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venerdì, settembre 21, 2012

Re di Spagna apre l'Anno Giudiziario

Sua Maestà il Re Juan Carlos I di Spagna ha partecipato all'apertura dell'Anno Giudiziario.

18 settembre 2012

Sua Maestà il Re Juan Carlos I di Spagna ha partecipato alla apertura dell'Anno Giudiziario presso il Palacio de Justicia di Madrid.

Al suo arrivo, Sua Maestà è stata accolta dai membri del "... Consiglio di direzione della Corte Suprema e del Consiglio giudiziario, dal Procuratore generale dello Stato, dal Presidente del Consiglio Generale del Potere Giudiziario Gonzalo Moliner ..."

L'anno scorso a causa di un intervento chirurgico al tendine di Achille il Re Juan Carlos non aveva potuto partecipare alla cerimonia.

 VIDEO
 

venerdì, ottobre 09, 2009

corte costituzionale e repubblica, crisi di sistema

Cerco di analizzare la sentenza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano accettando l’ultima sentenza della Corte Costituzionale, senza chiedermi se sia giusta e se il Lodo Alfano sia incostituzionale.
La bocciatura del Lodo Alfano però invece di fare chiarezza, causa disorientamento. Il disorientamento lo provoca il fatto che, dopo solo 5 anni, l’orientamento della Corte Costituzionale è radicalmente modificato, e che la Corte ha emesso due sentenza contraddittorie tra loro.
La Corte 2004 bocciò il Lodo Schifani ma era correggibile e formalmente legittimo, invece la Consulta 2009, nonostante i rilievi indicati dalla corte 2004 erano sanati, boccia il Lodo Alfano e lo considera incostituzionale.
Perche due sentenze diverse ? È normale che possono succedere cose del genere?

D’altronde la sola contraddizione, rispetto all'evoluzione temporale delle sentenze già emesse, dimostra che all'interno della Corte Costituzionale esistono incrostazioni ideologiche e politiche che la mortificano.

Inoltre il verdetto della Corte 2009 è ancora più stupefacente perchè impedisce possibili decreti correttivi, è una bocciatura totale che smentisce anche il capo dello Stato ed il parlamento.

Sta di fatto che le due sentenze contraddittorie dimostrano che la Corte Costituzionale non è la Verità, ma cambia a secondo dei loro umori e membri.
E' difficile restare impassibili di fronte agli umori variabili della Corte ed è ingenuo pensare che non ci siano pressioni di ogni tipo sulla Corte. Fa sorridere il termine "moral suasion", usato per mascherare le pressioni per influenzare i giudici alla vigilia di una decisione politicamente così importante.
Certo i giudici costituzionali non vivono in una campana di vetro, ma è loro compito tutelare la loro indipendenza e credibilità.
Comunque colpisce la politicizzazione della Corte Costituzionale.

Altro fattore è la composizione dei membri della Corte visto che è decisiva per la sentenza. Chi li nomina?
La composizione dei 15 membri è: 1/3 nominati dal Presidente della Repubblica (5 dal politico di turno), 1/3 dal Parlamento (tre di maggioranza e due di opposizione) e gli altri 5 dalla Magistratura (anch’essa politicizzata).
Insomma la Corte Costituzionale è un organo politico perché i membri hanno dei punti di riferimento politico e perché nominati dalla classe politica.

La questione si complica. Perfino napolitano firmò la legge in quanto non lo considerava incostituzionale proprio in virtù del fatto che i precedenti motivi di incompatibilità con la Carta erano stati superati dal nuovo testo.
La Corte invece contraddice se stessa e prende in giro il parlamento ed il presidente della repubblica. (che tenerono conti della sentenza della Corte 2004)

Conclusione.
La sentenza costituzionale è solo un dettaglio di una situazione drammatica che da decenni domina nel nostro Paese.
Mi riferisco alla sempre più cruente lotte tra gli organi istituzionali: presidente della repubblica smentito dalla corte costituzionale, la magistratura contro la politica, il capo del governo contro capo di stato, la corte costituzionale contro il governo, ....
Dobbiamo renderci conto che in una repubblica anche gli organi istituzionali che dovrebbero essere esterni alla politica invece sono politicizzati (capo dello stato, corte costituzionale, magistratura).

Questo significa che c'è una profonda crisi di sistema.
In questa lotta tra i poteri istituzionali, la repubblica sta crollando, la fine si sta avvicinando...

venerdì, dicembre 05, 2008

Magistratura CSM Forleo De Magistris


Stiamo assistendo in questi giorni ad un altro episodio non certo esaltante della repubblica italiana, adesso è il momento della Giustizia dare prova dello scompaginamento delle istituzioni.

Da tempo si sa che la Magistratura non funziona come dovrebbe, concorsi farsa per reclutare i nuovi magistrati, inchieste ad orologeria per eliminare personaggi scomodi, cortocircuito tra la Politica e Magistratura, adesso il caso "Why not" certifica quanto la Giustizia sia arrivata allo sbando.
Dopo aver assitito alla lotta tra Politica e Magistratura giungiamo alla lotta tra magistrature (Salerno e Catanzaro) e addirittura all'interno del CSM.

La guerra tra magistrati è talmente andata fuori dai canali istituzionali che, con un'iniziativa senza precedenti, il presidente della repubblica ha chiesto gli atti dell'inchiesta e si appresta a un intervento censorio fortissimo in qualità di presidente del Csm.
Lo stesso Csm è nella bufera, perché avvallò l'operato della procura di Catanzaro, trasferendo De Magistris, ed è quindi moralmente corresponsabile della chiusura della sua inchiesta che oggi la Procura di salerno considera fraudolenta (tanto che Nicola Mancino, vicepresidente del Csm oggi ha minacciato le dimissioni).

Come se non bastasse cossiga non approva l'azione di napolitano, e non è la prima volta che ci siano polemiche tra presidenti della repubblica .
Cossiga ha affermato :
Ho grande rispetto e nutro un'antica amicizia nei confronti di Giorgio Napolitano, come politico e capo dello Stato, e, cosa che conta molto di più, come persona. Ho molto meno rispetto e stima per una parte della magistratura ordinaria e per il Consiglio superiore della magistratura, strana istituzione che dobbiamo alla poca esperienza istituzionale democratica dei cattolici dell'Assemblea Costituente contro la volontà del Pci; e non ne ho nessuno, salvo qualche eccezione, per l'Associazione nazionale magistrati. Percio' forse diro' cose che non sembreranno coerenti con la mia linea''.
Lo scrive in una nota il senatore a vita Francesco Cossiga, parlando della guerra delle Procure tra Catanzaro e Salerno, alla luce della preoccupazione espressa dal capo dello Stato sul caso De Magistris.
Il presidente emerito della Repubblica sottolinea che nè il Colle, nè il Csm 'sono competenti a occuparsi di queste vicende.
Continua Cossiga: ''Comprendo tutta la gravità di quanto sta avvenendo negli uffici giudiziari, o per essere più esatti, negli uffici delle Procure della Calabria e di Salerno: una guerra che da un certo punto di vista è una garanzia per gli spazi di libertà dei cittadini!
Certo -avverte- ciò puo' avvenire solo in Italia a causa della Repubblica dei procuratori: non in Francia, negli Stati Uniti, nel Bund e nei Lander germanici, poichè in quei Paesi le procure sono gerarchizzate e vi è un Procuratore Generale che mantiene l'ordine! Ma in Italia non è cosi'! E i magistrati inquirenti hanno lo stesso status dei magistrati giudicanti''.
ilsole24ore

Inoltre ricordo l'intervista dell'ex GIP di Milano Clementina Forleo, che come De Magistris stava indagando su politici (il caso Unipol), la quale sul corriere della sera ha dichiarato:
Fino a Tangentopoli, e fino a qualche anno fa, il problema era dell’indipendenza della magistratura dal potere politico, adesso è dell’indipendenza del magistrato rispetto alla magistratura.
Il singolo magistrato che non si vuole allineare, non si vuole schierare, vuole essere libero, finisce per pagare i suoi errori. E li paga cari [...] Si sono toccati i fili che fanno morire. Perché fino a quando s’era attaccato il nemico della magistratura, il nemico di destra, era andato tutto bene. Avevo avuto la solidarietà. La magistratura era stata compatta nel proteggere il giudice Forleo. Poi, quando spunteranno caimani d’altro colore, tutti si dilegueranno
ilcorrieredellasera

A questo punto si giunge alla convinzione che anche la magistratura è delegittimata, altro che indipendenza della magistratura, altro che mani pulite.
In questa repubblica non si salva nulla.

Tutti le istituzioni repubblicane sono delegittimate o lottano tra di loro, fattori che mettono in pericolo addirittura la democrazia e la libertà del nostro Paese.
Di fronte a tutto ciò sono sempre più convito che l'Italia potrà, forse, risorgere solo dopo la fine di questo regime oligarchico repubblicano.

giovedì, giugno 12, 2008

repubblica, magistratura, politica

In Italia ci sono troppe intercettazioni telefoniche, a volte poco giustificabili, a volte con evidente aberrazione del principio del Diritto, costano troppo alla Giustizia, le capacità investigative della polizia giudiziaria rimagono ad essere scarse, ed ormai la privacy è violata anche dalle istituzioni.
Spesso si vede gente innocente catapultate in prima pagina dei giornali, tv, web senza alcuna garanzia, quando si parla di garanzie civili si tocca un nervo scoperto del nostro paese .

È incivile diffondere fatti privati, ma è anche incivile non permettere ai cittadini di conoscere fatti moralmente e politicamente rilevanti. Senza questi due capisaldi la democrazia è a rischio.

In questa situazione di allarme democratico è perciò ragionevole ed auspicabile che presto al parlamento si approvi una nuova legge che regolamenti (attualmente assente) l’utilizzo di questo strumento ed in particolar modo la diffusione.

È evidente che la questione delle intercettazioni telefoniche deve essere inquadrata nel più ampio problema del sistema giustizia in Italia, un sistema che non funziona, che risulta inefficiente, discutibile e costoso. Ben venga quindi una seria e profonda riforma del sistema Giustizia in Italia.

Le intercettazioni telefoniche sono uno strumento molto utile, se non indispensabile, di indagine delicate e difficile, ma all'interno di in un corretto sistema giustizia.
In Italia però la Giustizia, come tutto lo stato repubblicano, è caotico, il numero elevato di leggi impedisce di concludere, in nodo chiaro e definitivo, una causa, non ne parliamo poi della lentezza.

Si deve avere la consapevolezza che esiste un problema centrale che impedisce qualsiasi risoluzione, cioé la guerra tra le Politica e la Magistratura, o meglio tra la parte politicizzata della Magistratura e la Politica, la quale è divisa anche su principi ed idee che dovrebbero invece appartenere a tutti gli schieramenti politici.

Purtroppo in Italia c’è una parte della Magistratura politicizzata che vuole condizionare la Politica, distruggendo, in questo modo, quel poco di Stato di diritto che si è faticosamente riusciti a costruire in cinquant’anni di storia repubblicana.

D’altro canto la Politica, dimostrata corrotta ed incapace, ha paura di essere ostaggio della magistratura e quindi cerca di limitare la sua indipendenza.

Ci troviamo di fronte ad un cortocircuito tra le istituzioni dello stato che genera una situazione di allarme democratico, nel quale tutto è più difficile.

Secondo me ormai in questa repubblica è impossibile che tra la magistratura e la politica possa esserci un rispetto e collaborazione reciproca, tra questi due fondamentali poteri di uno stato c’è una vera e propria guerra.

Le ultime esternazioni di cossiga sono eloquenti.
Il presidente emerito ha espresso, con il proprio stile, il suo parere sullo scontro tra la magistratura ed il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, relativamente alle nuove misure sulle intercettazioni previste dal Governo Berlusconi.

Nel periodo repubblicano sono avvenuti una serie di fattori rilevanti - la corruzione sistematica della classe politica, uno stato incapace, il crollo delle ideologie sulle quale si fonda la repubblica (comunismo, fascismo/antifascismo) - che hanno dato forza ad una frangia della magistratura politicizzata di auto nominarsi custodi della verità, dell'etica, dello stato.

In qualsiasi stato democratico e di diritto non esiste una magistratura che si opponga alle iniziative legislative di un governo, quale che esso sia. Invece ci sono magistrati che esternano la loro contrarietà a qualsiasi proposta di mutare qualcosa nell'ordinamento giudiziario.

La situazione è ancor più drammatica perché la repubblica è un sistema multi oligarchico dove esistono molte caste in lotta tra di loro : la casta della politica, dei sindacati, degli intellettuali, degli industriali, dei banchieri, della magistratura ....

In questo contesto il bene comune non esiste, tutto è secondario agli interessi delle caste, la cosiddetta normalità o democrazia è generata dall’equilibrio tra le caste, un sistema che però funziona solo quando le risorse economiche possono soddisfare tutti gli appetiti...
Adesso però c'è una profonda crisi economica a livello mondiale...

Il regime repubblicano ha frantumato il nostro Bel Paese ed in questa lotta tra le caste l’Italia affonda!

Forse l’unico modo di ridare riscatto al nostro Paese è di riscrivere una nuova costituzione, ricostruire un nuovo stato.
Insomma una Rivoluzione.


INTERCETTAZIONI: COSSIGA, ALFANO BUON RAGAZZO MA E' SCOPPIATO IL PUTIFERIO

Roma, 11 giu. - (Adnkronos) - "Quel buon ragazzo di Angelino Alfano, ministro della Giustizia, aveva avuto il mandato di fare la pace con la magistratura e da bravo scolaretto, subito dopo aver giurato, si e' recato alla sede dell'Associaziona nazionale magistrati a rendere devoto omaggio agli 'oligarchi della giustizia' ed aveva lanciato il 'nuovo verbo': 'Nulla mai il governo fara' che abbia a che vedere anche da lontano con la giustizia e la magistratura, se non con l'accordo dei magistrati!'. Poi il premier Berslusconi volle le leggi sulla sicurezza e ed anche quelle per la limitazione delle intercettazioni: e scoppio' un putiferio!". E' quanto dichiara il presidente emerito Francesco Cossiga.

adnkronos


GRAZIE, PRESIDENTE COSSIGA! FINALMENTE IN POLITICA SI PUO’ DIRE LA VERITA'.

IL PRESIDENTE EMERITO FRANCESCO COSSIGA DENUNCIA AL PRESIDENTE NAPOLITANO E AGLI ITALIANI L’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE DELLA MAGISTRATURA.

“Signor Presidente, mi permetto di scriverLe questa lettera aperta. Da ex-capo dello Stato a Capo dello Stato in carica. (…….) Da liberale, sono per la più ampia libertà di associazione e per la più ampia libertà di critica, libertà senza le quali non vi può essere un regime di libertà.

L’Associazione Nazionale Magistrati non è però un’associazione di cittadini qualunque: essa è quell’associazione – ormai diventata, per debolezza delle istituzioni democratiche e della politica, una potente lobby politico-sindacale di carattere quasi eversivo -, che raccoglie giudici e pubblici ministeri, cioè coloro che in pratica dicono, al di là ed anche fuori della volontà del Parlamento, che cosa sia legge e che cosa legge non sia. Addirittura, decidono in pratica quasi ciò che sia giusto e giusto non sia, spesso dilettandosi a riscrivere la storia, dettare giudizi morali e politici, e perfino osando trasferire gli stessi in aberranti richieste, ordinanze e sentenze. (…….)”

(Puoi leggere il testo intero della Lettera su vari Quotidiani e in tutte le Agenzie, di oggi 10 giugno 2008)
blog

lunedì, gennaio 21, 2008

La fine della repubblica


Sono convinto che in Italia non esiste più lo Stato ma piuttosto un affollamento di surrogati di piccoli stati.

Come prima dell’Unità d’Italia - magistralmente guidata da Casa Savoia - la penisola italiana era divisa in tanti piccoli stati, adesso, dopo più di mezzo secolo di repubblica, gli italiani si sentono ancor più divisi di allora.
La differenza tra Nord e sud è aumentata, la politica è una casta, la magistratura contro la politica, un abnorme numero di partiti, le istituzioni non sono mai state così lontane dal popolo, la mafia si è consolidata, la differenza tra ricchi e poveri è aumentata.

Oggettivamente la repubblica è fallita – lo scandalo dei rifiuti della Campania è solo il punto d’iceberg – perché non funziona più nulla, ed ancor più grave, i vari gangli dello stato, dai quali dipende poi la democrazia, lottano tra loro mettendo addirittura in pericolo la libertà.

Siamo a un passo dall'emergenza democratica. Perché il degrado è inarrestabile, perché c'è un grave problema di delegittimazione politica, perché assistiamo a conflitti tra le istituzioni.

Gli italiani, lasciati soli dallo stato e più poveri con l’euro e la globalizzazione, hanno seguito l’esempio compiuto dallo stato, dalle istituzioni, dalla classe politica, le quali con i loro comportamenti hanno insegnato al popolo di pensare solo ai propri interessi e fregare il prossimo.

In questo modo il sistema repubblicano ha compiuto il più grave errore che poteva fare, perché così gli italiani non si sentono più un popolo, si vergognano delle loro istituzioni, la repubblica ha calpestato l’anima ed il cuore degli italiani, perdendo così concetti essenziale per una nazione come la Patria.

I drammatici eventi come l’emergenza dei rifiuti in Campania ed il caso mastella, non avvengono per caso o per colpa di poche persone.

Si giunge a queste incredibile e gravissime situazioni solo se lo stato lo permette, lo certifica, lo incoraggia, si fa complice, lo promuove.

E’ ingenuo ed inutile attaccare mastella, solo un tassello del meccanismo repubblicano, ma comunque alcune sue dichiarazioni sono significative. Profondamente scandalizzato, disse : Non capisco perché non indagano anche sulle mogli degli altri!

Questa frase contiene il fallimento della repubblica.

Un importante politico, segretario di un partito al governo, ministro della giustizia, secondo solo al presidente del consiglio, afferma che le accuse (presunte) contro di lui da parte della magistratura sono assurde perché sono la normalità. (questi comportamenti sono usati da tutti i politici).

Tutto ciò lascia sbigottiti e certifica la fine del sistema.

Se la Magistratura facesse veramente il suo mestiere, se fosse davvero indipendente dalla politica, allora forse lo scontro tra magistratura e politica sarebbe una strada da percorrere per correggere la situazione.
Ma purtroppo non è così.

E’ ridicola la pretesa che la repubblica si possa auto riformare attraverso la moralizzazione della politica, perché anche la magistratura non è esterna al sistema, dimostrando di non avere l’autorità morale per farlo.

La frase Così fan tutti non è indicato solo ai politici (ormai considerata una casta) ma a tutti i poteri della repubblica.

La classe politica, la magistratura, gli intellettuali, i giornalisti tutti colpevoli se non altro per non aver fatto il loro dovere.
Da diversi anni non è difficile teorizzare dei complotti all'interno della magistratura, c'è una parte che non indaga a 360 gradi ma le inchieste sono inchieste politiche.

I giornalisti non sono liberi professionisti ma anche loro sono di parte, le inchieste sono ordinate da altri politici.
Anche gli intellettuali fanno parte del sistema, che vendono il talento e capacità al potere.

Stiamo assistendo alla fine della repubblica.
L’odore di rifiuti che proviene dai palazzi non è la decomposizione di un governo, che francamente molti si augurano cadrà presto, ma piuttosto la progressiva crisi del sistema repubblicano.

La repubblica si basa su un sistema che prevede il continuo compromesso al ribasso, fare nulla per contentare tutti, è un coacervo tra forze diverse che però non pensano mai al bene comune, la politica fatta con il consenso attraverso le clientele.

Io credo che l’unica soluzione sia quella di cambiare classe politica, passando attraverso una assemblea costituzionale per identificare una nuova costituzione.

La via d’uscita è difficile ma c’è assoluto bisogno di una rivoluzione politica culturale sociale.

Non c’è che auspicare che gli italiani abbiano questa forza.

mercoledì, dicembre 12, 2007

Forleo, napolitano, Csm e politica


Secondo Beha, Imposimato gli disse esplicitamente di pesanti influenze sul CSM da parte dei coinvolti dei Ds, (d'alema e fassino) e perfino del Quirinale, affinché la Forleo venisse delegittimata.
Se non sbaglio, il giornalista è di sinistra, il quale ha aggiunto che le notizie giunte a lui non erano supposizioni ma informazioni ricevute.

Il caso D’Alema-Forleo, come per il caso De Magistris, è diventato un’inchiesta che fa tremare il Palazzo.
Se fosse vero ci troviamo davanti ad un golpe bianco, ovvero furto di democrazia.

Il quirinale ha replicato dicendo che le insinuazioni
relative a presunte influenze esercitate dal Quirinale sul Csm sono destituite di ogni fondamento.

Innanzitutto è un pò surreale che l’istituzione più alta replichi ad un sito come Dagospia.

Secondo me, non si deve solo verificare se l'affermazioni di Beha sono vere o false.
Infatti al quirinale c'è un politico che ha fatto carriera all'interno del PCI, che è stato votato solo dalla maggioranza del governo prodi e che è anche il presidente del CSM.
E' già molto difficile credere alla indipendenza del CSM dalla politica, ma quando il Csm è presieduto da un politico la cosa perlomeno si complica.

Se poi c'è un'inchiesta che indaga su politici che appartengono alla stessa parte politica dalla quale proviene il presidente della repubblica allora mi chiedo se basta una replica del quirinale.

Purtroppo i mass-media danno ben poco spazio a questa vicenda, che ormai, invece di parlare di temi seri ed importanti, si interessano alla cronaca nera o a notizie futili e secondarie.

Beha contro Napolitano: mi rivelarono che il Colle voleva fermare la Forleo

Conferma tutto. Oliviero Beha non indietreggia nemmeno davanti al comunicato del Quirinale.
«Insinuazioni diffamatorie»: così una nota del Colle liquida, con singolare tempismo, le presunte pressioni del Presidente della Repubblica sul Csm contro Clementina Forleo.
Di quel pressing aveva parlato proprio Beha, giornalista e scrittore, in una lettera a Dagospia. Ma Beha non modifica di una virgola il proprio racconto che si inserisce nel complesso mosaico degli episodi riguardanti Clementina Forleo e le sue denunce: i tentativi di delegittimazione da parte di soggetti istituzionali dopo aver avviato il lavoro di scavo sulle inchieste relative ad Unipol.

Beha, racconti questa storia dall’inizio.
«D’accordo, ma prima devo fare una premessa».
Quale?
«Qui si sta esagerando».
Perché?
«Perché si sta trasformando il caso Unipol, la commistione fra economia e politica, nel caso Forleo, anzi nelle presunte paturnie del gip milanese».
Prospettiva sbagliata?
«È un sistema inaccettabile, falso, troppo comodo per il potere. Mi ricorda la storia di quello che si concentra sul dito invece che sulla luna. Ma qui non c’è neanche il dito, c’è, mi si passi l’espressione, l’unghia. E lo ripeto come cittadino e come giornalista».
Va bene, ma le pressioni?
«A fine luglio Ferdinando Imposimato, un ex giudice non il fornaio sotto casa, mi disse chiaro e tondo che i Ds e il Quirinale avevano esercitato pressioni sul Csm per mettere in difficoltà o peggio delegittimare la Forleo».Accuse gravissime e tutte da dimostrare.
«Imposimato mi sembrava molto sicuro di sé».
Lei non approfondì?
«Era un colloquio riservato, non chiesi nulla. Non ho mai saputo da dove gli derivasse quella certezza».
Imposimato non le nominò il Procuratore generale della Cassazione Mario Delli Priscoli, pure tirato in ballo in questa storia?
«No, mi ricorderei il nome. Ho sfogliato anch’io i giornali. La Forleo ha spiegato di aver saputo da Imposimato del pressing su Delli Priscoli per avviare l’azione disciplinare contro di lei. E poi ho appreso con stupore che Imposimato, interrogato, ha detto di aver maturato quel convincimento dalla lettura dei giornali. Mah, mi pareva che le sue confidenze avessero ben altra consistenza».

Perché ha tirato fuori i fatti solo nei giorni scorsi?
«No, un attimo. Quella non fu l’unica volta in cui Imposimato mi accennò a quelle pressioni. Me ne parlò in un’altra occasione, davanti all’ex sindaco di Pavia Elio Veltri, poi in margine ad un convegno a fine estate, poi un’altra volta ancora. Credo che Veltri, per la sua parte, possa confermare».
Poi?
«Quando, il mio nome, fatto dalla Forleo, è finito sui quotidiani, ho deciso di uscire allo scoperto. E di mettere, per quel che posso, i puntini sulle i. Oltretutto trovo vergognoso questo tentativo di far passare la Forleo per un magistrato caratteriale, un po’ confuso, con la lacrima facile. Mi spiace, io non ci sto. La commistione fra politica e affari c’è, tanto a destra quanto a sinistra. In questa storia sono coinvolti sei parlamentari: tre della destra e altrettanti della sinistra. Sembrano gli Orazi e i Curiazi».

Il Quirinale ha smentito la sua lettera a Dagospia.
«Sono lusingato come cittadino dalla tempestività del Colle. Devo dire che la rapidità dimostra che al Quirinale hanno i riflessi pronti. Prontissimi.
Certo, trovo anche un po’ surreale che l’istituzione più alta replichi a Dagospia».
Lei ha discusso di questa vicenda con la Forleo?
«No, non la conosco, non l’ho mai incontrata. Ma non accetto che si confondano i piani. Il lavoro critico di un magistrato non può essere diluito o annacquato con considerazioni sulla sua persona. No, va valutato nel merito, altrimenti è finita. Per tutti».
ilgiornale

GIUSTIZIA: DA QUIRINALE NESSUNA INFLUENZA SU CSM CONTRO GIP FORLEO

Milano, 6 dic. (Adnkronos) - Sono destituite di ogni fondamento le insinuazioni diffamatorie relative a presunte influenze esercitate dal Quirinale sul Csm in rapporto a recenti decisioni del Consiglio stesso. Cosi' fonti vicine al Quirinale replicano alla lettera inviata oggi da Oliviero Beha a 'Dagospia' nella quale il giornalista afferma di aver saputo dall'ex giudice ed ex senatore del Pci Ferdinando Imposimato "di pesanti influenze sul Csm da parte dei coinvolti dei Ds (nelle intercettazioni disposte nell'ambito del caso Bnl-Unipol, ndr) e perfino del Quirinale affinche' la Forleo venisse delegittimata".
adnkronos

martedì, luglio 24, 2007

Magistratura, Politica e napolitano

Se vivessimo in uno stato normale e democratico lo scontro tra politica e magistratura non sarebbe neanche immaginabile.
Come si sa non è così, il degrado dello stato repubblicano ha fortemente alterato gli equilibri tra le componenti istituzionali sulle quali si fonda uno stato di diritto, ormai assistiamo ad aspre lotte tra la politica e magistratura, tra maggioranza ed opposizione, tra capo di stato e parlamento, tra generali e ministri ecc...

Il giudice, Clementina Forleo, che indaga sulle scalate bancarie e per la quale i politici intercettati (in particolare Fassino e D'Alema) erano complici consapevoli di un disegno criminoso, sta ulteriormente peggiorando la situazione.

In questa fosca situazione, probabilmente è fisiologico che la sinistra sia unita contro la Forleo per difendere i loro esponenti politici indagati dalla magistratura.
Certo c'è da chiederci come mai solo adesso la sinistra è diventata garantista, mentre prima non ha mai difeso i politici che non facevano parte del loro schieramento.
Rivedendo la storia di mani pulite, è innegabile che per la sinistra la magistratura è stata anche, ripeto anche, un'arma essenziale per giungere al potere.

Insomma i principi (giusti o sbagliati che siano) sono sempre secondari agli interessi del potere, è davvero grave se l'indipendenza della magistratura è un principio solo se indaga il nemico, ed ancor più grave se la magistratura, invece di fare giustizia, cerchi di influenzare la politica.

Anche napolitano è sceso in campo per difendere i politici indagati, il quale ha detto : No ai giudizi impropri negli atti giudiziari.

Nulla da eccepire se il capo di stato partecipa al plenum del CSM, ma il problema si complica se il capo di stato è un politico e, per di più, collega ed amico dei politici indagati.
Si tocca uno dei tasti dolenti della repubblica, dove manca il capo di stato apolitico e garante di tutti.
Il presidente della repubblica è sempre un politico e quindi di parte, che difende i partiti che lo hanno portato al quirinale.
In questo senso ecco che l'ultimo intervento di napolitano è almeno sospetto anche perchè, tra l'altro, non ricordo un intervento del genere in difesa di altri politici indagati.
Forse lo scopo di napolitiano era anche quello di dare nuova linfa alla dialettica politica, ma ho l'impressione che, in questa situazione di degrado, l'appello del Capo dello Stato alimenti ulteriormente la degenerazione.

lunedì, novembre 06, 2006

Indulto repubblicano



Il Consiglio superiore della magistratura consegnerà un documento al ministro della Giustizia, Clemente Mastella, per bocciare l'indulto.

Il Csm considera la legge sull'indulto una decisione scellerata per la giustizia e per il sistema delle carceri perchè il 90% dei processi dei prossimi cinque anni rischiano di finire nel nulla.
Leggi adnkronos


Ma le conseguenze negative non riguardono solo l'ordine pubblico, con gli scarcerati che delinquono appena fuori dalla cella, ma il provvedimento cancella le pene pecuniarie sotto i diecimila euro comminate ai condannati.
Con l’indulto lo Stato ci rimetterà 500 milioni di euro!
Leggi ilgiornale

Inoltre l’indulto non ha neppure risolto il problema delle carceri, perchè ad esempio la popolazione carceraria di Regina Coeli è passata da 900 detenuti pre-indulto, a 746 post-indulto, per raggiungere i 980 attuali.

Da tempo in Italia viviamo in un clima di dissoluzione del senso civico e morale , adesso l’indulto ha generato nelle organizzazioni criminali un senso di impunità senza precedenti.

Visto che l’indulto è stato votato da una maggioranza bipartisan ,chi dobbiamo ringraziare?

giovedì, luglio 20, 2006

Schizzofrenia repubblicana

Finalmente Vittorio Emanuele di Savoia torna libero

Il tribunale del Riesame di Potenza ha revocato gli arresti domiciliari al Principe Vittorio Emanuele di Savoia, confermando però il "Divieto di espatrio".


Al di là di colpe e innocenze, è incredibile e singolare l'atteggiamento della repubblica nei confronti della Dinastia Reale Italiana.

1) Prima la repubblica ha condannato all'esilio i maschi di Casa Savoia.
(e quindi calpestando la volontà della metà degli italiani che preferirono la monarchia)

2) La repubblica non inviò nessun rappresentante al funerale di Re Umberto II (Capo di Stato)

3) Dopo più di 50 anni, solo il ricorso al parlamento europeo da parte dei Savoia "obbligò" la repubblica a concedere il rientro in Italia

4) Finora la repubblica ha permesso il rientro in Italia dei principi viventi ma continua a vietare il rientro delle salme dei Re e Regine d'Italia sepolti all'estero.

5)La XIII DIsposizione transitoria della costiuzione non è ancora risolta e superata perchè rimane il problema dei beni di Casa Savoia, che ad esempio impedisce ai principi di acquistare casa.

6) Adesso, dopo aver arrestato il principe Vittorio Emanuele, gli vieta di uscire dall'Italia.

Non era mai successo nella storia.
Solo una repubblica delle banane poteva realizzare tanto.

Da parte del potere repubblicano c'è una vera e propria schizofrenia nei confronti dei Savoia.


W la Monarchia!
W il Re!



ansa

martedì, luglio 11, 2006

cossiga denuncia la procura di milano

Cossiga denuncia la procura di milano

Per cossiga, presidente emerito della repubblica, il capo della procura di Milano ed i due procuratori aggiunti titolari dell'inchiesta sul "caso Abu Omar", hanno violato le leggi sulla tutela del segreto di Stato ed altri reati contro la personalità interna e internazionale dello Stato e quindi li denuncerà a Milano, presso il reparto operativo del comando provinciale dell'Arma dei carabinieri.
La denuncia dell'ex picconatore farà scattare le indagini da parte della procura di Brescia, competente per legge a giudicare su fatti che riguardano i colleghi di Milano.

Inoltre cossiga darà battaglia anche in Parlamento e sembra che si appresta a presentare un disegno di legge in cui chiede di estendere il segreto di Stato a tutte le comunicazioni elettroniche e ambientali delle sedi e degli agenti dei Servizi di informazione e di sicurezza.

Capo di stato repubblicano contro la magistratura, potere repubblicano contro potere repubblicano, in un caos repubblicano.

Povera Italia!


Cossiga denuncia i pm anti-Sismi

il giornale

giovedì, luglio 06, 2006

Caso Abu Omar

Solo in una repubblica delle banane (come quella italiana) può succedere che un gip assolve dei terroristi legittimando l'azione criminale come atto di autodeterminazione e di resistenza e poi si arrestano uomini che hanno agito per uffici delicatissimi e nell'interesse della sicurezza.

Il "caso Abu Omar" ha dell'incredibile, infatti è stato arrestato anche Marco Mancini, dirigente del Sismi e direttore della prima divisione del controspionaggio militare, accusato di aver partecipato al rapimento a milano dell'imam Abu Omar.

Oltre che che sentirsi veramente sconcertati, dobbiamo chiederci come possano succedere queste cose.

Al contrario di quello che afferma la propaganda repubblicana, la repubblica italiana è un vero e proprio sistema oligarchico dove le varie parti che lo compongono lottano duramente tra loro, e la democrazia è spesso solo di facciata.
Politici contro Politici, Politica contro Magistratura, Magistratura contro l'Esercito e Sisde, Imprenditori contro Massmedia, ecc....
Come se non bastasse, anche i presidenti della repubblica spesso hanno opinioni completamente diverse su fatti e cose importanti (se non litigare tra loro).

Inoltre l’ultima dichiarazione del presidente emerito della repubblica cossiga, che critica duramente la magistratura milanese, rende ancor più incredibile e drammatica la situazione.

Non so come si possa continuare ad andare avanti così, perchè la situazione italiana continua ad aggravarsi.

L’unica nota positiva è che la repubblica si sta auto distruggendo da sola, è come un cane che si mangia la coda, cosa succederà dopo ....?




LA PROTESTA DI COSSIGA - «Con l'arresto avvenuto all'alba da parte di unitá della polizia giudiziaria della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri su mandato della magistratura milanese del capo e di alcuni elementi operativi del Controspionaggio del Sismi cui si devono alcune delle più brillanti operazioni all'interno ed all'estero del nostro servizio, tra le quali le liberazioni dei nostri ostaggi in Irak, il sostituto Spataro e l'intera Procura della Repubblica di Milano hanno dato un fondamentale contributo alla lotta internazionale contro il terrorismo», lo afferma, in una nota, il senatore a vita Francesco Cossiga. «Contributo che toccherá l'apice con il richiesto arresto di una squadra antiterrorismo della Cia. Per alcuni invece, si attende oggi un messaggio di Osama Bin Laden di vive congratulazioni e di ringraziamento per il prezioso aiuto alla Jidah islamica da parte di Osama Bin Laden», conclude ironicamente Cossiga.

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corriere della sera

mercoledì, giugno 21, 2006

La repubblica del Grande Fratello





In internet ho letto due articoli (e linkati qui sotto) sulle intercettazioni telefoniche, e sono rimasto stupito e sconvolto.
A Campobasso c'è un apparecchio elettronico (di nome Enigma) più avanzato d'Europa che intercetta tutto, telefonate, sms, mms, email e siti web, tutto digitalizzato e caricato su un computer.
In effetti questa tecnologia è un utile strumento per scoprire e incastrare delinquenti, ma non c’è solo l'aspetto positivo perchè l’Italia non è un paese normale.
Insomma la questione è inquietante.

Inoltre mi chiedo : Perchè in Italia c'è l'enorme uso delle intercettazioni telefoniche ?

La risposta più semplice e banale è l'enorme business che c'è attorno a questa tecnologia, ma questa non spiegherebbe l'abnorme uso rispetto ad altri stati.

Una spiegazione più convincente è che la società italiana è marcia e che lo stato non funziona, per tanti motivi viviamo in un periodo di profonda decadenza, ed anche a livello internazionale la repubblica italiana è sinonimo di corruzione, mafia, terrorismo e quant'altro.
E' un dato di fatto che molti italiani pensano solo ai loro interessi, c'è troppa delinquenza e corruzione, i politici sono impresentabili, e quindi ci meritiamo, piaccia o meno, di essere spiati ed intercettati.
A questo punto non voglio aprire una guerra tra Polemici e Apologetici, tra chi auspica l'intervento giudiziario e chi lo teme, ma purtroppo la situazione è ancora più complicata.
In Italia la magistratura ha svolto un ruolo politico importantissimo, ha trasformato la politica, molti magistrati sono diventati politici, c’è un guerra tra la Politica e la Giustizia e spesso ci chiediamo se in Italia esiste ancora la Giustizia.

Secondo me, questa imbarazzante e negativa situazione non è un caso, ma è il frutto del sistema repubblicano.

La repubblica ha insegnato a fregare il prossimo, gli italiani sono tutti corrotti, e quindi non possiamo permetterci la privacy.

Grazie repubblica del Grande Fratello!




Registrate le conversazioni di 400 mila italiani. E i magistrati chiedono notizie ai gestori telefonici su due milioni di persone

La repubblica ci ascolta siamo noi italiani i più spiati d'Europa

E le procure fanno controlli per un utente su dieci
La repubblica


Ogni anno vengono registrate le conversazioni di quattrocentomila italiani. E per due milioni di loro la magistratura chiede notizie alle compagnie telefoniche . È un business da trecento milioni di euro…
articolo21