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giovedì, marzo 20, 2008

Benzina, tasse, accise e la repubblica


In una fase di corsa dei prezzi, con i carburanti alle stelle e in particolare il gasolio a livelli record, arriva per gli automobilisti il provvedimento dello stato che farà scattare la riduzione delle accise sui carburanti.
Ben 2 centesimi di euro !!

Visti i continui rincari precedenti e l’enorme peso della tassazione sul prezzo della benzina, questa operazione risulta del tutto insufficiente anzi sembra una presa in giro.

Il regime repubblicano enfatizza questa diminuzione come se facesse parte di una grande operazione finanziaria, uno sconto fiscale che possa davvero aiutare gli italiani.
Allora questo provvedimento e’ solo un "taglio" temporaneo delle accise, una riduzione non strutturale, ma transitoria, che resterà in vigore fino al 30 aprile. In sostanza, quando il prezzo medio del greggio nel periodo preso a riferimento supera di 2 centesimi quello fissato nel Dpef, pari a 71 dollari al barile, il surplus dell'Iva viene bilanciato attraverso una riduzione transitoria dell'accisa e, per questa via, torna nelle tasche dei cittadini..

Oltre al danno la beffa, ricordiamo infatti cosa paghiamo per ogni litro di benzina o gasolio:
# 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
# 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
# 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
# 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
# 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
# 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
# 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
# 205 lire per la missione in Libano del 1983;
# 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
# 0,020 euro per rinnovo contratto autoferrotranviari 2004

Secondo me uno Stato dovrebbe automaticamente cancellare una tassa quando non esiste piu’ il motivo che la ha causata ma in Italia invece non è così. Anzi, su queste accise che in sostanza sono tasse, viene applicata anche l’Iva, cioè una tassa sulla tassa. Semplicemente indecente.

La propaganda della repubblica definisce questo provvedimento come un regalo pasquale, un meccanismo compensativo ed il governo – attraverso il ministro dello Sviluppo economico Bersani - conferma il proprio impegno a non far cointeressare lo Stato agli aumenti del carburante....

Allora diciamo che il costo della benzina e’ composto per il 30% da chi estrae, trasporta, raffina e vende e per il 70% dallo stato repubblicano che inoltre ci fa pagare il 20% di iva sul totale del costo carburante sommato alle accise!

Il regime repubblicano, abituato a comandare e sfruttare il popolo, non si rende neanche piu’ conto quanto sia impopolare e percio’ si sbaglia di grosso se si aspetta il ringraziamento da parte degli italiani !!

2 centesimi al litro sono come una goccia nel mare, miseria, presa in giro, beffa, barzelletta ...


ROMA (Reuters) - Da questa sera a mezzanotte e fino al 30 aprile 2008, gli automobilisti usufruiranno di uno "sconto" di 2 centesimi per ogni litro di benzina e di gasolio e per ogni chilo di Gpl.

E' quanto ricorda oggi il Ministero per lo Sviluppo economico in una nota, aggiungendo che nel mese di maggio, quando saranno aggiornati i dati sull'eventuale maggior gettito Iva derivante dal caro-greggio, potrebbe essere varato un nuovo decreto interministeriale per un'ulteriore riduzione delle accise sui carburanti.

Intanto da domani, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, entra in vigore il decreto interministeriale che "ri-determina le aliquote di accisa sui prodotti energetici in funzione delle variazioni del prezzo internazionale".

"In particolare, il decreto prevede un meccanismo compensativo che può essere utilizzato quando il prezzo medio del petrolio supera di 2 punti percentuali quello indicato nel documento di programmazione economica e finanziaria, espresso in euro. Il decreto, inoltre, azzera l'accisa sul gas naturale per autotrazione", si legge nella nota.

Il provvedimento -- utilizzando le maggiori entrate dell'Iva derivanti dall'incremento del prezzo del petrolio -- restituisce ai cittadini le risorse finanziarie maturate dall'1 gennaio al 29 febbraio 2008, che sono state valutate in circa 162 milioni di euro, aggiunge la nota.

"Prosegue la valutazione sul possibile ulteriore extragettito Iva e nel mese di maggio verrà presa l'eventuale decisione sulle modalità di restituzione", spiega ancora la nota.

"Un'attenta azione di monitoraggio su eventuali scostamenti dalla media del prezzo europeo proseguirà per evitare che alle tensioni del prezzo possano aggiungersi comportamenti speculativi", dice nella nota il ministro Pierluigi Bersani.
borsaitaliana

venerdì, gennaio 19, 2007

Benzina repubblicana



In Italia il prezzo della benzina è troppo alto, e lo sanno molto bene gli italiani che ogni volta che vanno dal benzinaio devono svenarsi per fare il pieno.
Inoltre se lo si confronta con quello di altri stati europei si capisce che c'è qualcosa che non funziona, sembra proprio che c'è qualcuno che ci ruba i nostri soldi.

Ma perchè i costi di un litro di benzina o gasolio sono così elevati in Italia ?
Tutti sanno che il prezzo della benzina alla pompa dipende dal prezzo del greggio, ma molti non sanno che la differenza tra il prezzo al consumo e il costo di produzione è causata dalle imposte che lo stato repubblicano grava sugli italiani.
Entrate sicure ed odiose, in quanto il prelievo fiscale sui carburanti colpisce i cittadini su un servizio essenziale: la mobilità.

Per capire meglio la situazione del costo della benzina è utile dare una percentuale di quelle che sono le imposte e il costo di produzione.

Le imposte si aggirano attorno al 60/70% del costo al consumo e il rimanente 30/40 % è il costo di produzione e quindi, al contrario di quello che politici e mass media vogliono farci credere, la colpa non è solo o soprattutto dei "big" del petrolio bensì delle tasse che gravano sui carburanti.
Infatti solo sei mesi fa, ovvero l'8 agosto del 2006, il greggio faceva registrare il prezzo record di 78,69 dollari al barile. Eppure, benché tra i 78 dollari di agosto e i 53 di gennaio ci sia una differenza di 25 dollari e un crollo relativo del valore della materia prima di oltre il 33%, il costo dei carburanti alla pompa è rimasto pressocché stabile.
Il costo di un litro di verde, infatti, è determinato per il 25,6% dai costi di estrazione, per l'8% dalla successiva fase di trasporto e raffinazione, per il 5,5% dal trasferimento dei carburanti ai distributori, per il 3,5% dal prelievo-profitto dei gestori e per il 57,4% dalle tasse (Iva e accise) applicate dallo Stato.
In pratica ogni volta che lasciamo 100 euro al distributore ne versiamo 57,4 allo stato repubblicano.

Ma non basta, i carburanti in Italia sono sottoposti ad una quadruplice tassazione, che costituisce più del 60% del prezzo finale, infatti abbiamo :
1. accisa
2. Iva sul prezzo
3. Iva sull�accisa (una tassa sulla tassa!)
4. tassazione dei profitti delle compagnie
(accisa : imposta indiretta sulla fabbricazione e sulla vendita di prodotti di largo consumo)

Le imposte che gravano arrivano al 70 per cento del prezzo alla pompa, un affronto e una presa in giro se si considerano le frequenti lamentazioni, da parte degli uomini politici, sull'eccessivo costo della benzina e del diesel.
Se la Benzina è troppo cara, prendetevela con la repubblica, in quanto circa 2/3 del prezzo va allo Stato repubblicano.

Se davvero gli uomini politici ritengono, come dovrebbero, che i contribuenti siano taglieggiati dal fisco, dispongono di tutti i mezzi per porre rimedio al problema.
Le accise italiane sono ben superiori ai livelli minimi imposti dall'Unione Europea.

Ora il governo repubblicano invece di diminuire le tasse, pensa di risolvere la questione cambiando il sistema distributivo dei carburanti.
Intendiamoci, la liberalizzazione è sempre un buon presupposto, ma nel caso dei carburanti si dimentica di segnalare che il prezzo alla pompa è costituito in larghissima parte da tasse, accise e imposte.

Inoltre ricordando quello che succede in Italia repubblicana, la liberalizzazione del mercato, invece di essere un fattore positivo ed a favore degli cittadini, è quasi sempre una fregatura.
Ripeto, invece di diminuire le tasse che rappresentano i 2/3 del prezzo, il governo ha deciso di togliere il lavoro ai poveri benzinai che hanno solo la colpa di contribuire in minima parte al prezzo finale della benzina.

Secondo me lo stato repubblicano con la liberalizzazione del mercato (vendita in ipermercati, orari liberi e maggiore pubblicità) è vero che diminuisce (di poco) il costo della benzina, ma il vero motivo è per aiutare gli amici (grandi ipermercati Coop ... ) che portano tanti voti.

Ricordo che su ogni litro di carburante gravano ancora per un totale di 0,27 euro:
• 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
• 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
• 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
• 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966;
• 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
• 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
• 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980;
• 205 lire per la missione in Libano del 1983;
• 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
• 2,15 centesimi di euro nel 2001 per il ripristino delle 50 lire tolte dal Governo precedente che servivano a calmierare il prezzo del carburante
• 1,6 centesimi di euro nel 2004 per il contratto degli autoferrotranviari;
• 0,5 centesimi di euro nel 2005 per acquisto autobus ecologici

Uno Stato serio dovrebbe placare la propria ingordigia, tagliando o abolendo le accise. Quantomeno quelle più assurde, ad esempio quella sulla guerra d'Abissinia.

La repubblica morirà di ingordigia!!


tuttoconsumatori