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giovedì, marzo 16, 2023

Ritorno in Italia dei Savoia, 20 anni fa

20 anni fa il ritorno in Italia dei Savoia, il principe Vittorio Emanuele, la principessa Marina Doria ed il principe Emanuele Filiberto a Napoli

15 marzo 2023

Esattamente 20 anni fa (15 marzo 2003) la famiglia reale d'Italia, il principe Vittorio Emanuele di Savoia, la moglie Marina Doria ed il figlio, il principe Emanuele Filiberto, tornarono in Italia dopo 57 anni d’esilio.

Un anno prima il governo di Berlusconi aveva espresso il suo parere favorevole al rientro dei Savoia ed il parlamento italiano nel 2002 aveva approvato in via definitiva il cambiamento dell’articolo della Costituzione che proibiva agli eredi maschi di Casa Savoia di rientrare in Italia. 

L’esilio ebbe inizio subito dopo il referendum Monarchia repubblica del 2 giugno 1946 ed il 14 giugno Re Umberto II lasciò l'Italia per vivere in esilio in Portogallo.

Il 15 luglio 2002 la Gazzetta Ufficiale aveva pubblicato la legge costituzionale che annullava gli effetti del primo e del secondo comma della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione, mentre è rimasto valido, ed è tuttora nella Costituzione, il 3° comma che riguarda i beni dei Savoia.

Il testo della norma : "I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici né cariche elettive.

Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l'ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale.

I beni, esistenti nel territorio nazionale, degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, sono avocati allo Stato. I trasferimenti e le costituzioni di diritti reali sui beni stessi, che siano avvenuti dopo il 2 giugno 1946, sono nulli."

Le legge costituzionale fu approvata con due votazioni a maggioranza assoluta da entrambe le camere, (contro Rifondazione Comunista, il Partito dei Comunisti Italiani, parte dei Verdi ed alcuni deputati e senatori della Margherita e dei Democratici di Sinistra. La Lega si astenne, perché sosteneva il federalismo e criticava l’unificazione nazionale).

Il 15 marzo 2003, alle 14:45, da un aereo Falcon 900 proveniente da Ginevra il principe Vittorio Emanuele di Savoia, la moglie Marina Doria ed il figlio, il principe Emanuele Filiberto, atterrarono all’aeroporto napoletano di Capodichino. 

Scelsero Napoli perché Re Umberto II, era molto amato dalla città e lo stesso Vittorio Emanuele nacque a Napoli, nel 1937, da dove con la nave lasciò l'Italia, insieme alla regina Maria Josè ed alle sue sorelle, le principesse Gabriella, Maria Pia e Beatrice. Quando ci fu il referendum istituzionale il 2 giugno 1946, a Napoli la monarchia ottenne il 79% dei voti , senza dimenticare che a febbraio del 1944, il governo italiano e la monarchia si trasferirono a Salerno, che divenne di fatto capitale del Regno. 


sabato, marzo 04, 2023

Statuto Albertino

Lo Statuto Albertino promulgato da Re Carlo Alberto di Savoia.

4 Marzo 1848

Il 4 marzo ricorre l'anniversario della "nascita" dello Statuto del Regno o Statuto fondamentale della Monarchia, noto a tutti come Statuto Albertino, dal nome del Sovrano sabaudo che lo promulgò: Carlo Alberto di Savoia-Carignano.

Nel preambolo autografo dello stesso Carlo Alberto viene definito come «Legge fondamentale perpetua ed irrevocabile della Monarchia sabauda».

Il 17 marzo 1861, con la fondazione del Regno d'Italia, divenne la carta fondamentale della nuova Italia unita e rimase formalmente tale, pur con modifiche, fino al biennio 1944-1946 quando, con successivi decreti legislativi, fu adottato un regime costituzionale transitorio, valido fino all'entrata in vigore della Costituzione della repubblica Italiana, il 1º gennaio 1948.

In seguito ai moti promossi dalle classi borghesi, cui talora partecipò anche l'aristocrazia, nelle principali città del Regno di Sardegna], Re Carlo Alberto prese una serie di provvedimenti di stampo liberale.

In seguito Re Carlo Alberto fece redigere una dichiarazione dei principi che saranno alla base dello Statuto (termine ripreso dalla tradizione di Amedeo VIII di Savoia) composta da quattordici articoli, e che venne proclamata al popolo l'8 febbraio 1848, che vennero formalmente concesse per la benevola generosità del sovrano, il quale unì al paternalismo una velata minaccia di non procedere oltre se i "popoli" non fossero stati "degni" delle sue manifestazioni di apertura. 

Dopo che il Consiglio di Conferenza concluse il compito di redigere lo Statuto, il 4 marzo Re Carlo promulgò lo Statuto.


domenica, giugno 05, 2022

Festa dello Statuto Albertino

Oggi è la prima domenica di giugno nella quale si celebra la Festa dello Statuto Albertino.

5 giugno 2022

Durante il Regno d'Italia, la prima domenica di Giugno era la Festa dello Statuto Albertino.

Lo Statuto del Regno (noto come Statuto Albertino dal nome del re che lo promulgò, Carlo Alberto di Savoia), fu la costituzione adottata dal Regno sardo-piemontese il 4 marzo 1848 a Torino.

Lo Statuto Albertino divenne poi nel 1861 la prima Costituzione del Regno d'Italia, promulgato dal Re Carlo Alberto di Savoia a Torino il 4 marzo 1848.

Lo Statuto Albertino è la Carta fondamentale concessa da Re Carlo Alberto di Savoia il 4 marzo 1848 nel Regno di Sardegna, e poi estesa al Regno d'Italia il 17 marzo 1861.

La data dello Statuto è legata al glorioso Risorgimento, che segna l'ora in cui Casa Savoia, sovrapponendo lo scudo sabaudo al tricolore italiano, realizzò l'Unità Nazionale.

W lo Statuto Albertino !
W Casa Savoia !
W il Re !
W il Regno d'Italia !

domenica, giugno 06, 2021

Festa dello Statuto Albertino

Oggi è la prima domenica di giugno nella quale si celebra la Festa dello Statuto Albertino.

6 giugno 2021

Durante il Regno d'Italia, la prima domenica di Giugno era la Festa dello Statuto Albertino.

Lo Statuto del Regno (noto come Statuto Albertino dal nome del re che lo promulgò, Carlo Alberto di Savoia), fu la costituzione adottata dal Regno sardo-piemontese il 4 marzo 1848 a Torino.

Lo Statuto Albertino divenne poi nel 1861 la prima Costituzione del Regno d'Italia, promulgato dal Re Carlo Alberto di Savoia a Torino il 4 marzo 1848.

Lo Statuto Albertino è la Carta fondamentale concessa da Re Carlo Alberto di Savoia il 4 marzo 1848 nel Regno di Sardegna, e poi estesa al Regno d'Italia il 17 marzo 1861.

La data dello Statuto è legata al glorioso Risorgimento, che segna l'ora in cui Casa Savoia, sovrapponendo lo scudo sabaudo al tricolore italiano, realizzò l'Unità Nazionale.

W lo Statuto Albertino !
W Casa Savoia !
W il Re !
W il Regno d'Italia !

domenica, giugno 07, 2020

Festa dello Statuto Albertino

Oggi è la prima domenica di giugno nella quale si celebra la Festa dello Statuto Albertino.

7 giugno 2020

Durante il Regno d'Italia, la prima domenica di Giugno era la Festa dello Statuto Albertino.

Lo Statuto del Regno (noto come Statuto Albertino dal nome del re che lo promulgò, Carlo Alberto di Savoia), fu la costituzione adottata dal Regno sardo-piemontese il 4 marzo 1848 a Torino.

Lo Statuto Albertino divenne poi nel 1861 la prima Costituzione del Regno d'Italia, promulgato dal Re Carlo Alberto di Savoia a Torino il 4 marzo 1848.

Lo Statuto Albertino è la Carta fondamentale concessa da Re Carlo Alberto di Savoia il 4 marzo 1848 nel Regno di Sardegna, e poi estesa al Regno d'Italia il 17 marzo 1861.

La data dello Statuto è legata al glorioso Risorgimento, che segna l'ora in cui Casa Savoia, sovrapponendo lo scudo sabaudo al tricolore italiano, realizzò l'Unità Nazionale.

W lo Statuto Albertino !
W Casa Savoia !
W il Re !
W il Regno d'Italia !

lunedì, marzo 04, 2019

Statuto Albertino

Nascita dello Statuto Albertino, promulgato da Re Carlo Alberto di Savoia.

4 Marzo 1848

Il 4 marzo ricorre l'anniversario della "nascita" dello Statuto del Regno o Statuto fondamentale della Monarchia, noto a tutti come Statuto Albertino, dal nome del Sovrano sabaudo che lo promulgò: Carlo Alberto di Savoia-Carignano.

Nel preambolo autografo dello stesso Carlo Alberto di Savoia viene definito come «Legge fondamentale perpetua ed irrevocabile della Monarchia sabauda».

Il 17 marzo 1861, con la fondazione del Regno d'Italia, divenne la carta fondamentale della nuova Italia unita e rimase formalmente tale, pur con modifiche, fino al biennio 1944-1946 quando, con successivi decreti legislativi, fu adottato un regime costituzionale transitorio, valido fino all'entrata in vigore della Costituzione della repubblica Italiana, il 1º gennaio 1948.




martedì, dicembre 04, 2018

40 anni della Costituzione Spagnola

Il Re Felipe e Re Juan Carlos commemorano il 40° anniversario della Costituzione Spagnola

dicembre 2018

Le Loro Maestà il Re Felipe e Re Juan Carlos di Spagna hanno ricevuto in udienza il Consiglio del Parlamento consultivo per commemorare il 40° anniversario della Costituzione, composta da persone di grande prestigio per la loro carriera, esperienza.

Il Congresso dei Deputati e il Senato hanno approvato una proposta di legge e mozione per promuovere iniziative in tutte le istituzioni per celebrare la commemorazione del 40° anniversario della Costituzione spagnola.

domenica, marzo 04, 2018

Statuto Albertino

Lo Statuto Albertino promulgato da Re Carlo Alberto di Savoia.

4 Marzo 1848

Il 4 marzo ricorre l'anniversario della "nascita" dello Statuto del Regno o Statuto fondamentale della Monarchia, noto a tutti come Statuto Albertino, dal nome del Sovrano sabaudo che lo promulgò: Carlo Alberto di Savoia-Carignano.

Nel preambolo autografo dello stesso Carlo Alberto viene definito come «Legge fondamentale perpetua ed irrevocabile della Monarchia sabauda».

Il 17 marzo 1861, con la fondazione del Regno d'Italia, divenne la carta fondamentale della nuova Italia unita e rimase formalmente tale, pur con modifiche, fino al biennio 1944-1946 quando, con successivi decreti legislativi, fu adottato un regime costituzionale transitorio, valido fino all'entrata in vigore della Costituzione della repubblica Italiana, il 1º gennaio 1948.

Viva il Regno d'Italia


sabato, marzo 04, 2017

Statuto Albertino

Nascita dello Statuto Albertino, promulgato da Re Carlo Alberto di Savoia. 

Viva il Regno d'Italia!

4 Marzo 1848

Il 4 marzo ricorre l'anniversario della "nascita" dello Statuto del Regno o Statuto fondamentale della Monarchia, noto a tutti come Statuto Albertino, dal nome del Sovrano sabaudo che lo promulgò: Carlo Alberto di Savoia-Carignano.

Nel preambolo autografo dello stesso Carlo Alberto viene definito come «Legge fondamentale perpetua ed irrevocabile della Monarchia sabauda».

Il 17 marzo 1861, con la fondazione del Regno d'Italia, divenne la carta fondamentale della nuova Italia unita e rimase formalmente tale, pur con modifiche, fino al biennio 1944-1946 quando, con successivi decreti legislativi, fu adottato un regime costituzionale transitorio, valido fino all'entrata in vigore della Costituzione della repubblica Italiana, il 1º gennaio 1948.

domenica, novembre 08, 2015

Muro di Berlino e la repubblica italiana

La caduta del Muro di Berlino è l'evento epocale che anticipò il crollo del comunismo e la fine della divisione dell'Europa.

9 novembre 2015


Per celebrare la caduta del muro di Berlino, il Parlamento italiano, con la legge 61 del 15 aprile 2005, aveva istituito il "Giorno della Libertà".

Purtroppo però in Italia questa celebrazione crea fastidio ed imbarazzo, e i mass media e i governi non prendono iniziative adeguate per commemorarlo.

Perché questo imbarazzo da parte delle istituzioni repubblicane?
Il motivo è che la costituzione repubblicana è stata scritta anche dai comunisti italiani e quindi la repubblica si sente in imbarazzo quando si parla degli orrori compiuti dai comunisti.

Come si può infatti considerare davvero democratica la repubblica italiana se si fonda anche sulla ideologia del comunismo, che invece è l'opposto della Libertà, festeggia dalla ricorrenza del muro di Berlino creata dai comunisti?

Insomma affinché anche in Italia si possa festeggiare davvero la caduta dei Berlino, è necessario che ci sia una nuova Costituzione e un capo di stato non più legato alla politica e idiologie .  Un Re!!

martedì, giugno 02, 2015

2 giugno il fallimento della repubblica

La repubblica è l'emblema della partitocrazia, della corruzione e della perdita di sovranità.

Che senso festeggiare il 2 giugno,
se la repubblica ha distrutto il Paese ?

2 giugno

La partitocrazia è nata durante la repubblica. Il CLN è stato il germe della partitocrazia, e in seguito la repubblica è stato il terreno fertile affinché i partiti potessero occupare tutti i gangli dello Stato .

Anche se formalmente il suo compito sarebbe quello di difendere la Costituzione, il presidente della repubblica scelto e votato dai partiti, è il garante del regime, che deve ringraziare e favorire la classe politica che lo porta al Quirinale ...

Durante il periodo repubblicano l'Italia è peggiorata sempre di più.
La Politica, intesa come nobile servizio per il bene di tutti, non esiste più, i partiti sono diventati comitati d'affari.

La corruzione e il declino sono il paradigma della repubblica italiana: per mantenere il potere ha corrotto la società, e ogni parvenza di legalità, serietà e sicurezza sono stati progressivamente sostituiti dalla illegalità, confusione e incertezza.

Per quanto riguarda la Mafia, che esiste da secoli in Italia, prima della repubblica la Mafia era un fenomeno esterno allo Stato, mentre adesso non esiste più un chiaro confine tra Stato e Mafia.

Il fallimento della repubblica ha poi causato la perdita della sovranità monetaria e nazionale, avvenuto senza il coinvolgimento del popolo e senza referendum.
La frase recitata dalla costituzione "La sovranità appartiene al popolo" è diventata una farsa.

L'Italia non è più uno Stato completamente libero e indipendente, la repubblica ha tradito il popolo. Sotto il falso mito dell’europeismo la repubblica ha venduto la sovranità del popolo italiano alla BCE e all'UE.

Che senso festeggiare il 2 giugno, se la repubblica ha distrutto il Paese ?

domenica, giugno 01, 2014

2 giugno fallimento della repubblica

Davanti al fallimento della repubblica che ha distrutto il Paese, cosa c'è da festeggiare ?

La repubblica è l'emblema della partitocrazia, della corruzione e della perdita di sovranità.

La partitocrazia, che è la degenerazione di una classe politica che invece di servire un Paese lo sfrutta, è nata proprio durante la repubblica. Infatti il CLN è stato il germe della partitocrazia, la repubblica è stato il terreno fertile affinché i partiti potessero occupare tutti i gangli dello Stato.

Anche il presidente della repubblica appartiene alla "casta", scelto e votato dai partiti.
Anche se formalmente il suo compito sarebbe quello di difendere la Costituzione, in realtà il presidente della repubblica è il garante del regime, e deve perpetuare la classe politica che lo porta al Quirinale ...

Durante il periodo repubblicano l'Italia è peggiorata sempre di più.
La Politica, intesa come nobile servizio per il bene di tutti, non esiste più, i partiti sono diventati comitati d'affari, lontani dalle esigenze e dai problemi dei cittadini, dove gli interessi dei partiti e dei politici prevalgono su quelli del Paese e della collettività.

Senza alcun dubbio la repubblica italiana è un regime oligarchico che invece di difendere il Paese e il popolo si preoccupa di occupare tutto, gli enti locali, gli enti di previdenza, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la RAI, i giornali....

E' ovvio che il popolo non può amare una oligarchia, ed ecco che tra italiani e le istituzioni repubblicane c'è un distacco incolmabile.

La corruzione e il declino sono il paradigma della repubblica italiana: per ottenere il consenso la repubblica ha cercato di corrompere tutta la società, per mantenere il potere ha creato un enorme debito pubblico, e adesso ogni parvenza di legalità, serietà e sicurezza sono stati progressivamente sostituiti dalla illegalità, confusione e incertezza.

Per quanto riguarda la Mafia, che esiste da secoli in Italia, prima della repubblica la Mafia era un fenomeno esterno allo Stato, mentre adesso non esiste più un chiaro confine tra Stato e Mafia.
Ci sono diversi livelli interscambiabili tra lo stato repubblicano e la Mafia, molti politici e funzionari dello stato, a ragione o torto, sono stati considerati come referenti della mafia…

Un altro fenomeno negativo nato durante la repubblica è il terrorismo, durante il quale la dialettica politica si è trasformata in lotta armata.  L'Italia repubblicana è l'unico grande Paese europeo dove il terrorismo politico abbia avuto una così lunga cittadinanza.
Inoltre alcune stragi sono considerate addirittura "stragi di stato", oppure non sono stati trovati i veri responsabili, e questo dimostra le grave colpe della repubblica di non aver contrastato adeguatamente questo fenomeno.

Un'altra dimostrazione del fallimento della repubblica è la perdita di sovranità monetaria e nazionale, passaggi avvenuti senza il coinvolgimento del popolo e senza referendum.
Altro che "La sovranità appartiene al popolo", recitata dalla costituzione !
Grazie alle irresponsabilità compiute dalla repubblica, l'Italia non è più uno Stato libero e indipendente, la repubblica ha tradito il popolo. Sotto il falso mito dell’europeismo la repubblica ha venduto la sovranità del popolo italiano alla BCE e all'UE.

Quindi con il 2 giugno si festeggia la casta, i partiti, la partitocrazia, la burocrazia, le banche, insomma tutte le oligarchie che sfruttano il popolo e che hanno enormi e scandalosi privilegi.

Perché festeggiare la repubblica il 2 giugno ... ?



venerdì, novembre 09, 2012

Muro di Berlino e la repubblica italiana

Muro di Berlino e la repubblica italiana


Il 9 novembre è l'anniversario della caduta del Muro di Berlino, evento epocale che anticipò il crollo del comunismo sovietico e la fine della divisione dell'Europa.

Per celebrare la caduta del muro di Berlino, il Parlamento italiano, con la legge 61 del 15 aprile 2005, aveva istituito il "Giorno della Libertà", ma in Italia questa celebrazione continua a creare fastidio ed imbarazzo.
Perché questa reticenza?

Il motivo è che la costituzione repubblicana è stata scritta anche dai comunisti italiani e quindi la repubblica si sente in imbarazzo quando si parla degli orrori compiuti dai comunisti.

Inoltre l'attuale presidente della repubblica (napolitano) proviene dal partito comunista, e non l'ho mai visto celebrare il "Giorno della libertà" o criticare davvero gli orrori del comunismo.

Anche nel sito ufficiale del Quirinale non compare nemmeno una nota legata alla celebrazione del "Giorno della Libertà", che è stata istituita da una legge.

Speriamo che presto anche in Italia si possa festeggiare davvero la caduta dei Berlino, ma perché questo possa avvenire è necessario che ci sia una nuova Costituzione e un capo di stato non legato alla politica.
Un Re!!

lunedì, novembre 08, 2010

Muro di Berlino e Costituzione

Il 9 novembre è l'anniversario della caduta del Muro di Berlino, che anticipò il crollo del regime comunista sovietico e la fine della divisione delle genti europee.

Il Parlamento italiano, con la legge 61 del 15 aprile 2005, ha istituito il "Giorno della Libertà", quale evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo.

La celebrazione della caduto del muro di Berlino non serve solo per ricordare gli orrori compiuti dal comunismo ma è un valore proiettato verso il futuro e ci insegna che tutti i totalitarismi sono nemici dell’umanità.

Purtroppo però in Italia questo evento causa fastidio ed imbarazzo. Perché?

Il motivo è che il crollo del comunismo è una ricorrenza molto scomoda per la repubblica italiana.
Infatti la costituzione repubblicana è stata scritta anche dai comunisti e quindi la vulgata repubblicana si trova in difficoltà e imbarazzo quando si parla degli orrori compiuti dai comunisti.

Inoltre l'attuale presidente della repubblica proviene dal partito comunista ed io non l'ho mai visto celebrare il "Giorno della libertà" o criticare davvero gli orrori del comunismo.
Anche nel sito ufficiale del Quirinale non c'è nessun appuntamento o nota relativa alla ricorrenza "Giorno della Libertà", istituita da una legge.

La repubblica italiana è profondamente legata al comunismo e quindi, per eliminare questa reticenza e timidezza che accompagnano questa ricorrenza, è necessario che ci sia una nuova Costituzione finalmente non più legata a ideologie.

PS
e ci dovrebbe essere anche un capo di stato non più legato alla politica.
Un Re!!

mercoledì, giugno 16, 2010

Inno, legge, costituzione, repubblica

I leghisti non hanno mai difeso l’unità nazionale perchè la considerano un ostacolo alla secessione da loro auspicata, e le assenze dei ministri leghisti alle celebrazioni del 2 giugno e la mancata esecuzione dell'inno di Mameli all'inaugurazione della scuola di Vedelago sono le più recenti dimostrazioni.


Io però considero questi comportamenti leghisti delle cose folcloristico-politiche che non incidono sulla tenuta del nostro Paese. Piuttosto questi atteggiamenti suscitano scontri e tensioni all’interno della maggioranza, tra la componente ex-An del Pdl e del governo, spesso poi strumentalizzati dalla sinistra per mettere in difficoltà Berlusconi.

E' invece preoccupante che i valori fondamentali, come l’unità nazionale sono secondari agli interessi dei partiti.
Infatti il ministro della difesa Ignazio La Russa ha proposto di votare un decreto legge che imponga il canto dell'inno nazionale per evitare che questa polemica possa indebolire il governo e dividere il PdL.

Inoltre ho l’impressione che l’idea di imporre per legge il canto dell'inno nazionale possa causare effetti opposti a quelli desiderati, potrebbe incoraggiare una sorta di disobbedienza civile, moltiplicando le assenze alle cerimonie ufficiali...

Ancor più grave è il modo desolante in cui la repubblica appresta a celebrare il 150° anniversario dell’Unità Nazionale.

Il regime repubblicano e la classe politica hanno creato una immagine distorta della Storia del nostro Paese e hanno indebolito l’Italia.
La repubblica ha svuotato la Storia, usandola solo quando torna utile e gettandola quando non conviene più.

Per auto compiacersi e per assicurarsi il Potere, la repubblica ha voluto far dimenticare il periodo storico precedente al 1946, cercando di distruggere il Risorgimento e la Monarchia che ebbero il merito di realizzare l’Unità, con la conseguenza che adesso siamo orfani dei valori fondamentali del nostro Paese.

La repubblica ha considerato la Storia non un patrimonio da difendere ma l’ha trasformata in palinsesto, in una lavagna dove chiunque può scrivere e cancellare quello che serve per rafforzare le proprie convinzioni.
Ecco quindi abbiamo visto i comunisti, le brigate rosse, i terroristi, i democristiani, i socialisti, i mafiosi e poi gli ex-fascisti, gli ex-comunisti, i leghisti, i borbonici, che raccontano la storia dal loro punto di vista...

La storia raccontata dalla repubblica è una caotica aggregazione di opinioni risibili...
In queste maniera però tutto quello che si scrive è immediatamente sostituito da un altro, nulla rimane nella mente e nel cuore degli italiani.

Pur di propagandare la repubblica, si è giunti al punto di non avere neanche una idea dell’Italia stessa. Non è un caso quindi che invece di costruire un grande museo della storia nazionale o di organizzare dibattiti approfonditi sui 150 anni, il regime repubblicano ha deciso di celebrare l’Unità d’Italia realizzando opere pubbliche estranee all’idea di Unità, come un nuovo palazzo del Cinema a Venezia, un parco costiero in Liguria, un auditorium a Isernia...
Sono poi curioso di sapere come questi fondi sono stati gestiti dalla casta repubblicana....

Purtroppo le occasioni riguardante questo anniversario organizzate dalle istituzioni repubblicane o dai massmedia sono presentate male, piene di retorica che invece di rafforzare l’Unita causano disaffezione ai valori unitari.

In diverse circostanze la Lega ha preso le distanze dalle manifestazioni che riguardano l'anniversario dei 150 anni dell'Unità, ma la colpa di questa disaffezione risale alla nascita della repubblica che ha sempre indebolito il valore dell’Unità nazionale.
Ad esempio la Dc non ha mai esaltato il Risorgimento italiano che lo ha visto come un movimento anti clericale, di separazione tra la Chiesa e lo Stato. Anche il Partito comunista e il Partito socialista non hanno mai creduto nel Risorgimento, considerato un movimento di élite.
Senza contare poi che per i comunisti la patria era la repubblica sovietica e napolitano dovrebbe raccontare tante cose in merito...

I veri storici (non servi di una ideologia) sanno che il Risorgimento fu un movimento di popolo ma i partiti non tengono conto di quello che sostengono i storici a meno che non conviene...

Tornando alla idea di imporre l'inno nazionale, comincio a temere che qualcuno possa proporre una legge che obbliga a portare la Bibbia Civile della costituzione repubblicana (così la considera ciampi) così come fanno i cinesi con il libro rosso di Mao...

venerdì, dicembre 18, 2009

esasperazione della repubblica

Il presidente della repubblica ha affermato che il Paese è più coeso di quanto lo sia la sua politica, ormai giunta all'esasperazione.

Anch’io sono convinto che l’Italia rimane un Paese unito grazie alla parte sana della società italiana.
Ma c’è ben altro tra le frasi di napolitano, la sua dichiarazione non è solo una semplice considerazione condivisibile ma cela l’amara ammissione del capo dello Stato del fallimento della repubblica che lui difende.

In una repubblica il fallimento della politica – ormai un fatto incontrastabile – coinvolge tutto il sistema anche perchè il presidente della repubblica è sempre un politico imposto al Quirinale dai partiti.
Inoltre la repubblica è una oligarchia, tutte le istituzioni combattono tra loro per questioni di potere, la classe politica pensa solo ai suoi interessi lontana dai cittadini, anche il capo di stato proviene dalla casta dei partiti e quindi non esiste il capo di stato garante di tutti gli italiani.
Se poi addirittura napolitano si rende conto che la politica è dominata dalla esasperazione allora significa che siamo arrivati al fallimento totale della repubblica.

L’esasperata lotta politica tra tutte le istituzioni – politica, magistratura, Quirinale, corte costituzionale - dovrebbe far riflettere seriamente sulla deriva della politica e più in genere sul linguaggio dominante che circola nella repubblica.
Innumerevoli comportamenti ed eventi avvenuti nel periodo repubblicano hanno distrutto il nostro Paese, ormai la repubblica è una oligarchia lontana anni luce dalla società italiana e gli italiani non hanno più fiducia nelle istituzioni.

Nonostante la gravissima decadenza repubblicana l’Italia riesce a rimanere un Paese unito grazie a valori fondamentali riconducibili al periodo precedente all’avvento della repubblica (Monarchia. Risorgimento, Patriottismo) ed alla parte sana della società italiana, la quale è riuscita a resistere alla decadenza repubblicana per il semplice motivo che lo Stato e la Patria sono due concetti diversi.

Ampliando il discorso, la logica dell’odio è un dato antropologico della repubblica.
La repubblica non si fonda sul lavoro (una definizione non certo riuscita) ma sulla contrapposizione al nemico, il concetto di anti italianità, alle volte citato da qualcuno.
Per la repubblica la colpa è sempre dell’altro e di chi non appartiene alla sua faziosità politica e culturale, prima la colpa era del “fascismo” (in realtà il fascismo era per la repubblica..), della “Monarchia”, dei “Savoia”, poi del “capitale” (preso in prestito dal comunismo), della “società”, quindi di “Craxi”, della “Mafia”, ora c’è “Berlusconi” a catalizzare la nefandezza del sistema e quindi a giustificare la reazione repubblicana.

La debolezza della repubblica è che la repubblica, invece di basarsi esclusivamente su valori davvero essenziali e positivi, ha bisogno del nemico che si trasforma in odio verso il nemico.

Inoltre la repubblica è nata tra ideologie (comunismo fascismo antifascismo) e quindi il crollo delle ideologie ha causato la fine della prima repubblica.

E non solo, in Italia la stessa repubblica è una ideologia, incarnata dal pensiero repubblicanesimo che trasforma il binomio repubblica-costituzione in “patriottismo costituzionale” dove la Patria e la costituzione sono i valori che identificano la nazione.
Insomma il repubblicanesimo italiano ha la presunzione di elevare il valore del concetto di repubblica, la quale ingloba il concetto di Patria.
Nulla di più falso!

La repubblica non è solo una istituzione, la costituzione è la bibbia civile (come ciampi la considera) e perciò una religione senza Dio.

I massimi custodi del regime repubblicano si rifiutano di discutere con chi non la pensa come loro, disprezzano la Monarchia, impediscono qualsiasi modifica o critica.

Di fronte alla chiusura a qualsiasi tipo di cambiamento, alla mancanza di rispetto di chi propone idee e forme diverse, al disprezzo alla Storia del nostro Paese, allora significa che i massimi custodi della repubblica sono i talebani della fede repubblicana.

In fondo la costituzione repubblicana e un assurdo atto di fiducia già presente nell’articolo 139 della costituzione che ordina l’eternità della repubblica.

I sistemi istituzionali crollano, se non da una sconfitta militare, quando le loro classi dirigenti non afferrano più il senso delle realtà, iniziando a cedere alla corruzione, perdendosi nell’ammirazione dell’arte di galleggiare.
I sistemi istituzionali crollano, quando si ritrovano una classe dirigente siffatta e pochi politici si rendono conto della miseria nella quale si sono cacciati.
Questo progressivo incattivirsi ci avverte che siamo arrivati al punto di non ritorno ma non si ha il coraggio di dire che la repubblica è fallita, che c’è bisogno di una nuova costituzione, che c’è un Paese abbandonato a se stesso, governato in modo approssimativo da istituzioni incapaci di dare risposte.

Dopo tanta decadenza, si avrà la forza di restituire senso alla Politica, alla Patria?

venerdì, ottobre 09, 2009

corte costituzionale e repubblica, crisi di sistema

Cerco di analizzare la sentenza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano accettando l’ultima sentenza della Corte Costituzionale, senza chiedermi se sia giusta e se il Lodo Alfano sia incostituzionale.
La bocciatura del Lodo Alfano però invece di fare chiarezza, causa disorientamento. Il disorientamento lo provoca il fatto che, dopo solo 5 anni, l’orientamento della Corte Costituzionale è radicalmente modificato, e che la Corte ha emesso due sentenza contraddittorie tra loro.
La Corte 2004 bocciò il Lodo Schifani ma era correggibile e formalmente legittimo, invece la Consulta 2009, nonostante i rilievi indicati dalla corte 2004 erano sanati, boccia il Lodo Alfano e lo considera incostituzionale.
Perche due sentenze diverse ? È normale che possono succedere cose del genere?

D’altronde la sola contraddizione, rispetto all'evoluzione temporale delle sentenze già emesse, dimostra che all'interno della Corte Costituzionale esistono incrostazioni ideologiche e politiche che la mortificano.

Inoltre il verdetto della Corte 2009 è ancora più stupefacente perchè impedisce possibili decreti correttivi, è una bocciatura totale che smentisce anche il capo dello Stato ed il parlamento.

Sta di fatto che le due sentenze contraddittorie dimostrano che la Corte Costituzionale non è la Verità, ma cambia a secondo dei loro umori e membri.
E' difficile restare impassibili di fronte agli umori variabili della Corte ed è ingenuo pensare che non ci siano pressioni di ogni tipo sulla Corte. Fa sorridere il termine "moral suasion", usato per mascherare le pressioni per influenzare i giudici alla vigilia di una decisione politicamente così importante.
Certo i giudici costituzionali non vivono in una campana di vetro, ma è loro compito tutelare la loro indipendenza e credibilità.
Comunque colpisce la politicizzazione della Corte Costituzionale.

Altro fattore è la composizione dei membri della Corte visto che è decisiva per la sentenza. Chi li nomina?
La composizione dei 15 membri è: 1/3 nominati dal Presidente della Repubblica (5 dal politico di turno), 1/3 dal Parlamento (tre di maggioranza e due di opposizione) e gli altri 5 dalla Magistratura (anch’essa politicizzata).
Insomma la Corte Costituzionale è un organo politico perché i membri hanno dei punti di riferimento politico e perché nominati dalla classe politica.

La questione si complica. Perfino napolitano firmò la legge in quanto non lo considerava incostituzionale proprio in virtù del fatto che i precedenti motivi di incompatibilità con la Carta erano stati superati dal nuovo testo.
La Corte invece contraddice se stessa e prende in giro il parlamento ed il presidente della repubblica. (che tenerono conti della sentenza della Corte 2004)

Conclusione.
La sentenza costituzionale è solo un dettaglio di una situazione drammatica che da decenni domina nel nostro Paese.
Mi riferisco alla sempre più cruente lotte tra gli organi istituzionali: presidente della repubblica smentito dalla corte costituzionale, la magistratura contro la politica, il capo del governo contro capo di stato, la corte costituzionale contro il governo, ....
Dobbiamo renderci conto che in una repubblica anche gli organi istituzionali che dovrebbero essere esterni alla politica invece sono politicizzati (capo dello stato, corte costituzionale, magistratura).

Questo significa che c'è una profonda crisi di sistema.
In questa lotta tra i poteri istituzionali, la repubblica sta crollando, la fine si sta avvicinando...

venerdì, ottobre 17, 2008

Rai, giudice costituzionale, Pecorella, Orlando


Il Popolo della Libertà non accetta Orlando (dell'IdV) alla presidenza della vigilanza sulla Rai.
Per quanto riguarda l'elezione del giudice costituzionale vacante il Partito Democratico considera improponibile la proposta Pecorella del PdL.

L'ennesima vergogna del regime repubblicano è agli occhi di tutti :per questione di potere, la maggioranza ed opposizione litigano tra loro.
Un giudice costituzionale a me, ed un presidente della vigilanza sulla Rai a te.

Le persone di garanzia - in questo caso il presidente della vigilanza sulla Rai ed il giudice costituzionale - dovrebbero essere riconosciute come equilibrate e credibili da tutte le parti.

Invece assistiamo allo scambio indecente fra le autorità di garanzie, una situazione che polverizza il concetto stesso di garanzia.
Infatti se il barotto avvenisse, le due garanzie sarebbero votate anche se considerate indegne.

L'aspetto grottesco è che si vuol far passare come dialogo un baratto.
Il dialogo istituzionale è cosa buona e seria, ma quello cui stiamo assistendo, invece, è uno sconcio.

Inutile aggiungere che questa situazione è una giornata umiliante per il Parlamento e per le istituzioni repubblicane.
Per la settima volta dall'inizio della legislatura assistiamo all'ennesima fumata nera del Parlamento
Come è sempre avvenuto prima, la situazione si sbloccherà solo con il solito baratto tra i partiti.


Corte Costituzionale, dal Pd no a Pecorella
Il governo va avanti: «È lui il candidato»
Stop nella trattativa per l'elezione del giudice vacante.
Di Pietro: «Non cediamo a ricatti, Orlando in Vigilanza»
ilcorrieredellasera


Consulta, nuova fumata nera in Aula
Gaetano Pecorella, candidato del Pdl alla Consulta
Il Pdl: confronto con il Pd ma se salta Pecorella si ripartirà da zero
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