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giovedì, gennaio 15, 2009

Libertà Economica in Italia

Ogni anno la Heritage Foundation pubblica l'Indice della libertà economica, che descrive la libertà con cui gli operatori economici possono muoversi in ciascun paese del mondo.
Il livello di libertà economica dell'Italia viene valutato al 61,4 per cento, ciè un paese "moderatamente libero" e molto vicino al limite dei paese "poco liberi".

L'Italia è bocciata in libertà economica ed è classificata al settantaseiesimo posto, in picchiata rispetto al sessantaquattresimo posto dell'anno scorso.
Nonostante un lieve miglioramento in quattro parametri - libertà d'impresa, libertà dal fisco, libertà dalla corruzione e libertà monetaria - si sono registrati decisi arretramenti.
La libertà dallo Stato viene stimata solo al 24,7 per cento, contro il 29,4 per cento dell'anno scorso, a causa dell'aumento della spesa pubblica, basti pensare al controverso processo di privatizzazione di Alitalia.
Inoltre è peggiorato anche la libertà del lavoro, passato dal 74,5% del 2008 al 61,3% del 2009.

Se si confronta l'italia con altri paesi la performance dell'Italia risulta più grave in quanto nel mondo e in Europa la libertà economica ha fatto molti progressi.
I paesi più liberi al mondo sono Hong Kong, Singapore e l'Australia. Tra i primi dieci paesi, ben quattro sono europei: Irlanda (quarto posto), Danimarca (ottavo), Svizzera (nono) e Regno Unito (decimo).

I dati mostrano che l'economia dell'Italia è molto debole e poco competitiva e, dunque, meno in grado di resistere alla crisi globale.
La libertà fiscale e la libertà dallo Stato (ossia, la dimensione del settore pubblico) continuano ad essere bassi, a causa dell’imponente welfare state.
La spesa pubblica ammonta grosso modo alla metà del PIL.
La riduzione del cronico deficit di bilancio e del debito pubblico è andata a rilento e il valore di quest’ultimo si aggira ancora intorno al 105 per cento del PIL.
L’attività economica informale (economia sommersa) è considerevole.

Italy's economic freedom