domenica, aprile 09, 2023
Buona Pasqua 2023
A tutti i lettori del Blog Monarchico
domenica, gennaio 15, 2023
Principe di Serbia riceve il metropolita
Il principe Alessandro e la principessa Caterina di Serbia ricevono il metropolita di Kitruski al Palazzo Bianco di Belgrado.
12 gennaio 2023
Le Loro Altezze Reali il principe Alessandro e la principessa Caterina di Serbia hanno ricevuto il metropolita di Kitruski, al Palazzo Bianco di Belgrado.Nell'incontro il Metropolita ha dimostrato di conoscere molto bene le attività della Famiglia Reale, ed ha parlato anche sui forti legami storici tra le Famiglie Reali di Serbia e Grecia.
In questa occasione il principe Alessandro ho mostrato al Metropolita la Cappella di Corte di Sant'Andrea dove ha cantato un inno dedicato alla nascita di Cristo.
Il principe Alessandro ha anche detto quanto sia importante rafforzare i legami tra il popolo serbo e greco e che è felice che il Metropolita Giorgio avrà un incontro con il Patriarca Serbo Porphyry.
lunedì, ottobre 10, 2022
451 anni fa battaglia di Lepanto
La battaglia di Lepanto che salvò l'Europa, grazie anche ai Savoia
7 ottobre 1571
La battaglia di Lepanto fu uno scontro navale avvenuto il 7 ottobre 1571, nel corso della guerra di Cipro, tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa .La coalizione cristiana era stata promossa da Papa Pio V per soccorrere la veneziana città di Famagosta, sull'isola di Cipro, assediata dai turchi.
La coalizione cristiana riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, del Regno di Spagna, del Regno di Napoli, del Regno di Sicilia, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana, del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca, del Ducato di Ferrara e del Ducato di Mantova.
Lo Stato sabaudo partecipò con tre galee (la "Capitana", la "Margherita" e la "Piemontesa"), al comando di Andrea Provana di Leynì. Papa Pio V aveva addirittura proposto quale comandante supremo di tutta la flotta cristiana il Duca Emanuele Filiberto di Savoia, ma il Duca sabaudo respinse l'offerta perchè, pur essendo stato un grande condottiero sulla terraferma, non era esperto di battaglie navali.
Durante la battaglia i piemontesi si batterono eroicamente come sempre, che si concluse con una schiacciante vittoria della Lega Santa che salvò la Cristianità da uno dei più massicci tentativi di invasione islamica.
domenica, novembre 21, 2021
Solennità di Cristo Re
Solennità di Cristo Re
24 novembre 2021
Cristo Re è uno degli appellativi di Gesù Cristo basato su diversi passaggi biblici, in uso in tutte le confessioni cristiane, e che è celebrato con una festività in suo onore, la Solennità di Cristo Re.L'11 dicembre 1925, papa Pio XI con l'enciclica Quas primas istituì la festa di Cristo Re e spiega che il regno di Cristo è principalmente spirituale, Gesù stesso l'ha detto più volte, in particolare davanti a Pilato dice:
"Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero perché io non fossi dato nelle mani dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui."
Pio XI, tuttavia, affermò anche che: "D'altra parte sbaglierebbe gravemente chi togliesse a Cristo Uomo il potere su tutte le cose temporali, dato che Egli ha ricevuto dal Padre un diritto assoluto su tutte le cose create, in modo che tutto soggiaccia al suo arbitrio".
Nella forma ordinaria del rito romano, frutto della riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II, la festa coincide con l'ultima domenica dell'anno liturgico.
giovedì, ottobre 07, 2021
450° anniversario battaglia di Lepanto
La battaglia di Lepanto che salvò l'Europa, grazie anche ai Savoia
7 ottobre 1571
450 anni fa la storica vittoria della flotta cristiana sull’Impero ottomano, che riunì l’Europa a difesa della Cristianità.
La battaglia di Lepanto fu uno scontro navale avvenuto il 7 ottobre 1571, nel corso della guerra di Cipro, tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa .
La coalizione cristiana era stata promossa da Papa Pio V per soccorrere la veneziana città di Famagosta, sull'isola di Cipro, assediata dai turchi.
La coalizione cristiana riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, del Regno di Spagna, del Regno di Napoli, del Regno di Sicilia, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana, del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca, del Ducato di Ferrara e del Ducato di Mantova.
Lo Stato sabaudo partecipò con tre galee (la "Capitana", la "Margherita" e la "Piemontesa"), al comando di Andrea Provana di Leynì. Papa Pio V aveva addirittura proposto quale comandante supremo di tutta la flotta cristiana il Duca Emanuele Filiberto di Savoia, ma il Duca sabaudo respinse l'offerta perchè, pur essendo stato un grande condottiero sulla terraferma, non era esperto di battaglie navali.
Durante la battaglia i piemontesi si batterono eroicamente come sempre, che si concluse con una schiacciante vittoria della Lega Santa che salvò la Cristianità da uno dei più massicci tentativi di invasione islamica.
mercoledì, ottobre 07, 2020
449° anniversario battaglia di Lepanto
La battaglia di Lepanto che salvò l'Europa, grazie anche ai Savoia
7 ottobre 1571
La battaglia di Lepanto fu uno scontro navale avvenuto il 7 ottobre 1571, nel corso della guerra di Cipro, tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa .
La coalizione cristiana era stata promossa da Papa Pio V per soccorrere la veneziana città di Famagosta, sull'isola di Cipro, assediata dai turchi.
La coalizione cristiana riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, del Regno di Spagna, del Regno di Napoli, del Regno di Sicilia, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana, del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca, del Ducato di Ferrara e del Ducato di Mantova.
Lo Stato sabaudo partecipò con tre galee (la "Capitana", la "Margherita" e la "Piemontesa"), al comando di Andrea Provana di Leynì. Papa Pio V aveva addirittura proposto quale comandante supremo di tutta la flotta cristiana il Duca Emanuele Filiberto di Savoia, ma il Duca sabaudo respinse l'offerta perchè, pur essendo stato un grande condottiero sulla terraferma, non era esperto di battaglie navali.
Durante la battaglia i piemontesi si batterono eroicamente come sempre, che si concluse con una schiacciante vittoria della Lega Santa che salvò la Cristianità da uno dei più massicci tentativi di invasione islamica.
lunedì, ottobre 07, 2019
448° anniversario battaglia di Lepanto
La battaglia di Lepanto che salvò l'Europa grazie anche ai Savoia
7 ottobre 1571La battaglia di Lepanto fu uno scontro navale avvenuto il 7 ottobre 1571, nel corso della guerra di Cipro, tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa .
La coalizione cristiana era stata promossa da Papa Pio V per soccorrere la veneziana città di Famagosta, sull'isola di Cipro, assediata dai turchi.
La coalizione cristiana riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, del Regno di Spagna, del Regno di Napoli, del Regno di Sicilia, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana, del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca, del Ducato di Ferrara e del Ducato di Mantova.
Lo Stato sabaudo partecipò con tre galee (la "Capitana", la "Margherita" e la "Piemontesa"), al comando di Andrea Provana di Leynì. Papa Pio V aveva addirittura proposto quale comandante
supremo di tutta la flotta cristiana il Duca Emanuele Filiberto di Savoia, ma il Duca sabaudo
respinse l'offerta perchè, pur essendo stato un grande condottiero sulla terraferma, non era esperto di battaglie navali.
Durante la battaglia i piemontesi si batterono eroicamente come sempre, che si concluse con una schiacciante vittoria della Lega Santa che salvò la Cristianità da uno dei più massicci tentativi di invasione islamica.
domenica, ottobre 07, 2018
447° anniversario battaglia di Lepanto
447° anniversario della battaglia di Lepanto !
7 ottobre 1571La battaglia di Lepanto fu uno scontro navale avvenuto il 7 ottobre 1571, nel corso della guerra di Cipro, tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa .
La coalizione cristiana era stata promossa da Papa Pio V per soccorrere la veneziana città di Famagosta, sull'isola di Cipro, assediata dai turchi.
La coalizione cristiana riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, del Regno di Spagna, del Regno di Napoli, del Regno di Sicilia, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana, del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca, del Ducato di Ferrara e del Ducato di Mantova.
La battaglia si concluse con una schiacciante vittoria della Lega Santa che salvò la Cristianità da uno dei più massicci tentativi di invasione islamica.
giovedì, settembre 20, 2018
XX settembre 1870
Con l'annessione di Roma al Regno d'Italia nasce l'Italia Unita e Laica
W il Regno d'Italia !
20 settembre 1870La presa di Roma, (breccia di porta Pia), fu l'episodio del Risorgimento che sancì l'annessione di Roma al Regno d'Italia, e quindi la nascita dell'Italia Unita e laica voluta da Vittorio Emanuele II e Cavour.
Non si deve dimenticare che lo Stato Italiano è un paese laico grazie alla Monarchia ed ai Savoia ! La laicità dello Stato si realizzò durante il Risorgimento.
Le truppe del Regno d'Italia entrano in Roma attraverso la Breccia di Porta Pia. La presa di Roma comportò l'annessione di Roma al Regno d'Italia, e decretò la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi.
L'anno successivo la capitale d'Italia fu trasferita da Firenze a Roma (legge 3 febbraio 1871, n. 33).
Il desiderio di porre Roma, città eterna, a capitale del Regno d’Italia, era già stato esplicitato in forma determinata da Cavour, in uno storico discorso al Parlamento italiano dell’11 ottobre 1860, a Torino.
"La nostra stella, o Signori, ve lo dichiaro apertamente, è di fare che la città eterna, sulla quale 25 secoli hanno accumulato ogni genere di gloria, diventi la splendida capitale del Regno italico."
mercoledì, settembre 20, 2017
XX settembre 1870
Con l'annessione di Roma al Regno d'Italia nasce l'Italia Unita e Laica
W il Regno d'Italia !
20 settembre 1870La presa di Roma, (breccia di porta Pia), fu l'episodio del Risorgimento che sancì l'annessione di Roma al Regno d'Italia, e quindi la nascita dell'Italia Unita e laica voluta da Vittorio Emanuele II e Cavour.
Non si deve dimenticare che lo Stato Italiano è un paese laico grazie alla Monarchia ed ai Savoia !
La laicità dello Stato si realizzò durante il Risorgimento.
Le truppe del Regno d'Italia entrano in Roma attraverso la Breccia di Porta Pia. La presa di Roma comportò l'annessione di Roma al Regno d'Italia, e decretò la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi.
L'anno successivo la capitale d'Italia fu trasferita da Firenze a Roma (legge 3 febbraio 1871, n. 33).
Il desiderio di porre Roma, città eterna, a capitale del Regno d’Italia, era già stato esplicitato in forma determinata da Cavour, in uno storico discorso al Parlamento italiano dell’11 ottobre 1860, a Torino.
"La nostra stella, o Signori, ve lo dichiaro apertamente, è di fare che la città eterna, sulla quale 25 secoli hanno accumulato ogni genere di gloria, diventi la splendida capitale del Regno italico."
domenica, settembre 20, 2015
XX settembre 1870
La presa di Roma, (breccia di porta Pia), fu l'episodio del Risorgimento che sancì l'annessione di Roma al Regno d'Italia.
Nasceva l'Italia Unita, Laica e liberale
W il Regno d'Italia!
20 settembre 1870Ricordo questa storica data che permise la nascita dell'Italia Unita, laica e liberale, voluta da Vittorio Emanuele II e Cavour.
Non si deve dimenticare che lo Stato Italiano è un paese laico grazie alla Monarchia ed ai Savoia!
La laicità dello Stato si realizzò durante il Risorgimento.
Le truppe del Regno d'Italia entrano in Roma attraverso la Breccia di Porta Pia.
La presa di Roma comportò l'annessione di Roma al Regno d'Italia, e decretò la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi.
L'anno successivo la capitale d'Italia fu trasferita da Firenze a Roma (legge 3 febbraio 1871, n. 33).
Il desiderio di porre Roma, città eterna, a capitale del Regno d’Italia, era già stato esplicitato in forma determinata da Cavour, in uno storico discorso al Parlamento italiano dell’11 ottobre 1860, a Torino.
"La nostra stella, o Signori, ve lo dichiaro apertamente, è di fare che la città eterna, sulla quale 25 secoli hanno accumulato ogni genere di gloria, diventi la splendida capitale del Regno italico."
sabato, settembre 20, 2014
XX settembre 1870
La presa di Roma, nota come breccia di porta Pia, fu l'episodio del Risorgimento che sancì l'annessione di Roma al Regno d'Italia, e nasceva l'Italia Unita, Laica e liberale
W il Regno d'Italia!
20 settembre 1870Visto che il regime repubblicano oscura tutto ciò che ha fatto la Monarchia Italiana per il ben del nostro Paese, è d'obbligo ricordare questa storica data, che permise la nascita dell'Italia Unita, laica e liberale, voluta da Vittorio Emanuele e Cavour.
Le truppe del Regno d'Italia entrano in Roma attraverso la Breccia di Porta Pia, sancendo così l'unificazione del paese.
La presa di Roma comportò l'annessione di Roma al Regno d'Italia, e decretò la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi.
L'anno successivo la capitale d'Italia fu trasferita da Firenze a Roma (legge 3 febbraio 1871, n. 33).
Il desiderio di porre Roma, città eterna, a capitale del Regno d’Italia, era già stato esplicitato in forma determinata da Cavour, in uno storico discorso al Parlamento italiano dell’ 11 ottobre 1860, a Torino.
"La nostra stella, o Signori, ve lo dichiaro apertamente, è di fare che la città eterna, sulla quale 25 secoli hanno accumulato ogni genere di gloria, diventi la splendida capitale del Regno italico."
lunedì, febbraio 11, 2013
Benedetto XVI si dimette
Il Papa ha annunciato la sua rinuncia al ministero di Vescovo di Roma.
11 febbraio 2013Nell'annuncio Benedetto XVI rinuncia al ministero petrino a partire dalle 20 del prossimo 28 febbraio, data e ora dalle quali la Santa Sede sarà considerata “vacante” e potrà essere convocato il nuovo Conclave.
Questa la dichiarazione di Papa Benedetto XVI durante il Concistoro per tre canonizzazioni:
Carissimi Fratelli,
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando.
Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.
Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.
Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti.
Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice.
Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.
mercoledì, settembre 19, 2012
XX settembre 1870
142 anni fa, la breccia di Porta Pia sanciva l'unificazione di Roma con il Regno d'Italia.
Purtroppo il regime repubblicano oscura e rimuove il profondo significato di questa data, ricordiamo questa importante data.
W l'Italia Unita, W il Regno d'Italia!
20 settembre 1870Il 20 settembre 1870 nasceva l'Italia unita, laica e liberale, voluta da Cavour e Vittorio Emanuele, da Garibaldi e Mazzini, e più in genere dagli italiani.
Le truppe del Regno d'Italia entrano in Roma attraverso la Breccia di Porta Pia, sancendo così l'unificazione del paese.
La presa di Roma comportò l'annessione di Roma al Regno d'Italia, e decretò la fine dello Stato Pontificio e del potere temporale dei Papi.
L'anno successivo la capitale d'Italia fu trasferita da Firenze a Roma (legge 3 febbraio 1871, n. 33).
Il desiderio di porre Roma, città eterna, a capitale del nuovo Regno d’Italia, era già stato esplicitato in forma determinata da Cavour, in uno storico discorso al Parlamento italiano dell’ 11 ottobre 1860, a Torino. Nel suo discorso Cavour affermò in parlamento che riteneva "necessaria Roma all'Italia", e che prima o poi Roma sarebbe stata la capitale.
Come in altre province italiane, anche a Roma fu indetto un referendum per sancire l'avvenuta riunificazione della città con il Regno d'Italia.
Il plebiscito si svolse il 2 ottobre 1870. I risultati videro la schiacciante vittoria dei sì, 40.785, a fronte dei no che furono solo 46.
Il risultato complessivo nella provincia di Roma fu di 77.520 "sì" contro 857 "no". In tutto il territorio annesso i risultati furono 133.681 "sì" contro 1.507 "no".
L’anniversario del 20 settembre è stato festività nazionale fino alla sua abolizione dopo i Patti Lateranensi nel 1930.
mercoledì, gennaio 16, 2008
Università della repubblica
Sua Santità Papa Benedetto XVI era stato invitato il 17 gennaio 2008 a parlare nell’Aula Magna dell’Università di Roma “La Sapienza” nel giorno della inaugurazione del 705esimo Anno Accademico.
Una sessantina di professori, supportati da collettivi universitari appartenenti alla sinistra, hanno addirittura accusato il Papa di voler entrare nella cittadella della conoscenza scientifica.
In seguito a violente reazioni dell'Ateneo contro il Papa, con un breve comunicato stampa il Vaticano ha reso noto che, per motivi di sicurezza del Pontefice, Benedetto XVI non visiterà l’Università la Sapienza di Roma.
Per quel che ne so, è la prima volta che l’inaugurazione dell'Anno Accademico della Sapienza è stata turbata da fatti come questi.
Un altro record negativo della repubblica.
In questa repubblica la cultura è nelle mani della sinistra, che in Italia significa comunismo.
In Italia gli intellettuali per lo più appartengono all’ideologia comunista, provengono dalla rivolta sessantottina nata negli ambienti marxisti, alcuni addirittura erano vicini al terrorismo rosso (brigate rosse..)
Il comunismo, essendo un'ideologia sbagliata ed assurda, non ha potuto costruito nulla di positivo, il suo fallimento era già evidente all'inizio.
Rimane però il grande problema che, forse, questa ideologia ha demolito quei valori e radici sulle quali si basava una società valida e funzionante, in sintonia con l'uomo.
In questo evidente direzione di degrado culturale-sociale- politico la repubblica ha gravi responsabilità in quanto fondata anche sull'ideologia comunista.
A fianco di questi post comunisti ci sono anche gli iper-laicisti, per i quali esistono solo le loro idee, i loro valori, i loro desideri.
Loro non ammettono il confronto civile, ma solo l'arroganza, l'inciviltà, l'offesa e la violenza verbale e fisica.
La differenza fra questi postcomunisti ed i fascisti, che tanto aborrono, è solo il colore.
Loro sono fascisti rossi, per giunta indottrinati che ripetono a pappagallo lezioncine confezionate da professori frustrati e arroganti, ignoranti e/o in malafede.
L’intolleranza è una tipica caratteristica della repubblica - già evidente nell'esilio dei Savoia e nel'art. 139 della costituzione che recita l'eternità della repubblica - la democrazia è spesso solo di facciata, la cultura è stata fatta a pezzi dalla politica e dalle ideologie.
Il fatto che il Papa, il filosofo Ratzinger, non possa tenere la sua lectio magistralis per l'inaugurazione dell'anno accademico della Sapienza di Roma fuga ogni dubbio sul livello delle nostre università.
E' particolarmente grave che sia avvenuta questa intolleranza nell’Università, il luogo più indicato per la dialettica.
E' noto che negli atenei repubblicani si vince una cattedre solo se si conosce un professore, se si ha la tessera giusta, se si è sponsorizzati da qualche politico...
Senza possibilità di appello, i professori della Sapienza hanno dimostrato prima di tutto di aver sbagliato mestiere.
Infatti manca a loro una cosa essenziale, cioè l'amore per la discussione, la consapevolezza che si può raggiungere la verità solo con il dialogo tra gli opposti.
Inoltre i professori firmatari della lettera contro l’invito del Rettore al Papa hanno dimostrati di essere ignoranti, in quanto hanno abbandonato i più logici ed
elementari principi metodologici della ricerca scientifica.
In primo luogo hanno mancato di controllare la veridicità delle affermazioni attribuite al Pontefice, ed - ancor più grave - se in possesso dell'intero intervento dell'allora cardinale Ratzinger hanno evidenziato una totale incapacità di comprendere quelle affermazioni, declinandole secondo biechi interessi di parte.
A questo punto rimane da domandarsi cosa possano mai insegnare questi professori della Sapienza di Roma.
Piena solidarietà a Sua Santità Papa Benedetto XVI e rifiuto di questa società materialista e nichilista, appartenente all'ideologia comunista che tra l'altro ha anche generato questa repubblica.
martedì, settembre 18, 2007
CEI: l'Italia è un Paese in crisi morale
Ha ragione da vendere il presidente della Cei, Angelo Bagnasco.
L'Italia vive una crisi profonda, è venuto meno il legame che unisce il cittadino allo Stato, legame che esiste solo se lo stato è capace di farsi promotore e garante del bene comune.
E' inoltre illusorio sperare in un improvviso quanto miracolistico rinsavimento morale, se al punto in cui ci troviamo non avviene una ricentratura profonda, da parte dei singoli soggetti e degli organismi sociali, sul senso e sulla ragione dello stare insieme come comunità di destini e di intenti.
Purtroppo gli italiani non sono assolutamente rappresentata, ne' tanto meno definita, dai fenomeni peggiori a cui tanta enfasi viene data dai massmedia.
Nonostante la malata società nella quale viviamo, la componente sana della società è ampiamente maggioritaria, nel silenzio dignitoso e in spirito di sacrificio, con ancoraggio alla fede cristiana o per ispirazione all'umanesimo.
Commento.
Secondo me, la CEI condanna senza appello lo stato repubblicano, la classe politica, i massmedia, che hanno plasmato una società lontana dai principi e valori ai quali l'uomo ha sempre creduto e dove è cresciuto.
Lo Stato, inteso come comunita' politica strutturata, ha solo il compito di registrare e regolamentare le spinte comportamentali che emergono dal corpo sociale.
A questo punto per avere una Vita e Società migliore è necessario che l'uomo, ancorato alla fede cristiana o all'umanesimo, definisca un nuovo stato, una nuova classe politica, una nuova società....
Insomma c'è bisogno di una rivoluzione.
Italia spaesata rischia la crisi morale, avverte Bagnasco (Cei)
CITTA' DEL VATICANO (Reuters) - Davanti a situazioni e comportamenti "criminali" senza soluzione, l'Italia rischia di diventare un paese "spaesato" se non si pone un argine alla deriva dei valori essenziali della convivenza.
E' l'appello che il presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco, ha rivolto oggi al Consiglio episcopale permanente, con uno sguardo attento ai recenti episodi di cronaca, dal "dramma crescente" degli incendi boschivi, alla "clamorosa inclusione" della scelta di aborto tra i diritti umani riconosciuti, dal problema degli sfratti alla mondanità.
"Vi sono situazioni e comportamenti socialmente deplorevoli, anzi criminali, che non riescono a trovare soluzione: pensiamo, ad esempio, al dramma recente e crescente degli incendi boschivi provocati dall'uomo che in questa ultima estate hanno messo in ginocchio intere zone del Paese", ha ricordato Bagnasco nella sua prolusione.
"Alla luce di simili fatti, ma anche di altre tendenze comportamentali, sembra che diventi sempre più friabile il vincolo sociale e si prosciughi quel tipo di solidarietà su cui una comunità strutturata deve fare affidamento, se vuole essere un paese-non-spaesato".
Pur definendo "illusorio sperare in un improvviso quanto miracolistico rinsavimento morale", il presidente della Cei invita a ritrovare, anche grazie alla religione, "i valori essenziali per una convivenza".
Bagnasco tiene a precisare di non auspicare "uno stato etico", "che in realtà nessuno vuole", ma ricorda l'importanza di valori come quello della persona e della vita umana, della famiglia fondata sul matrimonio, della libertà dei genitori nell'educare i figli, "ai quali vale la pena dedicare la vita: barattarli, questi valori, significherebbe annichilire le sorgenti della vita stessa".
Il presidente della Conferenza episcopale guarda con preoccupazione a una società "afflitta da uno strano 'odio di sé' ... che fa del 'relativismo' il proprio 'credo'", citando ad esempio "l'atteggiamento di resa che contrassegna tanta prassi sociale, in cui a prevalere sono il divismo, il divertimento spinto ad oltranza, i passatempi solo apparentemente innocui, il disimpegno nichilista e abbrutente la persona".
Davanti a uno scenario così cupo, Bagnasco tratteggia una soluzione nella "componente sana della società" che definisce "maggioritaria" e che, ispirata ai valori del Vangelo, "nel silenzio dignitoso e in spirito di sacrificio" e che "vive i propri doveri, vive la realtà della famiglia e le varie relazioni, vive la sfida irripetibile della propria esistenza terrena con serietà, onestà e dedizione".
reuters
martedì, gennaio 30, 2007
La Chiesa contro napolitano
La Cei boccia l'appello di Napolitano
Il Monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, ha replicato al presidente della repubblica respingendo, di fatto, l’indicazione di napolitano per una legge sulle unioni civili che tenga conto dei timori e delle sensibilità della chiesa cattolica.
Per la Chiesa approvare i Pacs significa scardinare i valori della famiglia tradizionale.
Non è possibile trovare un compromesso sulle coppie di fatto perchè se si mettono accanto al modello della famiglia monogamica (uomo e donna) altri modelli che non hanno in se' tutti questi elementi non fanno altro che scardinare i valori che la Chiesa presenta ai giovani.
Sono modelli sociali che entrano in concorrenza fra di loro e per questo e' estremamente difficile accettare quelli che sono concorrenti alla famiglia tradizionale.
Il segretario generale della Cei ha ben compreso il senso più preciso delle affermazioni madrilene di napolitano, e cioè che lui ritiene in ogni caso che una legge, invece, vada fatta. E che il Parlamento italiano la farà.
La Chiesa ha ben capito che il presidente della repubblica è un politico!
Per l'ennesima volta le dichiarazioni di napolitano sono interferenze politiche in quanto ha detto che la legge sulle coppie di fatto si farà .
Inoltre, ancora una volta, napolitano si dimostra di parte in quanto è evidente il suo aiuto e la sua simpatia alla maggioranza.
A questo punto l'operato del presidente della repubblica è criticabile in quanto svolge un ruolo politico .
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