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domenica, aprile 21, 2013

Repubblica chiusa nel bunker

Napolitano rieletto dalla partitocrazia 
La repubblica teme la fine
e si chiude nel bunker

E' la prima volta che un presidente uscente rimane al Quirinale.
Giorgio Napolitano è stato eletto a grande maggioranza al sesto scrutinio dal PD, PdL, Lista civica di Monti e persino dalla Lega Nord. Un esito inaspettato e imprevedibile dopo lo stallo politico-istituzionale in seguito ai primi 5 scrutini.
Lacerato dalle divisioni interne il PD ha trascinato il Parlamento in una situazione di stallo, qualsiasi altro nome diverso da Napolitano, molto probabilmente, sarebbe stato bruciato come Marini e Prodi.

Il segretario dimissionario del Partito democratico (Bersani) si era addirittura rivolto a Napolitano in ginocchio, per chiedergli il bis al Quirinale : «Presidente, ci aspettiamo che lei ce le canti e ci dica che siamo tutti colpevoli perché ce lo meritiamo. Avrebbe pienamente ragione, lo sappiamo bene. Ma, premesso questo, adesso la preghiamo di fare un altro passo di generosità e di voler riconsiderare la sua indisponibilità a una nuova candidatura. Le domandiamo insomma di restare, l’Italia ha ancora bisogno di lei, un bisogno assoluto…».
corriere

Qualcuno parla di “vittoria di Berlusconi” ma è però affrettato e propagandistico. Sicuramente lo sconfitto è il PD, ma nessuno ha vinto, anzi tutti hanno perso, compreso il Movimento 5 Stelle che ha scaricato la sua frustrazione con deliranti accuse di “golpe” e con tentativi sbiaditi di marce su Roma che lasciano ampi dubbi sulla sua credibilità.
Tra parentesi non capisco per quale motivo il M5S abbia sostenuto con tanto vigore Rodotà, anche lui una persona della Casta e che nel passato criticò duramente lo stesso Grillo.

La rielezione di Napolitano è la sconfitta della repubblica, del Parlamento e dei partiti
La repubblica teme la fine e si chiude nel bunker
repubblica nel bunker
Dopo il governo monti - voluto da napolitano -, dopo i 10 saggi - voluti da napolitano-, la riproposizione di Napolitano sancisce il fatto che in Italia si è instaurata una repubblica presidenziale di fatto, quasi sprezzante nei confronti della costituzione, visto che il presidenzialismo non è previsto dalla carta.

Dalle elezioni del presidente della repubblica viene al pettine il nodo più importante della repubblica: l’impossibilità che i partiti, con storie diverse, ambizioni diverse, percorsi persino distanti e antagonisti, possano mettersi d'accordo nel trovare un capo di stato super partes.
Le convulsioni di questi giorni rappresentano il fallimento strutturale della repubblica, che appunto si basa sulla presunzione che un presidente possa rappresentare l'Unità del Paese.

Lo stesso Napolitano pochi mese fa aveva messo in evidenza i rischi per la democrazia di un suo secondo mandato. Riporto il testo di una lettera scritta da lui al quotidiano “Pubblico” il 28 settembre 2012:
“Caro direttore, Le scrivo per sgomberare – spero definitivamente – il campo da ogni ipotesi di ‘Napolitano bis’. Non è solo un problema di indisponibilità personale, facilmente intuibile, da me ribadita più volte pubblicamente. La mia è soprattutto una ferma e insuperabile contrarietà che deriva dal profondo convincimento istituzionale che il mandato (già di lunga durata) di Presidente della Repubblica, proprio per il suo carattere di massima garanzia costituzionale, non si presti a un rinnovo comunque motivato. Né tantomeno a una qualche anomala proroga.”.

Anche Ciampi disse :
"Il rinnovo di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato."
Dichiarazione del Presidente Ciampi in merito ad un rinnovo del mandato

Visto che "A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca", ho l'impressione che Napolitano abbia accettato di fare il bis anche per cercare di salvare il suo partito, che in effetti è allo sbando.

Se è esagerato sostenere che ci sia stato un golpe, certamente la rielezione di Napolitano è il tentativo da parte del regime di difendere lo status quo, l’accordo fra Berlusconi, Monti e Bersani rivela quanto sia vero che i partiti si mettono sempre d'accordo per spartirsi il potere, e certifica il sistema oligarchico della repubblica e il comatoso delirio di onnipotenza dei partiti.

venerdì, aprile 19, 2013

Caos e guerra per il Quirinale

Elezione del presidente della repubblica: caos dentro e fuori il Parlamento, guerra tra partiti e dentro il PD

L'occupazione dei partiti del Quirinale certifica il fallimento della repubblica che porta l'Italia nel fango!

Dopo le prime tre votazioni, anche alla 4° c’è stata una fumata nera.
Prodi non è riuscito a raggiungere il quorum, che nella quarta votazione si era abbassato a quota 504.
Dopo le forte tensioni legate all'accordo siglato con il PdL di sostenere Marini, Bersani ha proposto Prodi. Con questa mossa Bersani voleva cercare di sanare la divisione interna al partito, ma Prodi però si è fermato a 395 consensi, con ben 101 voti in meno rispetto alla soglia che era alla portata del PD.

L'elezione del nuovo presidente della repubblica sta spaccando il PD, le decisione avanzate dal vertice del partito sono sempre smentite dai fatti, Bersani ormai non tiene più sotto controllo il partito che è allo sbando, diviso in correnti.

Rosy Bindi si è dimessa da presidente assemblea PD, e Bersani ha deciso di lasciare la guida del partito : "Tra di noi uno su quattro ha tradito. Abbiamo prodotto una vicenda di gravità assoluta, sono saltati meccanismi di responsabilità e solidaretà, una giornata drammaticamente peggiore di quella di ieri”.

Per protestare contro la candidatura dell'ex premier del centrosinistra, Pdl e Lega non hanno partecipato al quarto scrutinio e alla riunione dei gruppi del Pdl, Berlusconi aveva detto :La candidatura di Marini è stata accantonata violando la parola data.

D'altronde Prodi è una scelta che divide il Paese, è stato il principale avversario di berlusconi, è l’uomo delle tasse e dei tanti misteri non ancora risolti della prima repubblica
Il M5S ha fatto un appello ai democratici : "Sostenete Rodotà e si apriranno praterie per il governo" 
Nella piazza di Montecitorio, assistiamo alla spettacolo indecoroso del circo della repubblica .... Fratelli d'italia affetta la mortadella. I fans di Rodotà cantano Bella Ciao. Casapound urla contro Prodi e Beppe Grillo. I berlusconiani gridano al Giuda per Bersani. Alessandra Mussolini indossa la maglietta (Il diavolo veste Prodi)

Da quello che sta succedendo si capisce bene che l’elezione del presidente della repubblica sono come quelle del congresso di un partito, in una repubblica il Quirinale è trattato come se fosse la sede di partito, dove i partiti sono le correnti di un unico partito, il partito della repubblica.

La repubblica sta dimostrando quello che è : una specie di dittatura, dove i partiti occupano tutte le istituzioni dimenticando gli interessi degli italiani.

Il Quirinale è sempre stato monopolio partitocratico e queste elezioni lo dimostrano.
La repubblica è un sistema oligarchico trasversale ben congegnato, chiuso alla democrazia, dove il profilo dell'inquilino del colle deve avere connotati che garantiscano il sistema oligarchico dei partiti.

L'elezioni del presidente della repubblica dà proprio il senso dello scollamento con il paese reale, e fornisce al paese l'immagine di una repubblica fragile, misera e impazzita.

Come si fa solo ad immaginare che il presidente della repubblica possa unire gli Italiani, quando si vede che la sua elezione impedisce la nascita del governo, blocca le istituzioni, divide il parlamento e spacca i partiti?

La Monarchia unisce
la repubblica divide

mercoledì, aprile 17, 2013

Quirinale: palazzo dei partiti

In questi giorni non si fa altro che parlare di chi sarà il prossimo presidente della repubblica, ma tra i partiti c'è soltanto diffidenza e tensione per il timore di aver al Colle un avversario o di perdere un compagno di partito.

Nella lista di persone che potrebbero salire al Colle ci sono tre tipi di candidati: le persone impresentabili - una perfetta fotografia del fallimento della repubblica che ha affossato il Paese - quelle inadatte e quelle troppo di parte che dividono addirittura i partiti al loro interno.
In particolare la scelta del successore di Napolitano spacca il PD, Renzi contro Finocchiaro e Marini, a sua volta attaccato da Bersani che affida il PD a Barca ...

La coincidenza tra le elezioni politiche e quelle del capo di stato chiarisce bene quanto il presidente della repubblica sia espressione dei partiti: non solo il Presidente della repubblica è votato dai partiti ma addirittura la sua elezione impedisce la nascita di un nuovo governo.

Dopo 50 giorni dalle elezioni, la nuova legislatura non ha ancora un "suo governo", e il governo Monti - che ci aveva regalato napolitano - continua ad essere operativo, con grande soddisfazione della troika che ha trasformato l'Italia in una provincia dell'Euro-repubblica.
Il nuovo governo nascerà da un “inciucio” tra partiti, che per questione di spartizione è stato posticipato alle scelta del presidente della repubblica, anche lui figlio dalla logica spartitoria che ha regolato la repubblica fin dal 1946.

I repubblicani sono dei masochisti: vogliono un presidente della repubblica che sia super partes, ma poi lo votano i partiti, trovandolo tra la partitocrazia...
Quirinale, il palazzo dei partiti
Nel "gioco del Colle" i partiti si preoccupano solo di non danneggiare il proprio partito e i propri privilegi, e litigano tra loro senza esclusioni di colpi, ed ogni ipotesi provoca mugugni.

Visto che l'accusa più forte che si fa nei confronti della Monarchia è che il Re non è eletto, l'elezione del presidente della repubblica dovrebbe essere un momento di festa e di vanto per i repubblicani - se non altro per dimostrare questa presunta superiorità della repubblica sulla Monarchia - ma invece ogni volta è solo fonte di preoccupazione e guerra.

I cosiddetti "grandi elettori" che eleggeranno il successore di Napolitano, non riescono a trovare un nome su cui convergere e non c'è neppure una ristretta rosa di nomi di alto livello, ma soltanto alcune ipotesi che con il passar del tempo complicano la situazione.
Tra parentesi è significativo che i politici che eleggono il presidente della repubblica siano chiamati “grandi elettori”.
Mentre noi poveri cittadini siamo semplici elettori, che possiamo solo scegliere le persone nominate dalle segreterie dei partiti, coloro che eleggono il presidente sono "grandi", chiaro indice di superiorità e di arroganza da parte della casta dei politici nei confronti del popolo.
Alla faccia della costituzione che afferma che la sovranità è del popolo ...

I vari incontri, alle volte clandestini, tra partiti, peraltro finora privi di effetti concreti, servono solo per piazzare al Quirinale uno di loro che possa contribuire a "salvare il sistema", cioè garantire la sopravvivenza del regime oligarchico della repubblica.
La casta dei partiti si affanna a trovare un “politico” da mandare al Quirinale che vada bene per tutti o barattandolo con il Governo del Paese, ma la crisi del sistema è talmente profonda che non basta trovare il nuovo inquilino al Colle, e nemmeno ritornare a votare la stessa nomenklatura.

In questa repubblica il caos è talmente complicato e assurdo che la convivenza civile è davvero a rischio.
Penso che neanche nel più incivile degli Stati, le Istituzioni e la "Cosa Pubblica" sono stati maneggiati con tanta volgarità e spregio.
Noi poveri italiani osserviamo attoniti allo spettacolo indecoroso della repubblica, mentre nel frattempo il potere d’acquisto delle famiglie crolla, il numero delle persone a rischio di povertà aumenta, e le imprese sono strozzate dal governo Monti che non ricevono i crediti che vantano dallo Stato.

Di fronte a tanta miseria come non si può pensare con rimpianto al Regno d'Italia, quando il Capo dello Stato non era eletto dai partiti, che traeva il proprio potere direttamente dalla Legge e dalla Storia, garantendo cosi' la continuità dello Stato, al di la delle vicissitudini politiche!


mercoledì, aprile 02, 2008

DC, Pizza, elezioni


La Dc di Pizza è stata riammessa alle consultazioni elettorali dal Consiglio di Stato distruggendo cosi' il trofeo di guerra sbandierato con spavalderia da Casini, che allora ebbe la meglio nella guerra sullo Scudo crociato.

La clamorosa riammissione della DC alle prossime imminente elezioni sembrerebbe un pesce d’aprile ma invece e’ un fatto vero e la Dc di Giuseppe Pizza, che si fregia di rappresentare la storia della Balena Bianca, correrà alle elezioni.

La riammissione della DC ha l’effetto di un terremoto che smuove tutto il mondo politico, adesso c’e’ chi si lamenta, chi ha paura di perdere, chi gioisce che forse vincera’, chi non sa cosa fare, chi prega, chi da tempo lo prevedeva e si sta divertendo...

Non sono un esperto, ma forse il ricorso e’ giusto perche’ Pizza e la sua Dc erano le uniche ad avere il diritto a presentarsi con lo scudo crociato dal momento che aveva vinto la battaglia giudiziaria per i beni e il simbolo della vecchia Democrazia Cristiana, ma perche’ si arriva a questo punto solo adesso ?
Non si poteva giungere a questa conclusione prima?

E poi, chi si sobbarcherà i costi di questa bella frittata all’Italiana?
Ovviamente saranno gli italiani a pagarli, che devono pagare sempre gli errori compiuti dalla repubblica che inesorabilmente “uccide” il nostro paese.

Si puo' considerare questa notizia come una burla, una barzelletta, un pesce d’aprile in ritardo, una pazzia, una bacchetta magica di qualche politico di razza ma, secondo me, rimane il fatto che la DC di pizza rappresenta un altro sfregio all’immagine, gia’ negativa, della repubblica.

Altro che telenovelas, questo e’ puro ed insuperabile spettacolo repubblicano!!

l Consiglio di Stato riammette la lista apparentata con il Pdl al Senato
Torna la Dc di Pizza: «Ora rinvio del voto»
Ricorso accolto: potrà correre alle elezioni. Il segretario: ci spettano altri 15 giorni per la campagna


MILANO - L'ex sindaco di Padova Settimo Gottardo ancora non ci crede: «Sono un vecchio dc, scettico: ho paura che sia vero come i pinguini che volano della Bbc». E invece niente pesce d'aprile, la notizia ha l'ufficialità di uno stemma della Repubblica e il crisma di una sentenza del Consiglio di Stato: la Dc di Giuseppe Pizza è stata riammessa alle elezioni del 13-14 aprile, dalle quali era stata esclusa qualche settimana fa. Notizia solo apparentemente di nicchia: perché la vittoria giudiziaria rischia di deflagrare in una competizione elettorale già avviata, destabilizzando il centrodestra. Con il rischio estremo, ancora allo stadio di ipotesi, di uno slittamento del voto che potrebbe dare tempo prezioso al partito democratico di Walter Veltroni. All'origine della disputa giudiziaria, l'utilizzo dello scudo crociato. Troppo simile a quello dell'Udc di Pier Ferdinando Casini, secondo una precedente ordinanza del Tar della Campania. Il rischio di creare confusione nell'elettorato aveva portato all'esclusione dalle liste. Ora, la riammissione del «glorioso simbolo dello Scudo Crociato - Libertas, dopo la proditoria esclusione», come dice Pizza. Ma che succederà ora? «Adesso — spiega — spetta al governo e al ministro Amato rimetterci nelle condizioni di svolgere correttamente la campagna elettorale, al pari di tutti gli altri partiti».

Già, perché i giochi sono fatti da tempo, sorteggio sulle liste e operazioni burocratiche comprese. E la Dc ha meno di 15 giorni per portare a termine la sua campagna elettorale contro i 30 previsti per legge: «Infatti chiediamo un spostamento del voto di almeno quindici giorni, per il rispetto della legge sulla par condicio». Casini non sarà entusiasta della sentenza: «Io ho sempre cercato di aver un buon rapporto con lui — spiega Pizza, che festeggia con i suoi al ristorante —. Ma ha preferito creare un partito padronale. Comunque Casini usa illegittimamente il simbolo. Noi rappresentiamo la continuità storica con la Dc, che non è mai stata mandata a casa dagli elettori: l'ultima volta che si presentò, nel lontano '92, ottenne il 29,2 per cento dei consensi». Tra sofismi, cavilli, cause e faldoni, Pizza non molla. E chiede il rinvio del voto, a costo di far arrabbiare qualcuno nel centrodestra: «Non mi importa, decide la direzione della Dc non gli altri. Con il Pdl abbiamo solo un accordo tecnico al Senato. Restiamo di centro e proporzionalisti. Siamo ferocemente contrari a questo sistema elettorale e all'abolizione delle preferenze: un golpe».

La sentenza del Consiglio di Stato ha un effetto collaterale importantissimo, come spiega Gianluigi Pellegrino, avvocato della Sinistra Arcobaleno: «Riconosce che la giurisdizione sull'ammissione delle liste alle elezioni politiche è amministrativa». Non una cosa da poco, visto che sono pendenti una serie di ricorsi presentati contro l'ammissione del Movimento per l'Autonomia di Raffaele Lombardo. Pendono, perché tutti gli organi teoricamente preposti si sono chiamati fuori dalla titolarità del giudizio: «C'è un vuoto di tutela grave — spiega Pellegrino —. Finalmente, con questa sentenza, si stabilisce che c'è un giudice a Berlino. A questo punto, da giurista, dico che occorre il tempo necessario per attivare la tutela. E quindi credo che sia necessario un rinvio della data delle elezioni».
corriere



Amato: non escluso rinvio elezioni per riammissione Dc

Il ministro dell'Interno dopo l'accoglimento del ricorso da parte del Consiglio di Stato: ''La decisione in ogni caso compete a governo e presidente della Repubblica''. La Democrazia cristiana di Pizza: ''Si è trattato di un'arbitraria decisione amministrativa e di insensibilità politica da parte di Amato''. Berlusconi: ''Sarebbe un danno per il Paese che ha bisogno di un governo immediatamente operativo''.
adnkronos

porcellum, ciampi e la repubblica


Molti politici, osservatori, giornalisti criticano la legge elettorale, il cosiddetto porcellum, che effettivamente causa una situazione parlamentare frammentata, altera gli effettivi equilibri di voti ed indebolisce la stabilita’ del governo.

Il giudizio negativo sulla legge elettorale pero’ e’ strumentalmente usato solo per attaccare il governo berlusconi, dimenticando che la colpa non fu solo del ministro calderoni ma anche di ciampi.
Evidentemente per non imbarazzare ciampi e per non screditare la figura superpartes (una farsa) del presidente della repubblica, si nasconde il fatto che la situazione del Senato è stata determinata dal presidente ciampi il quale rimandò il cosiddetto «porcellum» alle Camere perché pretendeva, ed ebbe, la ripartizione del premio di maggioranza su base regionale anziché nazionale.

In questa situazione caotica ci sono poi gli imbrogli che sono la tipica caratteristica della repubblica, gia’ ampiamente utilizzati durante il referendum istituzionale del 1946 monarchia-repubblica.

Oltre all’Italia territoriale in cui vota chi paga le tasse c’e’ un’Italia estera dominata da imbrogli e comportamenti farseschi : schede pazze, alle volte ci sono troppe schede altre volte poche, c’e’ chi vota due o tre volte, chi vorrebbe votare una volta sola non può perché la scheda non è arrivata, i seggi restano aperti per vari giorni ...

Insomma per il porcellum dobbiamo ringraziare ciampi
Per gli imbrogli dobbiamo ringraziare la repubblica

Che razza di democrazia sarebbe questa repubblica?


La polemica
Quirinale: «Gravi le parole di Berlusconi»
Il leader del Pdl: «Difficile governare con Ciampi, che stava dall'altra parte». In serata la replica del Colle

ROMA - Silvio Berlusconi pronuncia la frase "incriminata" durante un forum organizzato dal Tempo: «Sappiamo che il Consiglio dei ministri non potrà approvare nulla che non debba passare sotto le forche caudine di un capo dello Stato che sta dall'altra parte». Il leader del Pdl ricorda il suo «rapporto con Ciampi» e cita anche un esempio: «Nell'attuale legge elettorale così maltrattata c'era solo una cosa da cambiare ed era il premio di maggioranza al Senato, che da regionale doveva diventare nazionale. Il grosso guaio fu dovuto a un'interpretazione della Costituzione da parte del Quirinale». Una critica esplicita al Colle, dunque. Poco dopo, però, è lo stesso Berlusconi a precisare il suo intervento: «Mi riferivo al rapporto dialettico con Ciampi. Non c'entra niente Napolitano, con cui ho un ottimo rapporto e a cui porto affetto e stima che so essere condivise».

LA REPLICA - Ma al Quirinale non basta. In serata, infatti, arriva la replica: «La Presidenza della Repubblica - chiunque ne fosse il titolare - ha sempre esercitato una funzione di garanzia nell'ambito delle competenze attribuitele dalla Costituzione senza mai sottoporre a interferenze improprie le decisioni di alcun governo, e considera grave che le si possano attribuire pregiudizi ostili nei confronti di qualsiasi parte politica».

LA TELEFONATA - Una dura presa di posizione. Tanto che poco dopo il portavoce di Berlusconi, Roberto Bonaiuti, riferisce di una telefonata chiarificatrice tra il leader del Pdl e il Capo dello Stato: «Berlusconi ha chiamato Napolitano per chiarire ancora meglio il senso del suo intervento».

ISTITUZIONI - Ma è, in serata, ospite al programma «Conferenza stampa» su Rai Due, che Berlusconi torna a parlare delle grandi istituzioni, pur senza citare il Colle. Alla domanda se pensi che siano contro di lui ha risposto: «Non è che confermo un'opinione, è la realtà». L'ex premier ribadisce che nel 2006 ci sono state irregolarità. «La sinistra è arrivata alla pari nel 2006, ma ci sono stati molti brogli e un uso improprio delle schede bianche tanto che secondo noi si sarebbe dovuto ricontare le schede, ma la sinistra non l'ha consentito e ha messo le mani su tutte le istituzioni. La Corte Costituzionale vede 11 giudici dalla parte della sinistra, contro 3 dei nostri; al Csm è la stessa cosa, i sindacati pure, la grande stampa è a sinistra e parte dei Pm, non solo sono a sinistra, ma usano i loro poteri per fare lotta politica. Quindi la situazione è obbiettivamente difficile».

VELTRONI - Sempre durante «Conferenza stampa», in quello che è stato una specie di duello televisivo in due tempi, anche Walter Veltroni interviene sull'argomento: «Quella di oggi è una brutta smentita» afferma, riferendosi alle tensioni tra Berlusconi e il Quirinale. «Attaccare il Capo dello Stato presente e passato e poi dover smentire e telefonare è una cosa che ci riporta esattamente indietro in questo quattordicennio».

corriere

martedì, luglio 10, 2007

Video sui brogli

Un video-denuncia su larepubblica documenta i brogli avvenuti in Australia in occasione delle scorse elezioni politiche e riapre la polemica sui dubbi sulla regolarità del vorto degli italiani all'estero.

Guarda il video



Nelle immagini si vede una mano che compila mucchi di schede, assegnando preferenze in massa per l'Unione al Senato (scheda viola) e, per errore, per Forza Italia alla Camera (scheda arancione). Le schede vengono poi richiuse e sistemate nelle buste originali del Consolato e sigillate. Sono almeno un centinaio.

L'autore, riferisce Repubblica, avrebbe denunciato invano l'accaduto al suo partito e solo ora si sarebbe deciso a farlo a mezzo stampa.

Se questo video non è una bufala, non ci sarebbe più dubbi sulle presunte irregolarità nelle elezioni politiche dell'aprile 2006, vinte di stretta misura dal centrosinistra.

Perchè questo video è pubblicato solo adesso e non subito dopo le elezioni? Mistero.

Purtroppo viviamo in uno stato repubblicano dove i dubbi sui risultati elettorali sono concreti e legittimi.

Come nel referendum istituzionale del 1946, i vincitori(?) considerano la verifica dei risultati solo una perdita di tempo, invece che un passaggio esenziale per assicurare la democrazia.

La questone più inquietante è che la repubblica italiana non riesce a fare a meno dei brogli!


Brogli alle elezioni: un video dall'Australia sul voto degli italiani all'estero "taroccato"

Ricordate le polemiche sui presunti brogli elettorali per le elezioni degli italiani all’estero? Numerose furono le contestazioni e le segnalazioni, da ogni parte del mondo, circa le irregolarità sul voto. Il Giornale dedicò all’argomento diversi articoli. Oggi Repubblica.it mette online, in esclusiva, un video girato in Australia, dove si vede chiaramente che un centinaio di schede elettorali vengono compilate in blocco, poi richiuse e sistemate nelle buste originali del Consolato e sigillate. "Il filmato l'ho fatto io stesso durante la campagna elettorale per le scorse elezioni politiche in cui io ero candidato al Senato nella lista Udeur di Mastella", spiega Paolo Rajo.

Il racconto del candidato "Mi chiamo Paolo Rajo lavoro come giornalista e presentatore nella stazione radio Rete Italia, conducendo il programma del mattino. Ero andato in giro a chiedere voti come facevano tutti i candidati e sono capitato a casa di un conoscente con famiglia numerosa. Essendo molto conosciuto e amato proprio per il lavoro che faccio, sono stato accolto con estrema gioia da questa persona. Quando poi gli ho spiegato il motivo della mia visita mi ha detto candidamente "Ma Paolo, noi ti stiamo già aiutando, in garage c'è mo figghiu cu ati boy frend che ti stanno a riempire le tue ballot paiper (leggi: schede elettorali). Resto spiazzato, lo ringrazio, poi ripensandoci, gli chiedo di spiegarmi perché in garage e perché con altri amici? Ti faccio vedere, vieni e mentre andavamo nel suo garage mi spiega che era stato avvicinato da alcune persone che gli avevano detto: "Se vuoi aiutare Paolo ti portiamo dei pacchi di schede e ti diciamo cosa devi fare, poi passeremo noi a riprenderle e daremo anche una cassa di birra ai ragazzi che ci aiuteranno".

Il racconto prosegue e nel filmato si vedono pacchi di schede con ancora i plichi originali, spediti dal Consolato. E come in una catena di montaggio le schede venivano votate. Tutto filmato da Paolo Rajo, con il suo telefonino. Il candidato dell’Udeur, resosi conto che la cosa era tutt’altro che regolare, informa il suo partito, prima per e-mail, poi per posta. Ma nessuna risposta. Più tardi viene contattato per la nota spesa da comunicare in vista del rimborso elettorale. Ma su quel “voto anomalo” nessun accenno. Come se niente di anomalo fosse accaduto. E invece…

ilgiornale

giovedì, novembre 30, 2006

Voto repubblicano



Il Servizio studi della Camera (di bertinotti) ha presentato i primi dati rilevati dalla giunta per le Elezioni di Montecitorio sulle ultime elezioni politiche e nelle tabelle riassuntive si scopre che a vincere le elezioni di aprile non è stato Prodi ma Berlusconi.
Leggendo le pagine 330 e 331 e sommando il totale dei voti delle due coalizioni presentati dagli uffici di Bertinotti si evince che
i voti della Cdl sono 18.976.902 contro i 18.935.047.

Inoltre Fontana (di forza italia) afferma che, dai dati dell'Ufficio studi di Montecitorio, alla Camera i votanti sono stati 39 milioni 276mila 893, mentre il totale dei voti tra validi, bianche, nulle e contestate è di 39 milioni, 300mila 351. Quindi sono state conteggiate 23.458 schede in più rispetto al numero dei votanti mntre la differenza di voti a favore dell'Unione rispetto alla Cdl è stata di 24.755.
Sempre più difficile ed inquietante.

Oggi, intanto, la giunta per le Elezioni della Camera deciderà se ricontare tutte le schede bianche e nulle o limitarsi a effettuare controlli a campione.


Il Servizio studi della Camera ha già detto che una verifica puntuale dei voti sarà molto difficile, se non impossibile.

Oltre al fatto che è sempre più difficile scegliere chi votare (la classe politica è molto modesta) adesso si aggiunge che in questa repubblica non si sa neanche chi ha vinto.

Povera Italia.

fonte web
ilgiornale

martedì, novembre 28, 2006

Deaglio show



Ho appreso dall’Ansa che la Procura della repubblica di Roma ha aperto un fascicolo su Enrico Deaglio per diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico.

Alle volte pensando male ci azzecchi.
Ebbene comincio a pensare che questa azione della procura sia uno stop imposto dall'alto.

Infatti il DVD di Deaglio ha messo in difficoltà il governo prodi e la maggioranza piuttosto che l'opposizione.
Ecco quindi che per evitare che la situazione possa ulteriormente peggiorare si decide (chi?..) che non serve più indagare.

Insomma nessun riconteggio delle schede, forse è meglio far finta che tutto va bene.
Per la repubblica un'altra figuraccia.

adnkronos