

La scomoda verità repressa da 77 anni, è venuta fuori in diretta sul TG1 : 'Il 2 giugno 1946, gli italiani furono chiamati a scegliere tra Monarchia e repubblica. E scelsero la Monarchia'

2 giugno 2023

Oggi durante la diretta della cerimonia del 2 giugno all’Altare della Patria, la giornalista del TG1 Elisa Anzaldo ha detto una frase che non avrebbe mai potuto dire proprio oggi, cioè : 

"Il 2 giugno gli italiani furono chiamati a scegliere tra Monarchia e repubblica, e scelsero la Monarchia"

Al contrario di quello che si dice, quello che ha detto la giornalista non è stato un lapsus, ma piuttosto non è riuscita a controllare quello da sempre c'è nella sua mente, cioè che nel 1946 vinse la Monarchia e non la repubblica.

Molti italiani sanno benissimo che i risultati del referendum del 1946 furono falsificati, e che la Monarchia aveva vinto, ma per convenienza e conformismo molte persone non hanno il coraggio di dirlo in pubblico.

Queste scomoda verità è stata repressa da 77 anni, ma ogni tanto la Verità viene fuori, in quanto rimane sempre nell'inconscio e che non può essere cancellata e sempre controllata.  

Il 2 giugno 1946, gli italiani furono chiamati a scegliere tra Monarchia e Repubblica. E scelsero la Monarchia"

Viva la Monarchia !

Leggi anche : 2 giugno non è giorno di festa


Doodle del Regno d'Italia

Se i risultati del referendum Monarchia repubblica del 1946 non fossero stati falsificati, l'Italia sarebbe ancora un Regno !!!

2 giugno 2023

Ecco come dovrebbe essere il Doodle del 2 giugno 2023 :




W il Regno d'Italia!

I doodle sono divertenti e varianti naturali del logo di Google usati per celebrare feste , eventi, e personaggi storici di rilievo nella homepage di Google. 


martedì, maggio 02, 2023

Guareschi e il giornalismo italiano

Guareschi e la sua eredità giornalistica : il suo impegno dovrebbe essere seguito dai giornalisti attuali !

1 maggio 2023

Oggi 115 anni nasceva Giovannino Guareschi, e questo articolo è un omaggio a questo grande scrittore, giornalista e umorista italiano, diventato famoso anche per aver creato i personaggi di Don Camillo e Peppone, poi trasportato in film conosciuti in tutto il mondo.

Il suo impegno politico era molto importante nella sua vita. Schiettamente monarchico si batté per questa idea con passione ed  era convinto che la monarchia fosse la forma di governo migliore per l'Italia e che solo un Re avrebbe potuto garantire stabilità e continuità al paese. 

Quando si svolse il referendum istituzionale, il 2 giugno 1946, sostenne la scelta monarchica e dopo gli esiti denunciò i brogli . Era convinto (come ancora oggi da molti italiani..) che il referendum fosse stato falsato e che la scelta repubblicana non fosse stata la scelta del popolo italiano. 

Anticomunista, conservatore, cattolico praticante, monarchico e fervente patriota, Guareschi polemizzò con la politica repubblicana, in contrapposizione alle idee prese dalla Democrazia Cristiana, e più in generale al conformismo nella società italiana, anticipando di alcuni anni talune critiche al Sessantotto. 

Guareschi criticò anche le innovazioni in campo religioso introdotte dal Concilio Vaticano II (difendendo la Messa in latino) e più in generale il progressismo religioso, difendendo la tradizione cattolica da quella che definì ironicamente "depacellizzazione".

Da grande umorista criticò egualmente la cultura del comunismo sovietico e quella dell'eccessivo consumismo capitalista americano. La fervente ironia ha reso Guareschi uno dei più lucidi critici del Pci, famosissime sono molte sue vignette, come "Obbedienza cieca, pronta, assoluta" per deride i militanti comunisti, cosiddetti «trinariciuti», e lo slogan: "Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no!". 

Ricordo che Re  Umberto II di Savoia dall'esilio lo insignì dell'onorificenza di Grand'Ufficiale della Corona d'Italia.

Le sue idee politiche ed il suo conflittuale rapporto con il potere costituito, in qualsiasi forma esso fosse rappresentato, non solo rappresentano un importante capitolo della storia politica italiana ma ancor oggi sono un esempio da seguire da tutti, soprattutto dai giornalisti attuali che evitano di criticare il potere o di porre domande scomode.

In un'epoca in cui i media sono controllati e strumentalizzati dal potere politico ed economico, la figura di Guareschi è  un monito per tutti coloro che credono nella libertà di espressione e nell'indipendenza del giornalismo. 

lunedì, maggio 01, 2023

1° maggio senza lavoro

Festa del primo maggio senza lavoro cosa c’è da festeggiare?

1 maggio 2023

Il primo maggio dovrebbe essere un giorno di festa nel quale si celebrare il lavoro ed i diritti dei lavoratori, ma come si può festeggiare se la disoccupazione aumenta, troppi lavoratori italiani sono sfruttati e pagati male , privi di prospettive e di dignità ?

Mi domando: se la nostra Repubblica si fonda sul lavoro, come può permettersi di non tutelare l'occupazione ? Non è forse questo un fallimento totale, una dimostrazione della sua inadeguatezza e della sua incapacità di proteggere i lavoratori e di garantire un futuro dignitoso per tutti ?

Di fatto la repubblica ha dimostrato di essere incapace di tutelare l'occupazione e di garantire un futuro dignitoso agli italiani, in quanto la disoccupazione dilaga, le aziende e negozi chiudono, senza contare il tessuto sociale minacciato dall'insicurezza economica.

La repubblica ha tradito i cittadini, ha preferito fare affari con le multinazionali ed i poteri forti, piuttosto che proteggere i diritti dei lavoratori e garantire un futuro dignitoso per tutti. È inaccettabile che ci siano milioni di italiani senza lavoro, costretti ad affrontare la disoccupazione, la povertà e l'umiliazione.

La disoccupazione non è solo un problema economico, è un'umiliazione per chi non trova lavoro, una condanna per coloro che non riescono a sbarcare il lunario ed un'ingiustizia per coloro che sono costretti a vivere nella povertà.

Con quale coraggio si festeggia il primo maggio quando la situazione è così drammatica ?





lunedì, marzo 27, 2023

238 anni fa nasceva Luigi XVII

238 anniversario della nascita di Luigi XVII, vittima innocente della follia dei repubblicani 

27 marzo 1785

238 anni fa la nascita di Luigi XVII, vittima innocente della follia dei rivoluzionari della repubblica francese, che morì all'età di 10 anni a causa dei maltrattamenti durante quasi 3 anni di prigionia disumana durante la rivoluzione francese.

Luigi Carlo di Borbone è nato a Versailles, il 27 marzo 1785 ed è morto a Parigi, 8 giugno 1795, 3°  figlio, secondo maschio, di Luigi XVI di Francia e della Regina Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena. Alla nascita fu insignito del titolo di duca di Normandia, ma dopo la morte del fratello maggiore, il delfino Luigi Giuseppe, avvenuta nel 1789, divenne il nuovo delfino di Francia. 

Dopo la morte del padre il Re Luigi XVI, ghigliottinato il 21 gennaio 1793, fu considerato re di Francia e di Navarra col nome di Luigi XVII anche se era imprigionato dai repubblicani. 

Il bambino fu separato dalla madre per essere affidato alle cure di Antonio Simon, un ciabattino analfabeta, con lo scopo di educarlo da repubblicano.  Il piccolo Re sarebbe stato addirittura stuprato da delle prostitute con l'intento di infettarlo con malattie veneree e gettare ulteriore discredito sulla regina Maria Antonietta.  Luigi Carlo fu costretto a firmare una falsa dichiarazione in cui accusava la madre e la zia, Madame Elisabetta, di averlo iniziato a pratiche incestuose. Al processo la regina Maria Antonietta si difese con dignità, lasciando intendere che suo figlio era stato evidentemente costretto a rendere quelle dichiarazioni.

Dopo la morte dei suoi genitori, il bambino fu imprigionato nella Torre del Tempio a Parigi e la sua salute e le sue condizioni di vita peggiorarono rapidamente a causa della malnutrizione e della malattia e morì il 10 giugno 1795, a soli 10 anni. Il medico legale che accertò le cause della morte del giovane Delfino, riuscì a portare illegalmente fuori dalla prigione il cuore del piccolo principe con l'intento di lucrarvi e poi divenne oggetto di una lunga e tortuosa vicenda che lo portò a passare di mano in mano attraverso diversi Paesi europei, fino a tornare infine in Francia.

Nel 2000 la reliquia del cuore di Luigi XVII, da sempre considerata autentica dai monarchici, fu oggetto di accurate analisi del DNA che hanno confermato l'autenticità.

Il 8 giugno 2004, dopo 209 anni dalla sua morte, il cuore di Luigi XVII, l'ultima parte integra del suo corpo, ha ricevuto una messa funebre solenne e successivamente è stato traslato nella Basilica di Saint-Denis, situata vicino a Parigi, dove sono conservati i corpi e i cuori dei suoi antenati, i re di Francia. La sua autenticità è stata confermata dopo quattro esami del DNA. 

La sua tomba nella Basilica di Saint-Denis, vicino Parigi, dove sono conservati i corpi e i cuori dei suoi antenati re di Francia, è meta di costanti pellegrinaggi da parte dei monarchici e dei francesi che vedono nella figura del giovane Delfino il primo eroico baluardo di fronte alle ideologie violente nate dalla Rivoluzione francese.


giovedì, marzo 16, 2023

Ritorno in Italia dei Savoia, 20 anni fa

20 anni fa il ritorno in Italia dei Savoia, il principe Vittorio Emanuele, la principessa Marina Doria ed il principe Emanuele Filiberto a Napoli

15 marzo 2023

Esattamente 20 anni fa (15 marzo 2003) la famiglia reale d'Italia, il principe Vittorio Emanuele di Savoia, la moglie Marina Doria ed il figlio, il principe Emanuele Filiberto, tornarono in Italia dopo 57 anni d’esilio.

Un anno prima il governo di Berlusconi aveva espresso il suo parere favorevole al rientro dei Savoia ed il parlamento italiano nel 2002 aveva approvato in via definitiva il cambiamento dell’articolo della Costituzione che proibiva agli eredi maschi di Casa Savoia di rientrare in Italia. 

L’esilio ebbe inizio subito dopo il referendum Monarchia repubblica del 2 giugno 1946 ed il 14 giugno Re Umberto II lasciò l'Italia per vivere in esilio in Portogallo.

Il 15 luglio 2002 la Gazzetta Ufficiale aveva pubblicato la legge costituzionale che annullava gli effetti del primo e del secondo comma della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione, mentre è rimasto valido, ed è tuttora nella Costituzione, il 3° comma che riguarda i beni dei Savoia.

Il testo della norma : "I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici né cariche elettive.

Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l'ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale.

I beni, esistenti nel territorio nazionale, degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, sono avocati allo Stato. I trasferimenti e le costituzioni di diritti reali sui beni stessi, che siano avvenuti dopo il 2 giugno 1946, sono nulli."

Le legge costituzionale fu approvata con due votazioni a maggioranza assoluta da entrambe le camere, (contro Rifondazione Comunista, il Partito dei Comunisti Italiani, parte dei Verdi ed alcuni deputati e senatori della Margherita e dei Democratici di Sinistra. La Lega si astenne, perché sosteneva il federalismo e criticava l’unificazione nazionale).

Il 15 marzo 2003, alle 14:45, da un aereo Falcon 900 proveniente da Ginevra il principe Vittorio Emanuele di Savoia, la moglie Marina Doria ed il figlio, il principe Emanuele Filiberto, atterrarono all’aeroporto napoletano di Capodichino. 

Scelsero Napoli perché Re Umberto II, era molto amato dalla città e lo stesso Vittorio Emanuele nacque a Napoli, nel 1937, da dove con la nave lasciò l'Italia, insieme alla regina Maria Josè ed alle sue sorelle, le principesse Gabriella, Maria Pia e Beatrice. Quando ci fu il referendum istituzionale il 2 giugno 1946, a Napoli la monarchia ottenne il 79% dei voti , senza dimenticare che a febbraio del 1944, il governo italiano e la monarchia si trasferirono a Salerno, che divenne di fatto capitale del Regno. 


venerdì, febbraio 10, 2023

10 Febbraio ricordo delle Foibe

10 febbraio : ricordiamo le foibe e l'esodo degli italiani che vivevano in Istria e in Dalmazia

QUESTI  ITALIANI SONO STATI ABBANDONATI 
DALLA  REPUBBLICA ITALIANA  !!!

Solo dopo quasi 60 anni da quei drammatici eventi, (Legge n. 92 del 30 marzo 2004) la repubblica italiana ha istituito questa ricorrenza.

Il comportamento della repubblica nei confronti degli italiani che vivevano in Istria e Dalmazia è vergognoso, che invece di difenderli li ha abbandonato preferendo tenersi buoni i rapporti con i comunisti.

Per il PCI il comunismo era un valore superiore a quello di Patria e di Nazione, e collaborarono con il governo jugoslavo fino ad appoggiare le pretese di Tito sulla Venezia Giulia.

Invece di chiedere scusa agli italiani e di aprire una discussione, il regime repubblicano ha dato ordine di nascondere questa tragedia, tanto che nei libri scolastici non compare la drammatica tragedia degli istriani.

Molti italiani furono costretti a lasciare le loro case, altri addirittura furono uccisi dai partigiani comunisti di Tito, o gettati (molti ancora vivi) nelle foibe dove trovarono la morte dopo una lunga agonia tra atroci sofferenze.

A Trieste la "Liberazione" coincise con l'arrivo delle truppe partigiane e comuniste del maresciallo Tito, che per 40 giorni imperversarono a Trieste torturando, uccidendo e deportando migliaia di cittadini, colpevoli solo di essere italiani o anticomunisti.


lunedì, febbraio 06, 2023

Si celebra il primo re del Nepal

L'anniversario della nascita del primo re Prithwi Narayan del Nepal è giorno festivo e festa nazionale

11 gennaio 2023

Il nuovo governo del Nepal ha dichiarato giorno festivo il compleanno di Prithvi Narayan, ed in occasione del 301° anniversario della nascita del primo re del Nepal unificato anche il presidente Bhandari ha deposto dei fiori sulla statua del Re.

Prithvi Jayanti (il compleanno di Prithvi Narayan Shah) e Giorno dell'unificazione nazionale è un'osservanza che si celebra l' 11 Gennaio per commemorare la nascita del re Prithvi Narayan Shah, che fu il primo re del Nepal unificato. 

Prithvi Jayanti è stato celebrato come un giorno festivo dal 1951 fino alla sua abolizione nel 2006 ma nel 2023 il governo lo ha dichiarato festa nazionale.

Moltissimi nepalesi voglio la Monarchia e nell'anniversario della nascita di Prithvi Narayan, il fondatore della dinastia Shah, una folla si è radunata alla statua del primo re del Nepal per rendere omaggio al Re.

Negli anni precedenti queste manifestazioni a sostengo della monarchia si erano svolte con scontri tra manifestanti e polizia, ma quest'anno visto la decisione del governo, la manifestazione è stata pacifica, con la polizia in tenuta antisommossa, e con i partecipanti che sventolavano bandiere, suonando musica e cantando slogan per lodare la monarchia.

La repubblica non ha mantenuto le sue promesse, la situazione economica, sociale e politica è peggiorata, i movimenti monarchici sono sempre più popolari e sempre più nepalesi vorrebbero che ritornasse la Monarchia.

Prithvi Narayan Shah nacque l'11 gennaio 1722 a Gorkha Palace, figlio del sovrano Nara Bhupal Shah di Gorkha, della dinastia Shah che regnava già dal 1559. Lui riuscì ad unificare lo stato diviso in 52 piccoli principati, ed il regno del Nepal è durato fino al 2008, quando c'è stata la proclamazione della Repubblica.


mercoledì, febbraio 01, 2023

Regicidio in Portogallo

Il Re Carlo I del Portogallo e il principe ereditario Luigi Filippo uccisi dai repubblicani.

1 febbraio 1908

Oggi ricorre il 115° anniversario del più tragico episodio della storia del Portogallo, che sarà per sempre conosciuto come Il regicidio, in quanto il 1° febbraio 1908, il Re Carlo I ed il principe ereditario Luigi Filippo furono  assassinato, rispettivamente all'età di 44 e 20 anni.

A Lisbona (Portogallo) un gruppo di terroristi, sostenuto dalla Massoneria e dai repubblicani del Partito Repubblicano Portoghese, con un agguato, uccisero a fucilate il Re Carlo I e il principe Luigi Filippo, duca di Braganza, erede al trono.

La morte del re Carlo (figlio di Maria Pia di Savoia) e del principe causarono indignazione in tutta Europa.

La Monarchia riuscì a resistere per altri 33 mesi (Re Manuele II), poi la repubblica si impose, causando una ulteriore escalation della violenza e corruzione nella vita pubblica del paese.

Dopo la prima repubblica, violenta e sanguinaria, è arrivata la 2° repubblica (la dittatura Salazar), e quindi l'attuale 3° repubblica fallita e corrotta...

I portoghesi, consapevoli del fallimento della repubblica, continuano ad avere amore e rispetto per la Monarchia.

W la Monarchia !!!


sabato, gennaio 21, 2023

Conte di Parigi ricorda il padre e Luigi XVI

 

Omaggio al defunto conte di Parigi ed a Luigi XVI Re di Francia

21 gennaio 2023

Il principe Jean d'Orléans, Conte di Parigi , ha pubblicato un messaggio per esprimere il suo omaggio al defunto padre ed a Luigi XVI Re di Francia, ambedue morti nello stesso giorno, il 21 gennaio.

Suo padre, il principe Henri d'Orléans, morì il 21 gennaio 2019 nello stesso giorno della uccisione di Re Luigi XVI dai repubblicani, avvenuta il 21 gennaio 1793, in Piazza della Rivoluzione, a Parigi.

Ecco il messaggio :

Il 21 gennaio segna un doppio doloroso anniversario per la Casa Reale di Francia, e molto più in generale, per la nostra Nazione.

Quattro anni fa, mio ​​padre, il compianto monsignor conte di Parigi, morì nella sua casa parigina. Per tutta la vita ha avuto un solo desiderio, come suo padre prima di lui: servire la Francia e il popolo francese. Voglio onorare questa eredità, nella lunga tradizione dei re che hanno fatto la Francia.

Il 21 gennaio 2019 mio padre si preparava a partecipare alla messa in memoria del re Luigi XVI organizzata a Saint-Germain-l'Auxerrois. In questo giorno commemoriamo il 230° anniversario della tragica morte di questo sovrano cristiano.

"Muoio innocente di tutti i crimini che mi sono stati attribuiti. Perdono gli autori della mia morte. Prego Dio che il sangue che stai per versare non cada mai sulla Francia". 

Le ultime parole del Re prima di salire sul patibolo risuonano ancora nella nostra memoria. Un esempio da seguire sulla via del vero perdono per noi cristiani ma anche, credo, per tutti i francesi.