Articoli in evidenza:
Visualizzazione post con etichetta libia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta libia. Mostra tutti i post

sabato, marzo 25, 2023

Monarchia costituzionale in Libia

Il principe Mohammed El Senussi propone la monarchia costituzionale per risolvere la situazione in Libia

21 marzo 2023

Il principe Mohammed El Senussi, erede al trono libico, ha rilasciato un'intervista al quotidiano la Stampa, nel quale ha proposto la monarchia costituzionale come unico modo per trovare una soluzione al conflitto in Libia, che nel 1969 fu rovesciata dal colpo di stato di Gheddafi e che depose suo padre Sayyid Hasan I e tutta la sua famiglia.

La monarchia costituzionale è un sistema istituzionale politico efficiente e stabile, capace di garantire i diritti e la prosperità del popolo e quindi la proposta del principe El Senussi è un'alternativa valida ai vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni, incapaci di garantire la pace e la stabilità nel paese. 

Inoltre la sua apertura al dialogo con tutte le parti in conflitto, inclusi i gruppi armati, dimostra la sua capacità di trovare una soluzione politica duratura per la Libia ed il suo obiettivo è quello di stabilizzare le istituzioni, garantire i diritti umani e unificare un paese diviso.

In Libia c'è una divisione profonda tra le varie fazioni, che negli ultimi anni sono stati rafforzati anche dalla comunità internazionale. 

Il principe Mohammed El Senussi ha detto che quando si auspica elezioni si dimentica i grandi problemi irrisolti, tra cui due governi, due parlamenti,  gruppi divisi incapaci di collaborare tra loro, e per lui l'obiettivo principale è la pacificazione e l'unità del Paese.

Dopo anni di silenzio, il principe El Senussi è tornato in campo a causa della crescente richiesta di ritorno della monarchia in Libia come soluzione al conflitto, che proviene dalle tribù, avvocati, milizie e addirittura da ufficiali del vecchio regime. Ma soprattutto, sono i giovani a chiedere il ritorno alla Monarchia e non si deve dimenticare che durante la rivoluzione del 2011, la bandiera e l'inno della monarchia furono scelti come simboli.

I pilastri del piano del principe El Senussi sono la Monarchia per il suo senso di continuità storica nazionale, la Costituzione per stabilizzare le istituzioni ed i diritti umani come bussola nei rapporti internazionali.

Nell'intervista il principe El Senussi ha detto che il ruolo dell'Italia è fondamentale visto la storia millenaria con la Libia. Per quanto riguarda l’emergenza immigrazione il principe libico ha detto che per risolvere questo problema è necessario in Libia ci sia uno stato stabile, istituzioni legittimate ed un esercito adeguato. Anche proporre  una  guardia costiera libica in assenza di stabilità non può funzionare, e come cercare di svuotare il mare con le mani.

Sempre secondo il principe sul problema energetico l’Italia deve rendersi conto che anche l’accordo migliore è destinato al fallimento in una situazione di instabilità cronica, in quanto non si può fare buoni affari nel caos.

Il principe ha anche detto finora l’errore dell’Occidente è stato quello di poter tutelare i propri interessi esportando e imponendo un modello istituzionale creato in Occidente, senza tener conto dell’identità nazionale altrui, che è una visione miope,in quanto ogni Paese ha la sua storia.

Alla domanda "Perché la monarchia tutela l’identità libica ?" il principe ha risposto : Nel 1947 la Libia usciva da decenni di colonizzazione e guerra, Come oggi, era tormentata da divisioni geografiche (tre regioni) e di tribù, oltre cento. La mia famiglia aveva guidato la resistenza e mancava di un’affiliazione tribale. La monarchia fu istituita sotto l’egida dell’Onu attraverso un processo di dialogo nazionale e consenso, come sistema che si sarebbe adattato meglio”.

Il principe ha affermato che la monarchia tutela l'identità libica ed è una forma di governo stabile che può aiutare a superare le divisioni tribali presenti nel paese. La monarchia fu istituita nel 1951 attraverso un processo di dialogo nazionale e consenso, e la sua Costituzione garantiva il suffragio universale, un potere giudiziario indipendente, elezioni regolari, libertà di religione e di stampa, nonché il diritto di voto alle donne.

Il principe Mohammed El Senussi ha detto che la presenza di ogni truppe straniere ostacola il processo di stabilizzazione in Libia ed è necessario che tutti gli attori stranieri lascino il paese e che sia trovata una soluzione politica legittima a lungo termine per riunificare il paese e stabilizzarlo.

Infine il principe ha sottolineato che la prospettiva della Libia dipende dalla capacità del paese di superare le divisioni interne e di trovare una soluzione politica legittima per riunificarsi e stabilizzarsi, aggiungendo che  l'alternativa alla democrazia non è l'autoritarismo, ma la negazione dei diritti politici dei libici e la perpetuazione dell'instabilità e della guerra civile.

la Stampa




domenica, marzo 05, 2023

Principe della Libia

Il principe della Libia intervistato da Forbes

15 febbraio 2023

Il principe Mohammed ben Hassan El Senussi, pronipote di re Idris I della Libia, è stato intervistato dalla rivista Forbes in cui ha esposto la sua visione della Libia e l'analisi della situazione attuale, sottolineando le opportunità di investimento agli esteri, necessario per rilanciare l'economia libica.

Il principe Mohammed ben Hassan El Senussi, pronipote di re Idris I della Libia, ha un piano per rivitalizzare e stabilizzare la sua nazione ricca di petrolio. 

Nel 2011 quando cadde il governo del dittatore Gheddafi. milioni di libici abbracciarono la bandiera del Regno della Libia e molti esortarono Mohammed El Senussi a tornare in Patria ma il principe ha considerato che non fosse il momento giusto ed ha detto che tornerà solo se il popolo libico lo vorrà e quando la Libia sarà un paese democratico con un parlamento eletto. 

Mohammed El Senussi, il principe ereditario della Libia ha recentemente affermato la sua pretesa al trono ed ha affermato : "Purtroppo, dopo la caduta del regime nel 2011, che aveva preso il potere con un colpo di stato nel 1969, invece di rimettere il Paese sulla retta via, abbiamo vissuto diversi esperimenti politici che non hanno tenuto conto di ciò che funziona per la Libia e il suo popolo. Ciò ha portato a una scena politica caotica con diverse fazioni libiche che combattono disperatamente per il potere e la ricchezza, ma senza legittimità", 

Dal 2011 in Libia c'è stallo politico con  centinaia di fazioni armate e due diversi governi, la Camera dei rappresentanti (HOR) dominata dall'est e l'Alto Consiglio di Stato (HCS) con sede a Tripoli. Questa situazione non trova sbocco ed  il ritorno alla monarchia, indicata da El Senussi, sarebbe la soluzione.

El Senussi ha affermato : "In Libia adesso manca lo stato di diritto ma è un grande paese, con un'enorme ricchezza di risorse naturali ed una piccola popolazione di professionisti altamente istruiti e qualificati, quindi è ovvio che il paese ha grandi prospettive. Ma sfortunatamente, ci sono diversi problemi che limitano il suo potenziale, come la sicurezza, la stabilità, la trasparenza e la responsabilità, solo per citarne alcuni".

Il principe El Senussi pensa al futuro della Libia in quanto considera la  monarchia un ruolo chiave, come c'è nel Marocco, dove il re Mohammed VI ha permesso la crescita e la rivitalizzazione del paese : "Il ripristino della monarchia costituzionale prevede la democrazia parlamentare e restituirà alla magistratura la sua piena indipendenza. Ciò è vitale per l'aspirazione di qualsiasi nazione a un percorso di successo, anche negli affari e negli investimenti. Trasparenza, stabilità, onestà, neutralità e stato di diritto sono ingredienti chiave per rivitalizzare l'economia libica".

I sostenitori sottolineano la crescente popolarità del principe El Senussi nel paese e pensano che sia giunto il momento per lui di tornare in Libia e rivendicare la sua posizione in quanto suo padre era il principe ereditario e de facto sovrano alla fine degli anni '60. Infatti il giorno prima che re Idris passasse ufficialmente il potere al padre di El Senussi, il colonnello Gheddafi guidò un colpo di stato ispirato dal presidente Nasser d'Egitto.

Il padre di El Senussi era stato ricevuto dal presidente JFK negli Stati Uniti ma purtroppo dopo il colpo di stato del 1969 ha trascorso quasi due decenni in prigione o altre forme di reclusione e la casa della famiglia El Sennussi è stata rasa al suolo. Tuttavia, ha rifiutato di lasciare il paese. Nel 1988 si recò a Londra per cure mediche, morendo poi nel 1992 e suo figlio lo raggiunse in esilio, tornando solo brevemente nel 1992 per seppellire suo padre.

In Libia la ricchezza di risorse di petrolio e gas è ampia ma in gran parte non è stata sfruttata pecrhé i loro dittatori hanno sempre cercato di impedire di aumentare la situazione economica dei libici. Anche il potenziale minerario del paese è in gran parte inesplorato.

FORBES



venerdì, marzo 28, 2014

Famiglia reale libica

Il primo ministro libico vuole riabilitare la Famiglia Reale

Faccio notare che in Libia si sventola la bandiera del Regno di Libia, diventata il simbolo della Libertà e della Rinascita del Paese.

Il primo ministro libico Ali Zeidan ha chiesto al Congresso generale nazionale (parlamento) di approvare una legge che riconosca il ruolo svolto da Re Idris per la creazione di una Libia indipendente, e che abroghi le leggi di Gheddafi contro la famiglia reale.
Tra queste, le condanne a morte nei confronti di membri della famiglia reale, la confisca di tutti i beni e la privazione della cittadinanza libica.

Il primo ministro Zeidan ha detto che è il momento di far capire ai libici ed al mondo che Gheddafi aveva compiuto una grande ingiustizia nei confronti della famiglia reale .
Re Idris è stato il leader dei libici nella loro lotta per l'indipendenza dall'Italia e dovrebbe essere riconosciuto come il fondatore dallo Stato libico.

La proposta di legge al Congresso presentata dal Primo Ministro contiene 3 clausole:
  • che il ruolo del defunto re, della regina Fatima, del principe ereditario Hassan e della sua famiglia sia riconosciuto avere un valore storico.
  • che "tutti i torti creati dal dittatore Gheddafi" contro il re e la famiglia reale siano dichiarati "nulli",
  • che il Congresso assicuri che le decisioni di cui sopra siano attuate.
Re Idris annunciò la sua abdicazione nel mese di agosto 1969 a favore di suo nipote, il principe ereditario, in vigore il 2 settembre, e questo spinse Gheddafi al colpo di stato un giorno prima.
Il Re è morto al Cairo nel 1983 e fu sepolto a Medina, in Arabia Saudita. La regina Fatima è morta nel 2009 anche lei sepolta a Medina.

L'odio di Gheddafi del Senussis era tale che il principe ereditario e la sua famiglia furono costretti a vivere in una cabina sulla spiaggia di Tripoli per 4 anni, prima di avere il permesso di andare a Londra per le cure mediche nel 1988, dove morì nel 1992.
Il figlio maggiore del principe ereditario Hassan è il principe Mohamed Al-Rida.

LINK
Zeidan calls on Congress to rehabilitate the royal family

sabato, ottobre 01, 2011

All'ONU la bandiera del Regno di Libia

La bandiera del Regno di Libia alle Nazioni Unite.

21 settembre 2011


All'Onu la bandiera della nuova Libia... di euronews-it

Si è svolta la cerimonia di cambio della bandiera del Regno di Libia alle Nazioni Unite.

La bandiera libica, rossa nera e verde, emblema della monarchia, ed utilizzata dai rivoluzionari che combattono contro la repubblica di Gheddafi, è stata piazzata dietro alla tribuna della sala dell'ONU dove si è svolta la riunione, sotto gli applausi dei partecipanti.

La bandiera della monarchia di Re Idris era stata issata per la prima volta lunedì davanti all'edificio delle Nazioni Unite a New York.


domenica, agosto 21, 2011

Ambasciata libica di Stoccolma

Per protesta contro il regime repubblicano di Gheddafi, dei manifestanti hanno occupato l'ambasciata libica di Stoccolma ed hanno issato la bandiera della monarchia di Re Idris.

11 agosto 2011

I manifestanti hanno sventolato la bandiera della monarchia che ha governato la Libia prima del golpe del 1969.
Questa bandiera - considerata la "Bandiera dell'Indipendenza" - è usata dai rivoluzionari che combattono contro la repubblica di Gheddafi.

Testimoni oculari hanno detto che i manifestanti gridando, hanno gettato libri e immagini di Gheddafi dalle finestre.

E' la terza volta quest'anno che degli esuli libici prendono d'assalto quest'ambasciata.
L'ambasciata libica a Stoccolma è stata ufficialmente chiusa all'inizio di quest'anno, ma il personale del regime di Gheddafi utilizza ancora l'edificio. Al momento dell'occupazione, l'edificio era vuoto.

LINK
Protesters break into Libyan Embassy in Stockholm

Libyan embassy in Stockholm occupied

lunedì, giugno 20, 2011

Gheddafi contro l'umanità

A quanto racconta il giornalista del Guardian Chris Stephen, i ribelli libici hanno trovato migliaia di documenti che rivelano nel dettaglio gli agghiaccianti ordini dati personalmente da Gheddafi, di bombardare e affamare il popolo della città di Misurata.

Un documento mostra come Gheddafi abbia ordinato all’esercito di isolare Misurata e impedire che arrivassero in città rifornimenti di cibo e farmaci.

Un altro documento mostra come i soldati di Gheddafi siano istruiti a uccidere i ribelli feriti, in aperta violazione della Convenzione di Ginevra.

Dovrebbe esserci anche un documento in cui Gheddafi chiede che a Misurata “il mare da blu diventi rosso”.

Questi documenti, custoditi in una località segreta, saranno consegnati al Tribunale Penale Internazionale e costituiranno prove contro Gheddafi, quando sarà sotto accusa per crimini contro l’umanità.

Non è la prima volta che un presidente della repubblica, per mantenere il potere, si macchia di crimini contro l’umanità.

Al contrario non si è mai visto un Re dare ordini del genere contro il suo popolo.

Un motivo in più per preferire la Monarchia alla repubblica!

LINK
Muammar Gaddafi war crimes files revealed

venerdì, aprile 29, 2011

In Libia ritorna la monarchia

Mohammed al-Senoussi, principe ereditario della Libia in esilio, ha promesso di fare di tutto per favorire la creazione di uno Stato democratico, pronto a servire il popolo libico ed ha inoltre sollecitato un ritorno almeno transitorio alla monarchia costituzionale.


Ad un'audizione al Parlamento europeo a Bruxelles, il principe ha dichiarato:
Spetta al popolo libico decidere se vuole seguire la via di una monarchia costituzionale o di una repubblica.

Il principe ha aggiunto che la costituzione libica del 1951 modificata nel 1963, che stabiliva una monarchia costituzionale, potrebbe, modernizzata in modo adeguato, rappresentare la base di una nuova Libia.


Il mio ruolo comunque – ha detto il principe – è chiaro.
Che il popolo voglia o no una monarchia costituzionale, farò del mio meglio per contribuire a creare uno stato democratico per i libici, sulla base di un parlamento rappresentativo eletto con elezioni libere e giuste.


Al Senussi ha ritenuto di avere "buoni rapporti con il Consiglio nazionale di transizione, l'organo della rivolta, e di sostenerlo come "qualunque gruppo o organizzazione che lavora nell'interesse del popolo".

Mohammed el-Sinoussi, 48 anni, è il nipote del Re Idriss primo, destituito con un colpo di Stato da Gheddafi del 1969.

LINK
Libyan Prince: I’m Ready to Be King

giovedì, marzo 10, 2011

Principe libico chiede no-fly zone

Il principe libico in esilio, Mohammed el Senussi, ha chiesto alla comunità internazionale di creare una no-flyzone sulla Libia di Gheddafi ma è contrario all'invio di truppe di terra straniere nel paese.


Il principe in un comunicato diffuso a Londra ha detto :
Parlo a nome di tutti i libici quando chiedo una no-fly zone e attacchi aerei militari contro le difese aeree di Gheddafi, ma penso che sarebbe sbagliato inviare truppe di terra: il popolo libico non le vorrebbe.

La famiglia reale libica a cui appartiene Senussi fu rovesciata da Gheddafi nel colpo di stato militare del 1969, che poi abolì la Monarchia.

Mohammed El Senussi ha detto che una no-flyzone impedirebbe spargimento di sangue nel paese nord africano, dove i ribelli stanno lottando per rovesciare il leader libico.

Con la comunità internazionale ancora indecisi su come rispondere alla crisi in Libia, una controffensiva di Gheddafi, il quale ha detto che sarebbe morto in Libia piuttosto che arrendersi, ha fermato i ribelli nelle città occidentali di Zawiyah e Misurata.

Abbiamo bisogno di meno parole e più azione. Questa non è una crisi da discutere nelle commissioni, mentre uomini, donne e bambini vengono massacrati indiscriminatamente, è necessario intervenire il più presto possibile, ha detto Senussi.

Il Segretario di Stato americano Hillary Clinton ha chiarito che Washington ritiene che istituire una zona di non volo è di competenza delle Nazioni Unite e non deve essere un'iniziativa guidata dagli Usa.

Alla domanda se riteneva che una no-fly zone sarebbe sufficiente per evitare ulteriori spargimenti di sangue, il principe in esilio ha detto:"Sì, perché Gheddafi ora si affida completamente alla sua forza aerea per colpire le persone innocenti libiche. Se ci fosse una no-fly zone, non sarebbe in grado di usare tali forze."

Senussi ha detto di non avere piani immediati per tornare in Libia, considerandola mossa prematura.
Quello che mi preoccupa in questo momento è fermare l'uccisione e spargimento di sangue, che è più importante del mio ritorno.
Le brave persone di ogni tribù e di ogni regione della Libia mi dicono che la situazione sta peggiorando di ora in ora, ha detto, aggiungendo di essere in contatto con i ribelli.

Link
Libyan crown prince urges no-fly zone, air strikes

domenica, febbraio 27, 2011

Libici preferiscono la Monarchia alla repubblica

La bandiera monarchica della Libia è il simbolo di coloro che lottano per la Libertà e la Democrazia contro la repubblica dittatoriale di Gheddafi.


Oggi chiunque si oppone al dittatore Gheddafi sventola la bandiera del Regno della Libia, che diventa il simbolo della Libertà e della rinascita del Paese.

Il regime repubblicano italiano - che per convenienza ha sempre considerato la monarchia come una forma istituzionale antidemocratica (?) e legata al passato - non si aspettava che all'inizio del terzo millennio, la rivolta contro una repubblica possa essere simboleggiata da una bandiera monarchica.
L'uso della bandiera del Regno Unito della Libia non è solo un atto simbolico, ma è ricco di storia e di scottante attualità.

Questo significa che la Monarchia non è assolutamente legata al passato ma è il futuro.
Inoltre si capisce che anche oggi il popolo preferisce la Monarchia alla repubblica.
Evidentemente questa verità dà fastidio ai repubblicani italiani che temono che una cosa analoga possa avvenire in altri stati, chissà prima o poi anche in Italia....

Da Bengasi a Derna, arrivando sino a Tobruk, a ridosso del confine con l’Egitto, le bandiere monarchiche si avvicinano a Tripoli, hanno preso il posto dei drappi verdi simbolo della rivoluzione guidata dal Colonnello nel 1969.

La bandiera monarchica viene orgogliosamente esposta e sventolata in Libia ma anche all'estero, ed infatti i libici che vivono lontano dal loro Paese, per sostenere la ribellione, la usano davanti alle ambasciate.

La bandiera del Regno della libica, simbolo degli insorti, sventola addirittura all'ONU.
La delegazione della Libia alle Nazioni Unite ha sostituito la bandiera verde imposta da Gheddafi quando prese al potere, con quella a tre strisce rossa nera e verde, bandiera ufficiale prima del 1969, anno del colpo di Stato del rais.
Un segno evidente della distanza fra Gheddafi e i suoi diplomatici che in molte parti del mondo si sono dissociati dal governo e si sono apertamente schierati dalla parte della popolazione in rivolta.

Conquistata Bengasi, gli insorti hanno ammainato la bandiera verde della repubblica libica, issando quella rosso, nero e verde, con mezzaluna e stella: la bandiera monarchica di Re Idris.
La stessa issata dai manifestanti sulla cancellata dell'ambasciata libica a Roma, al grido:
Ecco la bandiera della Libia democratica, quella di re Idris .

La bandiera di Re Idris, che ora sventola di nuovo in Libia, è il vessillo di coloro che lottano per la democrazia contro il regime di Gheddafi.

Il principe della Libia in una intervista si è espresso contro la violenza e ha chiesto alla comunità internazionale di aiutare la Libia a togliere il potere a Gheddafi e fermare il massacro.

La prima bandiera nazionale della Libia (Regno della Libia) venne adottata quando la nazione ottenne l'indipendenza dall'Italia nel 1951 che aveva come capo di stato il Re Mohammed Idriss al-Senussi .
E' composta da una mezzaluna calante ed una stella bianca, su un tricolore a bande orizzontali rosso-nero-verde (con la banda centrale di altezza doppia rispetto a quelle due esterne).

Già emiro della Cirenaica e della Tripolitania, Sidi Muhammad Idris al-Mahdi al-Senussi salì sul trono di Libia quando il paese, colonia italiana dal 1911, ottenne l'indipendenza nel 1951. La Libia diventava una monarchia federale, in cui re Idris esercitava la funzione di capo di stato.

A seguito del colpo di stato del 1969, la bandiera venne sostituita da un tricolore con i colori panarabi: rosso, bianco e nero.
L'attuale bandiera tutta in verde venne adottata nel 1977, dopo la dissoluzione della Federazione delle Repubbliche Arabe, entità che per breve tempo unì la Libia ad Egitto e Siria, da non confondersi con la Repubblica Araba Unita.
È l'unica bandiera nazionale al mondo ad avere solo un colore e ad essere priva di disegni o insegne. Il verde simboleggia la devozione della gente nei confronti dell'Islam.

Prima di essere adottata in tutta la Libia unita nel 1951, la bandiera monarchica era già usata nella regione orientale della Cirenaica fin dal dicembre 1950.
Ancora oggi la rivolta contro Gheddafi è nata e guidata dalla Cirenaica.

giovedì, febbraio 24, 2011

Appello del principe della Libia

In questa intervista rilasciata ad Al Jazeera, il Principe Muhammad al-Senussi si è espresso contro la violenza e chiede alla comunità internazionale di aiutare la Libia a togliere il potere a Gheddafi e fermare il massacro.





W la Libia libera!

W la Monarchia !

martedì, febbraio 22, 2011

Libici con la bandiera del Regno di Libia

Dal caos nel quale è caduto il paese, non è escluso che in Libia possa avvenire la restaurazione della monarchia, rovesciata con un colpo di stato militare da Gheddafi nel 1969.

Intanto a Stoccolma, manifestanti hanno sventolato la vecchia bandiera del Regno Unito di Libia davanti alla ambasciata libica.

22 febbraio 2011


Inoltre il principe Idris Al Senussi ha parlato alla CNN sulle turbolenze del suo paese.
Il principe Idris Al Senussi, nipote del re deposto 42 anni fa, aveva avvertito:
"Potrebbe finire in una carneficina"

Speriamo che dalla rivolta contro la repubblica dittatoriale di Gheddafi, il popolo libico capisca che solo la Monarchia può salvare il Paese dalla dissoluzione.

sabato, febbraio 19, 2011

Ritorno della Monarchia in Libia?

Non tutto ciò che racconta la stampa italiana corrisponde esattamente a ciò che sta accadendo, figurati se in qualche paese ci sono delle possibilità al ritorno della Monarchia.

L'analista politico e della difesa australiano, Greg Copley, presidente della International Strategic Studies Association (ISSA) in Washington, DC, sostiene che il dittatore libico Gheddafi sta silenziosamente preparando il Paese al ritorno della Monarchia.

Copley spiega al sito OneNewNow.com:
Dall'inizio dell'anno scorso, Gheddafi ha capito che i suoi figli, e in particolare il suo erede designato, Saif al-Islam, avevano effettivamente preso contatto con i Fratelli Musulmani, che è un movimento in contrasto con le sue idee.
Così Gheddafi sta adottando misure per restaurare la monarchia che aveva rovesciato con un colpo di stato il 1° settembre 1969.


Copley afferma che Gheddafi vuole assicurarsi che gli islamisti radicali non prendano il potere e non vuole che il popolo libico lo ricordi come la persona che ha rovinato il paese.

Ha iniziato a restituire le proprietà, che appartenevano al defunto Re Idris, agli eredi del Re , afferma il presidente dell'ISSA.
E in fondo, credo che lui sta facendo quello che fece Franco in Spagna, che riportò il paese alla monarchia costituzionale.

Il principe ereditario libico Mohammed es-Senoussi (47 anni) vive a Londra dal 1988, è organizzò le manifestazioni contro la visita di Gheddafi a Parigi e Roma.

Meglio tardi che mai, apprezzare la Monarchia !!

martedì, ottobre 13, 2009

Re giordano decorato con la medaglia da Gheddafi


Domenica scorsa, il re di Giordania Abdullah II ha ricevuto la Medaglia Al Fateh Revolution, la massima onorificenza in Libia.

La medaglia, conferita dal leader libico Muammar Gheddafi, è stata consegnata al re dall'ambasciatore libico in Giordania, Mohammed Hassan Barghathi.

Barghathi ha detto a re Abdullah che Gheddafi desidera continuare a rafforzare i legami tra i due paesi.

Il sovrano ha espresso la stessa cosa ed orgoglioso delle stretta relazione tra Giordania e in Libia.

Link
King receives Libya's top honour

sabato, ottobre 10, 2009

Fatima, regina della Libia è morta



Fatima Ahmed al Sherif, ultima sovrana della Libia, vedova di Re Idris, se ne è andata alla veneranda età di 99 anni in un ospedale del Cairo, la città che accolse la famiglia reale dopo la detronizzazione compiuta dal colonnello Gheddafi.

La regina è morta il 3 ottobre, dopo aver trascorso le ultime tre settimane della sua vita in coma.
Il suo corpo sarà trasferito vicino alla città santa di Medina in Arabia. Dopo il colpo di stato del 1° settembre 1969, compiuto dal colonnello Gheddafi, né lei né il marito sono potuti ritornati in Libia.

Il Re e la Regina della Libia, sorpresi dal colpo di stato in Marocco, furono beneficiati dall’allora presidente egiziano Nasser di una casa al Cairo e una residenza estiva ad Alessandria, oltre a un vitalizio.
Re Idris morì nel 1983 a 94 anni.

Fatima era la figlia dell 'Impero Ottomano per il continente africano, il libico Ahmed Sherif al di Sanusi, uno dei più famosi eroi arabi provenienti dal Nord Africa e capo del movimento nazionalista, guidato dalla sua famiglia contro il colonialismo italiano in Libia.

Il figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, ha deciso di porgere le sue condoglianze alla famiglia di re Idris:«Ho appreso con profonda tristezza la notizia della morte della regina Fatima, figlia del mujahid Ahmad Sharif. Prego affinché la sua anima venga accettata da Allah»

Il giornale arabo ‘al-Sharq al-Awsat’ sottolinea che si tratta di una mossa senza precedenti, in forte contrasto con la linea ufficiale della repubblica libica.

La coppia reale non ebbe figli, in circa venti anni Fatima ebbe 14 aborti spontanei, nella disperata volontà di dare al marito il tanto desiderato erede maschio. Per questo motivo Re Idris nominò suo successore il fratello.

Link
Fátima Ahmed al Sherif, la última reina de Libia

LIBIA: ADDIO ALL'ULTIMA REGINA, MORTA LA MOGLIE DI IDRIS

venerdì, marzo 03, 2006

Libia:una repubblica dittatoriale

La Repubblica popolare araba di Libia è una dittatura, all'interno della quale Gheddafi controlla completamente il paese, e perciò la dimostrazione contro l'italia non può che essere stata affiancata o pilotata dal governo libico.
Infatti all'interno di una repubblica dittatoriale è molto difficile che possano avvenire delle dimostrazioni popolari spontanee.

Inoltre il presidente della repubblica libica ha affermato che sono possibili altri attacchi se il governo di Roma si rifiuterà di indennizzare il popolo libico.
Questa affermazione rafforza l'idea che le dimostrazioni anti-italia siano volute e controllate dal regime repubblicano libico.

Cosa fa la repubblica italiana?
Come pensa di risolvere il problema?
Come difende i nostri interessi?


Ricordiamo che Idris I, re della Libia venne deposto nel 1969 da un colpo di stato incruento che portò al potere il colonnello Gheddafi.
Il suo regno fu caratterizzato da una politica apertamente filo-occidentale, che allentò il legame con i paesi arabi.

Ah se in Libia, invece di una repubblica, ci fosse un regno!


''A Bengasi volevano uccidere il console Pirrello''
Libia, Gheddafi: ''Italia ci riscarcisca altrimenti possibili altri attacchi''
Il leader libico: ''Non escludo altri attacchi se il governo di Roma si rifiuterà di indennizzare il popolo libico''
Tripoli, 2 mar. (Ign) - ''Volevano uccidere il console italiano, Franco Maria Pirrello''. Era questo l'obiettivo dell'assalto al consolato italiano di Bengasi dello scorso 17 febbraio, durante il quale sono morte 14 persone. A dirlo è il leader Moammar Gheddafi, in un discorso trasmesso in diretta dalla televisione libica.

Il colonnello libico, però, non si ferma qui. Senza perifrasi, Gheddafi minaccia l'Italia se Tripoli non sarà risarcita per quanto commesso dal regime coloniale italiano. ''Non escludo altri attacchi se il governo di Roma si rifiuterà di indennizzare il popolo libico per quanto commesso dal regime coloniale italiano in Libia''.

Intanto oggi è stato un giorno di amnistia nel paese del colonnello Gheddafi.. Il governo ha ordinato il rilascio di 130 prigionieri politici detenuti in una prigione di Tripoli, 85 dei quali appartenenti al partito fuorilegge della Fratellanza musulmana e che, secondo gli osservatori, sarebbe stato dietro le violenze contro il consolato italiano di Bengasi. Alcuni movimenti per la difesa dei diritti umani avevavano richiesto il rilascio degli attivisti della Fratellanza musulmana fin da quando, negli anni '90, erano stati arrestati a causa del loro sostegno al partito politico. Da cinque mesi gli 85 detenuti si erano appellati alla Corte suprema contro la sentenza di colpevolezza. Molti di loro erano professionisti e studenti al momento dell'arresto ed erano stati inizialmente processati da una Corte popolare, poi abolita l'anno scorso.

IGN